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RIVOLTA CAPITALE - DOPO TREVISO, SCOPPIA LA PROTESTA ANTI-PROFUGHI ANCHE A ROMA: SCONTRI SULLA CASSIA, RESIDENTI E ATTIVISTI DI CASAPOUND CONTRO LE FORZE DELL’ORDINE - 4 AGENTI FERITI - SALVINI: NON ROMPETE LE PALLE A CHI PROTESTA

1. SCONTRI A CASALE SAN NICOLA

Da "repubblica.it"

 

 

2. PROTESTA ANTIPROFUGHI A ROMA

Da “repubblica.it”

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Volano sedie, manganelli alzati, caschi in testa, urla, cassonetti incendiati e lancio di sassi e pietre contro la polizia. Tensioni e scontri sulla Cassia a Roma, precisamente al Casale San Nicola, durante le operazioni di trasferimento di un gruppo di profughi nel centro di accoglienza allestito nell'ex scuola Socrate.

A poche ore della rivolta di Treviso dove i migranti sono stati trasferiti in una caserma, è scoppiata la protesta anche nella zona nord della capitale. I residenti sono sul piede di guerra, da tempo, supportati da CasaPound. Dopo una trattativa con gli agenti e diverse ore di presidio, la tensione è salita quando è arrivato un camioncino con a bordo alcuni migranti.

 

La situazione è degenerata in pochi secondi: i residenti hanno indietreggiato, gli attivisti di destra hanno avanzato indossando i caschi, dai manifestanti sono partiti fischi e slogan "No al centro immigrati", "andate via", "è un abuso di potere". Gli agenti hanno alzato gli scudi e trascinato via alcune persone, poi le cariche: un muro contro muro di CasaPound e degli agenti del reparto mobile in piena tenuta antisommossa, i sassi lanciati contro le forze dell'ordine con quattro agenti rimasti feriti, le manganellate e cittadini in lacrime. Il pullman con a bordo i 19 profughi è rimasto bloccato dietro i blindati, poi scortato ha percorso la strada tra cori di insulti e lanci di bottiglie fino a raggiungere l'ex scuola dove sono entrati insieme a un mediatore culturale.

 

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"Noi i rifugiati non li facciamo passare", aveva detto in mattinata una cittadina che fa parte del comitato dei residenti. "Da qui non ci muoviamo. Casale San Nicola deve rimanere agli italiani. Lo difendiamo fino all'ultimo", aveva continuato il vicepresidente di CasaPound Italia, Andrea Antonini. Nessun ripensamento da parte del prefetto di Roma, Franco Gabrielli: "Abbiamo inviato 19 richiedenti asilo ma i residenti della zona hanno fatto un blocco stradale per evitarlo. Ovviamente queste persone entreranno nel centro rimuovendo il blocco. Noi non faremo nessun passo indietro. Io cerco sempre il confronto ma se dall'altra parte questo confronto è pretestuoso o delatorio allora mi trovo con le spalle al muro e posso solo andare avanti. A quel punto ognuno si prenderà le proprie responsabilità" ha chiarito il prefetto.

Sul posto, all'incrocio con la via Braccianese e la Storta, al confine tra XIV e XV Municipio, questa mattina si sono presentati numerosi poliziotti e un blindato. Le operazioni sono iniziate sotto il controllo degli agenti, ma, hanno spiegato le stesse forze dell'ordine, "sono da subito risultate difficoltose per l'ingerenza di elementi estremisti che hanno tentato di dissuadere gli ospiti. Quando il mezzo scortato con a bordo i profughi è arrivato nei pressi della struttura, è stato "bloccato da appartenenti al Comitato di quartiere, spalleggiato anche da elementi esterni", ha osservato la polizia che, dopo "aver tentato invano ogni possibile via di dialogo", ha rimosso le numerose auto parcheggiate in strada". Con agli agenti ci sono anche municipale e i vigili del fuoco.

L'obiettivo dei residenti: non far passare nessuno. La polizia prima ha avviato una mediazione per cercare di ridurre il numero dei migranti in arrivo. Un dirigente della Questura di Roma ha proposto ai residenti di fare entrare il pulmino con venti profughi, diretto all'ex scuola Socrate, invitando una delegazione dei residenti a recarsi lunedì in Questura per parlare della questione migranti. I residenti però hanno rifiutato: "Dopo 80 giorni di presidio e richieste di incontri negati - hanno denunciato - abbiamo paura che dopo questi venti profughi ne arrivino altri". Inoltre, la polizia ha offerto agli abitanti un presidio fisso h24 nella zona.

 

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"Chiediamo l'intervento del ministro Alfano - ha detto Francesca Sanchietti, portavoce del comitato Casale San Nicola - Non è possibile che in un'area dove vivono 250 famiglie arrivino 100 migranti. Qui mancano le infrastrutture". All'attacco anche Simone Di Stefano, vice presidente di CasaPound, l’associazione di destra che da mesi è presente in zona con un presidio fisso per impedire che l'ex scuola Socrate venga utilizzata come centro d'accoglienza per rifugiati: "Non possono essere i territori a pagare le scelte scellerate del governo. A San Lorenzo si poteva allestire un centro ma non si è fatto più nulla perché è un quartiere di sinistra. Noi siamo contro l'immigrazione da sempre".

Una Mini, in uscita dal comprensorio, ha sfondato il blocco dei manifestanti urtando un'anziana a un ginocchio. "Mi sono spaventata l'auto è arrivata da dietro. Mi ha preso al ginocchio con l'angolo davanti ho avuto paura che mi schiacciasse la gamba. Non si fermava", ha raccontato la signora ancora scossa. L'auto è stata fermata dalla polizia che ha effettuato le procedure di rito. Tanta paura ma i residenti proseguono il loro presidio.
 

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E' stato il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, a dare l'ok al trasferimento dei migranti al Casale San Nicola. Il sì di Gabrielli era stato anticipato giorni prima da alcuni cittadini tra cui Alberto Meoni uno dei coordinatori del comitato Casale San Nicola che nei mesi scorsi, parallelamente ad 

 

alcuni movimenti di destra, avevano dato vita adalcune proteste contro l'arrivo dei migranti. Dopo il sopralluogo con il prefetto, Meoni aveva detto: "Ci ha spiegato che il sito è perfetto e che questo sarà il centro di accoglienza più bello d'Italia e che rispecchierà il modello del Paese"

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