donbass esercito russo

L'ARMATA DI PUTIN È LESSA O NO? – LE INTELLIGENCE OCCIDENTALI SEGNALANO UN RALLENTAMENTO NELLE OPERAZIONI DELLA RUSSIA NEL DONBASS. ALCUNI OSSERVATORI SI SPINGONO AD AFFERMARE CHE LE TRUPPE DI PUTIN HA RAGGIUNTO IL “CULMINE” E NON AVREBBE PIU' RISORSE SUFFICIENTI – MA ATTENZIONE, POTREBBE TRATTARSI SOLAMENTE DI UNA PAUSA PRIMA DI UN NUOVA OFFENSIVA – LE GUERRE CONVENZIONALI NON SONO CORSE DI VELOCITÀ

Andrea Marinelli e Guido Olimpio per www.corriere.it

 

L’attesa: è questa la parola d’ordine sul taccuino militare dedicato alla crisi in Ucraina. Il conflitto – durissimo – oscilla tra picchi e pause. Mentre a Istanbul viene firmato l’accordo sul grano ucraino, un passo avanti notevole fra le parti, le intelligence occidentali e gli osservatori segnalano un rallentamento nelle operazioni della Russia nel Donbass.

 

I bombardamenti missilistici restano intensi mentre sono minori i risultati conseguiti dalle truppe del neo-zar. Alcuni si spingono ad affermare che l’Armata ha raggiunto il «culmine» ed ora non avrebbe risorse sufficienti mentre gli ucraini continuano a rinforzarsi con nuovi equipaggiamenti.

 

Fonti americane sostengono che ogni giorno gli invasori perderebbero centinaia di uomini, compresi molti ufficiali.

 

Tre punti da aggiungere:

 

esercito ucraino

• è possibile la pausa dopo lo sforzo per conquistare Severodonetsk e altre località;

 

• era uno degli scenari previsti;

 

• è troppo presto, però, per affermare che diventi una tendenza. Le guerre convenzionali non sono corse di velocità.

 

Gli invasori seguono intanto la linea della caccia all’artiglieria più temuta, da Mosca hanno rivendicato ieri la distruzione di 4 lanciarazzi a lungo raggio Himars nel periodo 5-20 luglio.

 

I rifornimenti

guerra in ucraina kharkiv

Un’analisi sul New York Times esamina le possibilità di manovra di Kiev. Le «voci» consultate sottolineano alcune criticità. Le perdite in tank e soldati scelti. I sistemi ricevuti dalla Nato incidono, ma hanno comunque dei limiti. La resistenza deve essere in grado di «assorbire» i mezzi, addestrare personale a sufficienza, organizzare un’offensiva capace di riprendere il territorio perduto.

 

Sull’ultimo aspetto esiste scetticismo, anche perché andare all’attacco è molto costoso e richiede un apparato adeguato. Infatti gli osservatori sottolineano che il governo Zelensky ha spostato sempre più avanti le date di una possibile svolta. Un segno di reazione reale potrebbe arrivare nel caso di un assalto a Kherson.

 

kharkiv

Per contro alcuni Paesi occidentali continuano a spedire armi. La Gran Bretagna ha appena annunciato un altro pacchetto consistente: 20 cannoni semoventi M109 da 155 mm, 36 cannoni da 105, 50 mila proiettili per artiglieria «sovietici» (acquistati in Paesi extra-europei), 1.600 anti tank, piccoli droni e munizionamento, radar.

 

Un carico che si aggiunge alle 76 mila tonnellate di materiale bellico già consegnato dalla «coalizione di volenterosi» schierata al fianco degli ucraini.

 

La ferrovia

Vladimir Putin con Sergei Shoigu

La Russia — accusa Kiev — sta attivando una nuova linea ferroviaria che rischia di danneggiare siti archeologici nella zona sud. Il tracciato collega la regione di Kherson alla Crimea, con i convogli trainati da locomotive diesel. I treni rivestono un ruolo cruciale per la logistica degli invasori, ma anche per il trasporto di civili.

 

Inoltre rappresentano un ulteriore simbolo di un legame tra i settori occupati. Nella parte meridionale l’Armata ha impiegato alcuni treni blindati per il trasferimento di materiale e pattugliamento contro le azioni dei sabotatori.

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