“DIMETTERMI? NON CI PENSO PROPRIO. A MENO CHE NON ME LO CHIEDA GIORGIA…” – MARCELLO GEMMATO, IL SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE DI FRATELLI D'ITALIA CHE NON CREDE NEI VACCINI, NON ARRETRA: “NON È PIÙ TEMPO DI IMMUNIZZAZIONI” – IL RITRATTO BY RONCONE: “FARMACISTA BARESE, GENERAZIONE ATREJU IN PUREZZA, UN CERTO TALENTO SITUAZIONISTA CHE PUÒ RISERVARE STREPITOSE SORPRESE. SCOMMETTE SU FDI, QUANDO È ANCORA UN PARTITO AL 4%, DICENDO: ‘GIORGIA È COERENTE, BRAVISSIMA, PRIMA ANCORA DI ESSERE DONNA’. BASTERÀ PER IL PERDONO?”
1 – IL FARMACISTA SCELTO ALLA SALUTE
Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera”
marcello gemmato giorgia meloni
Va bene: cerchiamo il cellulare di questo sottosegretario alla Salute, il farmacista barese Marcello Gemmato di Fratelli d’Italia – «Sempre stato di destra», raccontò orgoglioso al Giornale – generazione Atreju in purezza, 49 anni, un certo talento situazionista che poi scopriremo meglio e che – a Striscia la notizia sanno tutto – può riservare strepitose sorprese.
Intanto: metà mattina, con il web inondato dalle dichiarazioni della premier Giorgia Meloni rimbalzate da Bali, G20, dove ha detto, senza indugi: «Il Covid superato grazie ai vaccini». Ma nei siti il titolo della Meloni sta sotto, e lui, Gemmato, sopra: il nostro sottosegretario – come ha spiegato su Rai2 a ReStart, la trasmissione condotta da Annalisa Bruchi – non vuole infatti «cadere nella trappola di schierarsi a favore o contro i vaccini»; immagini televisive inequivocabili: Gemmato con l’aria di uno pieno d’efferate certezze, potenziale personaggione di questo governo.
marcello gemmato giorgia meloni
Telefonargli. Parlarci ancora. Capire cosa sa sui vaccini che sfugge all’intera comunità scientifica mondiale. E comunque: si è già dimesso? Ha sentito la premier?
(Adesso però vediamo se questo numero di cellulare è buono: tre squilli, e una voce che risponde).
Buongiorno, sottosegretario.
«No: io sono Ettore, un collaboratore».
Vorrei parlare con il sottosegretario.
«Su qualche argomento?».
Coraggio, Ettore.
«Il sottosegretario mi ha lasciato il telefono: è dovuto scendere dal ministro, c’è una faccenda ben più importante di quella a cui si riferisce lei. A proposito: ha visto la trasmissione? Che opinione ha? No, perché io penso che...».
Ettore, la prego.
«Va bene, va bene... Riferirò la sua chiamata».
(Mezz’ora dopo, da un altro numero di cellulare).
«Sono Ettore. Ho una buona notizia: tra poco la chiamerà il sottosegretario».
(Dieci minuti: ed ecco Gemmato. Modi estremamente cortesi, mai scontati quando si parla con un esponente di qualsiasi esecutivo).
Ho letto il suo comunicato di precisazione: si è pentito. «No, guardi: in tivù, o mi sono espresso male, o mi hanno frainteso. Io cercavo solo di sottolineare la totale inefficacia dell’azione dei precedenti governi durante la pandemia...». Ha detto, parlando di lotta al Covid: «Questi grandi risultati non li vedo raggiunti». Aldo Cazzullo, che era in studio, le ha risposto che, senza i vaccini, magari sarebbe andata peggio. La sua replica, testuale, è stata: «Questo lo dice lei, non abbiamo l’onere della prova inversa».
«Eh... Era un artifizio retorico. Io volevo ancorare la discussione al comportamento solo ideologico tenuto dai precedenti governi nel corso dell’emergenza provocata dal Coronavirus. E poi, in ogni caso, mi scusi: lei lo sa quanti sarebbero stati i morti senza vaccini?». In ogni caso: chi sa quanti sarebbero stati i morti senza i vaccini? La comunità scientifica del pianeta è certa che sarebbero stati molti, ma molti di più.
TWEET DI MATTEO BASSETTI CONTRO MARCELLO GEMMATO
«Perfetto. Però io non volevo parlare di questo, in quel programma televisivo».
Giuro, non la seguo.
«Senta: capisco e ammetto di essere stato poco felice nella mia espressione».
Ha pure aggiunto: «Non cado nella trappola di schierarmi a favore o contro i vaccini».
«Ma io sono vaccinato! Prima Johnson & Johnson e poi Pfizer: non scherziamo, non mi accusi di essere No vax».
Ha parlato da No vax.
«E per trarne quale vantaggio?».
Per attirare consenso, forse.
«Mah. Le sembra che i risultati ottenuti da Paragone alle ultime elezioni suggeriscano simili strategie? Comunque: se volete crocefiggermi, fate pure».
Ha sentito Giorgia Meloni?
«No. Penso sia a Bali».
È sicuro che sta a Bali. E lì ha detto l’esatto contrario di quello che sostiene lei.
«Appunto».
E niente: fatico a seguirla. Ha intenzione di dimettersi?
«Solo se me lo chiede Giorgia».
(Qui la voce gli si è incrinata parecchio).
Del resto, non si augura al peggior nemico un chiarimento con la Meloni che, dopo aver parlato con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e un incontro bilaterale con il presidente della Turchia, Erdogan, e poi tutto il resto che possiamo solo supporre, ad un certo punto deve mettersi al telefono per sapere cosa ti passi per la testa.
Enrico Mentana, su Facebook, una mezza idea ce l’ha. E la scrive: «Non possiamo lasciare al ministero della Salute gente che straparla come davanti a un camparino al bar».
Dall’archivio del Corriere spediscono materiale interessante: Gemmato si avvicina alla politica per tradizione familiare; padre «almirantiano» di ferro, il fratello Nicola che poi diventa pure sindaco di Terlizzi, e lui, Marcello, che fa tutta la classica trafila: Fuan e Azione universitaria, con tanto di blitz in mutande — esatto: in mutande — davanti all’ateneo di Bari, per denunciare a Striscia gli sprechi sulle spese telefoniche dei baroni.
Scommette su FdI, quando è ancora un partito al 4%. Dicendo: «Giorgia è coerente, umana, preparata, carismatica, leader vera: è brava, bravissima, prima ancora di essere donna» (tipo il ragionier Ugo Fantozzi con la contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare). Basterà per ottenerne il perdono?
2 – MARCELLO GEMMATO "LASCIARE? NON CI PENSO NEMMENO"
Estratto dell’articolo di Niccolò Carratelli per “La Stampa”
marcello gemmato giorgia meloni
Marcello Gemmato è «stupefatto». Non di quello che ha detto lui in tv, ma delle «polemiche strumentali che sono state costruite su parole decontestualizzate». Difesa classica di chi è consapevole di essersi fatto scappare una frase di troppo nello studio della trasmissione di Rai 2 Re Start, quando ha messo in dubbio che la vaccinazione anti Covid abbia evitato un numero maggiore di morti a causa del virus: «Non ci sono le prove», ha detto il sottosegretario alla Salute. […]
Sicuro che il tema vaccini non sia più attuale? E la quarta dose?
«La quarta dose è prevista per gli anziani, i fragili, gli immunodepressi, le categorie che è giusto si proteggano ulteriormente. Ma va detto che i vaccini sono serviti in una determinata fase storica, quella pandemica, mentre ora siamo in un'altra fase, quella endemica. Basta citare gli ultimi dati Agenas, che registrano un'occupazione del 2% dei posti di terapia intensiva nei nostri ospedali».
Ma la sua frase lasciava intendere che la funzione dei vaccini non sia stata poi così importante, o no?
«Guardi, forse mi sono espresso male, ma io sono vaccinato, sono favorevole alle vaccinazioni e credo che la campagna vaccinale abbia funzionato. Però è una cosa superata, se vogliamo rendere un buon servizio ai cittadini non possiamo continuare a parlare di vaccinazioni, visto che ormai il 90% degli italiani ha aderito».
Basta che sia chiaro che i vaccini hanno contribuito a salvare milioni di vite in tutto il mondo. Almeno 150 mila in Italia, come le ha ricordato il presidente della Federazione degli Ordini dei medici. ..
«Per carità, è legittimo che lo dica, c'è questo studio pubblicato su Lancet che parla di 20 milioni di morti evitate. Ma sono stime, anche quelle sul nostro Paese sono proiezioni, non so quanto attendibili».
Ma con lei e Meloni al governo le cose sarebbero andate diversamente, senza obbligo vaccinale né Green Pass, giusto?
«Sì, noi siamo contrari all'oppressione e alla coercizione. La stessa Oms dice che nelle fasi pandemiche il miglior alleato è il popolo, che va convinto su ciò che si deve fare per superare l'emergenza. Quello che serve non è l'obbligo, ma la persuasione da parte dei medici nei confronti dei pazienti».
E se non si convincono? Al 90% di vaccinati non ci arrivi e ne paghi le conseguenze...
«Questo lo dice lei, è una lettura che non condivido. Il Green Pass ha dato a molti l'erronea convinzione di essere immuni dalla malattia e ha fatto aumentare i contagi. Comunque, io potrei dirle che, senza obbligo e senza certificato verde, secondo me saremmo arrivati al 97% di vaccinati in Italia: lei non può smentirmi, non c'è la prova inversa». […]
Dall'opposizione le chiedono di dimettersi. Come replica?
«Non ci penso nemmeno, sono attacchi che rientrano nella dialettica politica. Proiettano su di me e su di noi le proprie divisioni, ci accusano di tutto e di più: oggi tocca a me e lo accetto, ma mi pare di aver ampiamente spiegato che non ho nulla da spartire con i No Vax». […]
L'importante è mandare i messaggi giusti ai cittadini. Ripetiamolo: i vaccini servono e la campagna vaccinale ha funzionato.
«Lei continua a parlare di vaccini, faccia pure. Io preferisco pensare a cosa non ha funzionato, agli errori commessi sul piano pandemico, sulla mancanza di mascherine, su un'assistenza territoriale non degna. Parliamo di sanità pubblica, non di vaccini».
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