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“AVETE I NAPOLETANI? FATENE QUELLO CHE VOLETE...” - SVOLTA NEL CASO DEI TRE NAPOLETANI SCOMPARSI IN MESSICO IL 31 GENNAIO 2018. A GETTARE OMBRE SUL DESTINO DEI NOSTRI CONNAZIONALI E’ UN'INTERCETTAZIONE IN CUI IL BOSS “EL QUINCE” DEL CARTELLO DELLA DROGA “JALISCO NUEVA GENERACIÓN” DICE A UN SUO SOTTOPOSTO…

Paolo Manzo per “il Giornale”

 

Gli italiani scomparsi in Messico

Svolta nel caso di Raffaele e Antonio Russo, padre e figlio, e Vincenzo Cimmino, un loro cugino, i tre napoletani che vendevano generatori elettrici scomparsi in Messico il 31 gennaio 2018. A gettare nuovi cupi scenari sul destino dei nostri connazionali un' intercettazione telefonica in cui un boss dell' emergente Cartello della droga Jalisco Nueva Generación (CJNG), alias «el Quince», chiede e poi intima a chi in quel momento aveva i nostri connazionali vivi nelle loro mani: «Li avete? Fatene ciò che volete».

 

A svelare questo retroscena la risposta data con mesi di ritardo dallo Stato messicano al ricorso presentato all' Onu dall' avvocato Claudio Falleti, legale delle famiglie Russo e Cimmino. Un riscontro arrivato con molto ritardo ma che finalmente chiarisce qualcosa. Innanzitutto che «dalle indagini c'è un elemento nuovo, mai venuto fuori prima», spiega l'avvocato Falleti, «ovvero che el Quince (che aveva negato qualsiasi coinvolgimento quando fu arrestato nell' agosto 2018) non solo era a conoscenza del rapimento degli italiani» ma «in un' intercettazione» ha dato l'ok ad un suo sottoposto - che controllava la zona di Tecalitlán, la cittadina di 16mila abitanti da cui i tre erano scomparsi nello stato di Jalisco - per fare di loro «ciò che voleva». Ma c'è dell'altro per il legale, ovvero che «sulla macchina guidata da Raffaele sono state trovate delle impronte digitali» e la famiglia è «ancora in attesa dei risultati».

 

Italiani scomparsi in Messico - Antonio Russo - suo padre Raffaele e il cugino Vincenzo Cimmino

Proprio il 60enne Raffaele Russo che era stato il primo a scomparire. Sulle sue tracce si erano subito messi suo figlio Antonio, 25enne e il cugino Vincenzo, fermati ad un distributore di benzina da alcuni poliziotti che avevano intimato loro di seguirli. Giusto il tempo di inviare un messaggio WhatsApp a Francesco - fratello di Antonio anch' egli all'epoca in Messico poi rientrato a Napoli per motivi di sicurezza - e poi più nulla.

 

Desaparecidos, scomparsi. Passano due mesi e quattro poliziotti di Tecalitlán vengono fermati. Dicono di aver consegnato i nostri connazionali ad una gang per 43 euro. La notizia è smentita dalle autorità se è vero che gli agenti sono stati trasferiti per «un nuovo addestramento in altra località».

 

Gli italiani scomparsi in Messico - Raffaele Russo Antonio Russo Vicenzo Cimmino

Obiettivo? Per evitare che cambino versione e siano minacciati dai trafficanti di droga, il già citato Cjng di cui «el Quince» è una pedina chiave. Un mistero che non lascia presagire nulla di buono. Intanto Falleti, rappresentante dell' Organizzazione Mondiale degli Avvocati in Italia, oltre al ricorso alla Corte Interamericana per i Diritti Umani Onu ha scritto al presidente messicano López Obrador per ottenere chiarimenti «sia dai tribunali che dalla politica». La speranza dei famigliari è di ottenere «verità e giustizia», anche se l'intercettazione telefonica de «el Quince» e il contesto messicano di violenza non lascia presagire nulla di buono.

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