
SVOLTA NEL GIALLO DI MARA FAVRO: IL TEST DEL DNA CONFERMA CHE LE OSSA SCOPERTE DUE SETTIMANE FA NEI BOSCHI DELLA VALLE DI SUSA SONO DELLA DONNA DI 51 ANNI, MADRE DI UNA BAMBINA DI DIECI, SVANITA NEL NULLA 1 ANNO FA - L'IPOTESI CHE MARA SIA STATA NASCOSTA DOPO ESSERE STATA AMMAZZATA E LE INDAGINI CHE RUOTANO ATTORNO ALLA PIZZERIA IN CUI LEI HA LAVORATO 8 GIORNI PRIMA DI SPARIRE...
Elisa Sola per lastampa.it - Estratti
Francesca detta Franca, 80 anni, scende dal quinto al secondo piano. Posa un mazzolino di mimose sullo zerbino e dice: «Per Mara. E per tutte le donne». Si fa il segno della croce. «Qualcuna di voi crede?». Antonella, seduta sul gradino di marmo, la schiena sotto al campanello che nessuno sfiora da un anno, risponde: «Io spero che Mara trovi pace e serenità». Francesca detta Franca alza il tono della voce: «La troverà solo quando le faranno giustizia. Mara è qui. Aleggia». Anna, accovacciata su se stessa, abbraccia la vicina. Sono in otto. Sono le amiche di Mara. La donna scomparsa l'8 marzo di un anno fa dalle Valle di Susa.
La persona che da ieri tutti possono definire morta. Ecco perché ha senso fare una veglia. Ora che finalmente ci sono delle ossa a cui è stata data un'identità. Parte una musica da un cellulare. The sound of silence di Simon & Garfunkel risuona nella tromba delle scale.
«Per Mara».
La sera della veglia improvvisata sul pianerottolo è la fine della giornata che dà un senso a un anno di ricerche. Adesso c'è una spiegazione. Mara Favro è morta. Le ossa, i resti scoperti due settimane fa nei boschi di Gravere sono della donna di 51 anni, madre di una bambina di dieci, svanita nel nulla. Lo conferma il test del Dna. È il giorno del lutto e della verità. Della scoperta del male e della svolta di un'indagine che si completa di un elemento imprescindibile: il cadavere. O ciò che ne resta.
L'ufficialità è stata comunicata ieri dalla procura di Torino, che indaga con l'ipotesi di omicidio e occultamento di cadavere. I pm hanno ordinato l'autopsia.
Il medico legale Roberto Testi dovrà esaminare le ossa, compreso un pezzo di cranio, e ipotizzare la causa della morte. Non sarà facile. I reperti non sono molti. Sono stati i vigili del fuoco, con i carabinieri del nucleo investigativo, a fare la scoperta.
Hanno visto prima un luccichio. Il riflesso di un paio di occhiali da sole, molto probabilmente di Mara, incastrati in un cespuglio. E poi i resti, giù nel dirupo in cui confluisce un sentiero immerso in un bosco di alberi ad alto fusto e rovi. «Non è un posto dove va chi non è di qui», dicono in valle. «Bisogna conoscerlo». Arrivarci in auto è possibile. Poi da Gravere a piedi si imbocca la via della ferrovia. Dopo trecento metri c'è il dirupo.
È evidente, non soltanto agli investigatori, che non sia un luogo da suicidio.
Prende sempre più corpo l'ipotesi che qui Mara sia stata nascosta dopo essere stata ammazzata. Spiega il consulente tecnico della famiglia Favro, Fabrizio Pace: «In quel luogo nessuno avrebbe trovato una morte certa. E nel buio più totale non si vede niente».
«Sospettavamo che quelle ossa fossero di Mara, ma saperlo è una botta fortissima», dice Massimiliano, l'ex compagno di Mara, papà di sua figlia. È sconvolto come il fratello di Mara, Fabrizio Favro. Sono stati loro ad avviare l'indagine in procura, con due esposti scritti dall'avvocato Roberto Saraniti. «Adesso devono trovare quei maledetti assassini», esclama Massimiliano, mentre si chiede come potrà trovare la forza di spiegare a sua figlia che la mamma è morta. Lo farà con la psicologa.
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Non c'è traccia del sole di marzo. Sembra che, nel silenzio, tutto vada come al solito. La pizzeria Don Ciccio di Chiomonte, dove Mara ha lavorato otto giorni prima di sparire, è aperta.
Il gestore, nonché indagato per il suo omicidio, Vincenzo Luca Milione, lavora. Non si è mai fatto interrogare, conferma il suo avvocato Luca Calabrò. Il secondo indagato, l'ex pizzaiolo Cosimo Esposto (assistito dalla legale Elena Emma Piccatti) è andato via da Susa il giorno dopo la sparizione di Mara.