COMPAGNI, A CHI IL CINEMA? A NOI! SGOMBERATO A TRASTEVERE “AMERICA” OCCUPATO – DA ELIO GERMANO A PAOLO VIRZÌ LA PROTESTA E LA PROPOSTA: LO COMPRIAMO NOI – FRANCESCHINI: METTIAMO IL VINCOLO DI DESTINAZIONE (E’ IL MERCATO, BELLEZZA!)
Claudia Voltattorni per il "Corriere della Sera"
«Ci hanno sgombrato, allora noi rispondiamo: il Cinema America ce lo compriamo noi!». E la piazza esplode in un applauso sentito e allegro. Perché il cinema di Trastevere chiuso e abbandonato per anni e poi occupato nel 2012 da un gruppo di ragazzi che lo ha ristrutturato e riaperto è ormai diventato un punto di riferimento del quartiere romano. Ieri mattina però la polizia ha bussato alla porta della sala di via Natale del Grande: tutti fuori, la proprietà rivuole i locali. Sgomberati i ragazzi, sigillati gli ingressi, camionette e agenti a presidiare.
elio germano a pugno chiuso a venezia
«Occupare è un atto illegale, è vero, ma a volte — spiega Valerio Carocci, anima del Cinema America Occupato — occupare è necessario per salvare degli spazi dalla speculazione». Si dice che al posto della sala trasteverina sorgeranno case di lusso. E allora, dopo lo sgombero, tutti sono invitati all’assemblea all’aperto in piazza San Cosimato: bambini, ragazzi, professionisti, anziani, ma anche attori, registi, gente di cinema (e alcune camionette della polizia che dopo una decina di minuti però si spostano). E lì parte l’idea: «Compriamoci il cinema».
Ci sta Elio Germano appena rientrato da Venezia, indossa la maglietta nera del Cinema America: «Questi ragazzi hanno creato uno spazio che non c’era, ci hanno messo i loro soldi, lo hanno ristrutturato, lo hanno fatto rinascere: e il quartiere ha trovato un luogo di cui aveva bisogno, qui a Trastevere non c’è neanche una biblioteca». Perché, continua l’attore, «Roma e tutte le città devono ritrovare quella vita collettiva che ci è stata rubata: occupazione illegale? Ma questa è la città dove gli spazi collettivi sono chiusi e usati solo da alcuni per speculare, qui è nato un luogo contro la paura, un posto aperto a tutti e cosa fanno? Li buttano fuori: forse preferiscono che stiano davanti alla tv».
TONI SERVILLO FOTO DI MARIO DONDERO
L’America Occupato, interviene il regista Daniele Vicari, «non è un semplice cinema, ma un posto che per anni ha prodotto e diffuso cultura». Però, aggiunge Francesco Bruni, regista e sceneggiatore (anche lui con la maglietta amaranto del Cinema America), «dico grazie alle istituzioni perché chiudendolo,lo hanno annullato».
E Paolo Virzì sogna ad occhi aperti: «Gestire un cinema? Sarebbe meraviglioso! Non vedo l’ora di staccare i biglietti e di programmare ciò che mi pare per un giorno a settimana: sono qui per dire che ci sto». E ricorda di quando a Roma «il cinema Metropolitan era pieno di gente e però poi hanno preferito venderlo ad una catena di abbigliamento: sembra quasi che il cinema esista solo nei multiplex dei centri commerciali, non è così, andate a vedere Parigi, Barcellona». Riflette: «L’idea di una gestione partecipata ad un cinema potrebbe essere una miniera d’oro, se solo le banche lo capissero: se servisse una cordata per rilevarlo mi piacerebbe farne parte».
Paolo Sorrentino Raffaele La Capria
E da lontano anche i premi Oscar Paolo Sorrentino e Toni Servillo si fanno sentire. «Uno sgombero che fa insospettire — secondo il regista —: lascia pensare che si voglia dare una gestione diversa alla sala perché mancava ancora qualche giorno al vincolo del ministero». E l’attore: «Spero che resti quello spazio di cultura».
La politica risponde con il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini (che già a Venezia aveva citato il Cinema America ad esempio e promesso una tutela dell’immobile) che in un tweet scrive: «La prima battaglia i ragazzi del #cinemamerica l’hanno vinta. Gli atti per il vincolo di destinazione sono già avviati e quindi operativi». E il governatore del Lazio Nicola Zingaretti promette: «Sosterremo le ragioni della cultura per il Cinema America». Intanto Valerio e gli altri ripartiranno «dalle scuole: è lì che il cinema deve rientrare».