berlusconi nino battaglia e marta fascina

DAGOREPORT – È STATO L’OMBRA DI SILVIO BERLUSCONI. ANTONIO BATTAGLIA, DETTO NINO, È UN EX CARABINIERE IN ASPETTATIVA, CHE DAL 1990 HA RICOPERTO IL RUOLO DI CAPOSCORTA DEL CAV -  PASSATO A MIGLIOR VITA IL SIRE DI ARCORE, L'AITANTE BATTAGLIA ORA SI DIVIDE TRA LA "VEDOVA" MARTA FASCINA E LA RUSSA, IL PIÙ BERLUSCONIANO TRA I “CAMERATI”: FU IGNAZIO A LIMARE CON SILVIO LA LISTA DEI MINISTRI CHE AVREBBE AVUTO FORZA ITALIA. E QUANDO LA DUCETTA SI OPPOSE A LICIA RONZULLI...

DAGOREPORT

 

Nino Battaglia e Silvio Berlusconi

È stato, per molti anni, l’ombra di Silvio Berlusconi. Antonio Battaglia, detto Nino, è un ex carabiniere in aspettativa, che dal 1990 ha ricoperto il ruolo di caposcorta dell'ex Satrapo di Arcore. Passato a miglior vita il Caimano, l'aitante Battaglia, grazie al giro milanese, ha dedicato la sua vigilanza alla "vedova" Marta Fascina.

 

Era guardata a vista da Battaglia, quando la tenutrice della mano del Cavaliere fece la sua prima apparizione pubblica al trofeo Silvio Berlusconi disputato allo stadio tra Monza e Milan. Da allora, Marta la Muta ha sempre trovato in Battaglia un sostegno alla sua vedovanza.

 

Nino Battaglia e Marta Fascina

Ma una volta che Marina & Piersilvio hanno tagliato i costi dell'entourage del Babbo defunto, dello stipendio di Battaglia oggi se ne fa carico Ignazio La Russa.

 

 

Il cambio di “protetto” non è casuale: ‘Gnazio è sempre stato il camerata più vicino a Silvio Berlusconi. Negli anni di Alleanza Nazionale, a fare da mediatore tra Fini e il Cav era sempre il futuro Presidente del Senato, che è stato anche tra i tre coordinatori nazionale del Popolo della Libertà quando AN e Forza Italia si fusero.

 

Nino Battaglia (primo a sinistra) e Silvio Berlusconi

Al momento del divorzio tra i post-missini e i Berluscones, avvenne la diaspora tra i tre colonnelli di Fini: Gasparri, Storace e La Russa. Quest'ultimo, in conflitto con Gasparri, scelse di seguire Giorgia Meloni e Guido Crosetto nella fondazione di Fratelli d’Italia.

 

IGNAZIO LA RUSSA SILVIO BERLUSCONI

L’ascesa della Ducetta a Palazzo Chigi riportò ‘Gnazio nel ruolo di mediatore con Berlusconi: a legislatura appena iniziata, fu La Russa a discutere con il Cavaliere quali ministri avrebbe avuto Forza Italia nel Governo Meloni.

 

Quando Berlusconi propose Licia Ronzulli ministro della Sanità, il povero ex ministro della Difesa si ritrovò tra due fuochi e incassò il no della regina di Colle Oppio.

 

ignazio la russa giorgia meloni. 25 aprile 2024 altare della patria

E quando riferì il niet della futura premier su Kiss Me Licia, sostenendo di non riuscire a esercitare su di lei alcuna influenza, il Caimano minacciò, nell'aula del Senato, di vendicarsi non votando La Russa a presidente del Senato. Cosa che invece poi avvenne, grazie all’intervento di Daniela Santanchè: Berlusconi espresse la sua preferenza, mentre il suo partito si astenne.

Nino Battaglia e Silvio BerlusconiNino Battaglia e Silvio BerlusconiNino Battaglia e Silvio Berlusconi

 

 

 

 

 

 

BERLUSCONI LA RUSSA

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA