
CON IL DDL SICUREZZA IN ITALIA LA CANNABIS LIGHT DIVENTA DROGA PER LEGGE ANCHE SE PER L’EUROPA E LA SCIENZA NON E’ UNA SOSTANZA STUPEFACENTE (AVENDO UNA PERCENTUALE AL DI SOTTO DELLO 0,2 PER CENTO DI THC) – TRIONFA LA LINEA DI SALVINI, PROTESTE DI NEGOZIANTI E DISTRIBUTORI. AL DIVIETO DI COMMERCIO E PRODUZIONE DI TUTTI I PRODOTTI CONTENENTI SOSTANZE DERIVATE DALLA CANAPA RESTA UNA UNICA DEROGA…
Nadia Ferrigo per lastampa.it - Estratti
Approvato il ddl sicurezza, la cannabis light è diventata una droga. Vietato commercio, lavorazione, esportazione di foglie, infiorescenze e resine e anche di tutti i prodotti contenenti sostanze derivate dalla canapa. Bandita, cancellata, pure se non è sostanza stupefacente, cioè ha una percentuale al di sotto dello 0,2 per cento di Thc. A nulla sono serviti i numerosi tentativi delle associazione di categoria di aprire un tavolo con il governo per salvaguardare il settore, né la petizione presentata all’Unione Europea con il sostegno del Partito Popolare.
«Parliamo di 11 mila aziende agricole associate anche a Confagricoltura, Coldiretti, Cia e Copagri. Aziende spesso guidate da under 40 e under 30, che in questi anni hanno investito soldi e creato decine di migliaia di posti di lavoro, che pagano le tasse e contribuiscono al Pil – aveva denunciato lo scorso febbraio Flavio Tosi, europarlamentare di Forza Italia -. Non stiamo parlando di sostanze stupefacenti o di spacciatori, ma di una filiera seria che lavora una materia prima secondo rigorosi canoni scientifici e nel pieno rispetto della legislazione europea, e che crea indotto economico, finanziario e fiscale».
Nonostante le proteste bipartisan e la sentenza della Corte europea dello scorso ottobre - nella causa C-793/22 si è stabilito che gli Stati membri non possono introdurre alcuna norma che vieta la coltivazione e la vendita delle infiorescenze e delle altre parti della pianta di canapa ad uso industriale –il governo sui fiori di canapa Meloni tira dritto. Anche senza il principio attivo stupefacente, la canapa si fuma come la marijuana e questo basta per trattarli come se fossero droga, anche se per la scienza e il resto del mondo non lo sono.
Trionfa dunque la linea della Lega di Matteo Salvini, che non è mai stato così vicino a realizzare la promessa fatta nel 2018, quando la cannabis light divenne il fenomeno economico, sociale e mediatico che conosciamo: «Li chiuderemo tutti». Al divieto di commercio e produzione della cannabis light resta un’unica deroga, oltre agli usi consentiti come alimentare, edile e cosmetico: la lavorazione per la produzione di semi. Secondo l’analisi economica commissionata a Mpg Consulting da Canapa Sativa Italia l’impatto complessivo della norma sull'economia nazionale «ammonta ad almeno 1,94 miliardi di euro, con la generazione di un minimo di 22.379 posti di lavoro e un gettito fiscale di almeno 364 milioni di euro».
Presentato lo scorso 2 aprile nella sala stampa della Camera dei Deputati, il rapporto “Cannabis Light Policy. Stima dell'impatto economico e proposte di regolamentazione per il mercato della canapa ad uso inalatorio” evidenzia anche «nello scenario peggiore, invece, la criminalità organizzata potrebbe sfruttare la situazione per estendere le proprie attività, vedendo nel contrabbando delle infiorescenze di canapa una nuova e redditizia opportunità».
Ora che si fa? Meglio chiudere, resistere e ricorrere in tribunale o portare esperienza e fiori da qualche altra parte? «Se il decreto fosse approvato la nostra attività verrà chiusa. Allo stato attuale delle cose, garantiamo le spedizioni fino lunedì. Siamo nelle mani delle decisioni del Presidente della Repubblica» ha scritto nel week-end a tutti i suoi clienti GreenLadyBug, storica realtà udinese per la vendita e la ricerca di fiori di canapa. «Il 90 per cento di quanto produciamo in Italia, lo esportiamo all'estero. Abbiamo il clima ideale per coltivare.
riccardo magi con la cannabis light alla camera.
Non capiamo il senso di questa scelta del Governo. È fuorviante, è come dichiarare guerra all'alcolismo mettendo fuori legge la birra analcolica» commenta Alessandro Margiotta di Salento Canapa, attiva dal 2017 nel Leccese. «Questa mattina lascio a casa dodici persone, non è una situazione facile. Abbiamo provato a capire l'umore tra gli altri negozianti, è bassissimo – commenta Leonardo Fiorentino della Cannabidiol Distribution, sede a Torino e distribuzione in più di 12mila tabaccherie in tutta Italia -. Ci si divide chi vuole continuare con la disobbedienza civile, chi chiuderà perché non può sostenere battaglie in tribunale. I posti di lavoro persi non saranno solo quelli dei distributori, ma anche delle aziende agricole».
boom di vendite cannabis light a milano
MATTEO salvini - GIORGIA meloni
cannabis light
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la bustina di cannabis light portata da riccardo magi in parlamento