douglas emhoff kamala harris tony west

ANNAMO BENE: DOUGLAS EMHOFF, MARITO DI KAMALA E POTENZIALE FIRST GENTLEMAN, NELLA SUA PRIMA USCITA PUBBLICA PARLA DI BISCOTTI (NEANCHE FOSSE BARBARA BUSH) - AVVOCATO EBREO AMERICANO 59ENNE, PADRE DI DUE FIGLI VENTENNI (CON KAMALA NON NE HANNO, SONO SPOSATI DA 10 ANNI), SI È DETTO ORGOGLIOSO DI POTER AIUTARE LA SUA PARTNER A CORRERE PER LA PRESIDENZA E L’HA BACIATA SULLE LABBRA – NELL’INNER CIRCLE DI KAMALA ANCHE IL COGNATO-AVVOCATO TONY WEST, IL LOLLO D’AMERICA, OGGI A CAPO DELL’UFFICIO LEGALE DI UBER…

V. Ma. per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

kamala harris Doug Emhoff

Una first lady americana tradizionalmente deve parlare di biscotti. Così giustamente nella sua prima apparizione da aspirante First Gentleman (sarebbe il primo nella Storia americana), Doug Emhoff ha parlato di biscotti. Non quelli che fa lui, ma quelli che gli hanno offerto Joe e Jill Biden quando l’hanno invitato a casa dopo aver scelto sua moglie Kamala Harris come vice 4 anni fa.

 

(...)

 

L’avvocato ebreo americano 59enne, padre di due figli ventenni (con Kamala, che è sua coetanea, non ne hanno, sono sposati da 10 anni), si è detto orgoglioso di poter aiutare la sua partner a correre per la presidenza e l’ha baciata sulle labbra.

 

kamala harris Doug Emhoff 1

Poi sui social, vestito con il suo solito completo grigio, ha postato un cartello che diceva: «È tempo di fare la Storia». In queste ore c’è chi ripensa a come finì con Hillary Clinton, che sperava di essere la prima donna presidente degli Stati Uniti. Comunque vada, Emhoff è una figura molto diversa da Bill Clinton, dalle relazioni extraconiugali al ruolo politico. Per seguirla a Washington ha lasciato la pratica legale ed è diventato professore a Georgetown. Si è occupato di antisemitismo e su questo ha criticato Trump.

 

ELON MUSK NON ABITA PIÙ QUI: LA CALIFORNIA DI KAMALA HARRIS E I SUOI NEMICI

Michele Masneri per “il Foglio” - Estratti

 

(...)

 

kamala harris Doug Emhoff 55

C’è tutto in Kamala Harris della Bay Area californiana: la nascita cosmopolita coi genitori cervelloni (Shyamala Gopalan, studentessa di endocrinologia indiana, avrebbe dovuto tornare in patria per sposarsi in un matrimonio combinato, ma a Berkeley nel movimento studentesco incontrò Donald Harris, giovane economista dalla Giamaica). C’è il suo essere nera ma non afroamericana (la comunità asiatica è molto più numerosa di quella nera a San Francisco).

 

 C’è la passione per i diritti civili; e anche il mistone pubblico-privato, che è il segreto della Bay Area con la sua commistione tra startup e università. Mistone ben rappresentato dal cognato Tony West, avvocato nero marito della sorella (e figura guida) Maya.

 

kamala harris tony west

West è il Lollobrigida d’America. E’ stato prima numero tre del Dipartimento della Giustizia, voluto da Obama, e adesso è capo dell’ufficio legale di Uber (per la serie c’è un po’ di Calabria in Silicon Valley: West qualche mese fa a Roma ha incontrato il ministro dello Sviluppo economico Adolfo Urso e anche il presidente della regione Calabria Roberto Occhiuto, che per primo ha aperto all’operatore dei trasporti californiano, e l’ha invitato a visitare la sua bella terra.  Chissà se il First Cognato d’America ce la farà contro i tassisti italiani).

 

Altre vecchie conoscenze degli Harris sono Sheryl Sandberg, capa operativa di Facebook, e poi Marc Benioff, proprietario del colosso informatico Salesforce (che ha costruito il più alto grattacielo di San Francisco e rilevato o per meglio dire salvato il magazine “Time”).

 

jill e joe biden con kamala harris e douglash emhoff

E ancora Lauren Powell Jobs, vedova del fondatore della Apple (e salvatrice di “The Atlantic"; salvare i giornali è un altro hobby dei ricchi progressisti sanfranciscani).  Con i ricchi tecnologici il mondo harrisiano incrocia “l’altra” Bay Area  dei nuovi potenti arrabbiati, i Peter Thiel, gli Elon Musk che oggi stanno compattamente dalla parte di Trump. O anche come J.D. Vance, il vicepresidente che Trump vorrebbe alla Casa Bianca. Sono tutti siliconvallici pentiti, nel senso che sono arrivati, hanno fatto fortuna, ma poi qualcosa li ha innervositi. La Bay Area li ha visti prima sbocciare, poi sbroccare.

 

tony west

San Francisco scatena del resto i fantasmi più oscuri nei repubblicani, forse perché a differenza degli americani basici lì sono tutti belli, sportivi e fricchettoni. Un’antica legge comunale permette di girare nudi per la strada (e non è una formalità: la settimana scorsa due signori completamente biotti hanno sventato una rapina, ottenendo articoli di giornale e elogi pubblici).  Fiere come la Folsom Fair sono gioiose sagre del sesso in pieno giorno  (in confronto i nostri Pride sono processioni di paese).

 

Nel 2019, quando il presidente Mattarella andò in visita di Stato a San Francisco, il Governatore Newsom lo ricevette non in un palazzo pubblico ma in una foresta di sequoie, in smanicato (mandando nel panico il cerimoniale del Quirinale). Da questa California post hippy sono cresciute due culture: una che abbraccia questo retaggio, e si identifica nel Partito democratico, e ha coniugato il “famolo strano” con gli algoritmi e il kale, l’onnipresente cavolo nero; l’altra che rifiuta tutto in blocco e agogna ordine e disciplina.

 

(...)

 

 

kamala harris e doug emhoff comprano padelle francesi 2kamala harris e doug emhoff

 

Ultimi Dagoreport

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…