LA FRANCIA È NEL CAOS! IL PREMIER ATTAL SI DIMETTE, LA SINISTRA SI SPACCA SUL NOME DA PROPORRE COME CAPO DEL GOVERNO - SOCIALISTI E MÉLENCHON RESTANO DIVISI: IL TRIBUNO FILO-PUTIN ACCUSA OLIVIER FAURE, SEGRETARIO SOCIALISTA, DI VOLER FARE LUI IL PREMIER AD OGNI COSTO. MACRON ATTENDE PER LANCIARE LE GRANDI INTESE (SENZA LE ALI ESTREME) - ATTAL (CHE HA RIMESSO IL MANDATO AL TOY BOY DELL’ELISEO) RESTA IN CARICA PER GLI AFFARI CORRENTI FORSE FINO AL POST OLIMPIADI…
Francesca Pierantozzi per il Messaggero - Estratti
Senza maggioranza, senza premier, ancora senza un presidente dei deputati e da oggi anche senza governo: la Francia fa un ulteriore passo nel vuoto, da oggi il governo di Gabriel Attal è in carica soltanto per gli affari correnti.
L'Eliseo, dopo un ultimo consiglio dei ministri con toni piuttosto dimessi, ha fatto sapere che tale periodo di «gestione» potrebbe per motivi di «continuità» protrarsi «alcune settimane», ormai tutti sono convinti che se ne riparlerà dopo le Olimpiadi di Parigi 2024, che si aprono il 26 luglio e si chiudono l'11 agosto.
Tutto era prevedibile, ma resta il grande interrogativo: cosa sarà della Francia, dei suoi deficit pubblici, del bilancio di un paese chiamato a trovare 25 miliardi di risparmi entro fine anno e di ministeri - con maggioranza e governo ancora in altissimo mare - che dovranno operare tagli immediati di 5 miliardi, come non manca mai di ricordare il ministro uscente, Bruno Le Maire.
Attaccato dalle opposizioni per non aver accettato già la settimana scorsa le dimissioni di Gabriel Attal, invitandolo a restare in carica ancora «per qualche tempo», Macron pensa a un inizio di dialogo fra il blocco di centro-destra Républicains e il Nuovo Fronte Popolare, la coalizione di sinistra che si è aggiudicata a sorpresa le elezioni legislative, senza però riuscire ad andare oltre la maggioranza relativa.
jean luc melenchon dopo il voto per le elezioni legislative
I numeri sono tali da far sì che ognuno dei due blocchi - tenendo fuori il Rassemblement National - riuscirebbe facilmente a bloccare la parte avversa qualora pensasse di costituire un governo di un solo colore. Dall'altra parte, però, la speranza di una coalizione "repubblicana", con tutte le forze dell'arco costituzionale senza le estreme, è ancora inimmaginabile.
La gauche, che dopo aver brevemente festeggiato è tornata ai suoi antichi vizi e ha cominciato a litigare, vive una situazione con due partiti che appaiono inconciliabili fra loro: a sinistra La France Insoumise, al centro il Partito socialista.
olivier faure francois hollande
Vivono ormai il Fronte Popolare da separati in casa, si parlano attraverso interviste al veleno che bocciano, via microfono o carta stampata, qualsiasi iniziativa lanciata o sponsorizzata dalla parte avversa. A nulla valgono gli sforzi di mediazione degli altri due partiti della coalizione, gli ecologisti e i comunisti.
Questi ultimi sembravano aver tirato fuori dal cilindro una carta a sorpresa lo scorso fine settimana, lanciando in pista la sconosciuta Huguette Bello, presidente di regione dell'Ile-de-La Réunion.
L'iniziativa è rimasta in vita fin quando non è stata accettata dal mélenchoniani. Immediatamente, il Partito socialista l'ha bloccata, facendo reagire duramente Jean-Luc Mélenchon e il suo braccio destro, Manuel Bompard: «Il PS - hanno tuonato - fa un'opposizione totale a ogni proposta diversa da quelle che escono dal proprio partito».
Olivier Faure, segretario socialista accusato nello specifico di voler essere egli stesso candidato premier ad ogni costo, ha ribattuto che i socialisti ritengono di avere il diritto di scegliere in quanto «partito della sinistra ad aver preso più voti alle Europee». Ultimo scambio di cortesie, la proposta - stavolta socialista - di candidare unitariamente al posto di capo del governo l'economista e climatologa - autrice degli "Accordi di Parigi" sul clima - Laurence Tubiana. «Non è una cosa seria», ha tagliato corto Bompard, senza curarsi del fatto che a candidare la Tubiana fossero gli altri 3 partiti della coalizione. Per LFI, ha la colpa di essere «Macron compatibile», così l'odiato inquilino dell'Eliseo, uscito dalla porta «rientrerebbe dalla finestra».
In questo clima, non sembra troppo violenta l'opposizione a un governo di "affari correnti" che in pieno agosto lasci il tempo a tutti di giungere a più miti consigli.