pietro labriola tim

LA FUSIONE ILIAD-VODAFONE POTREBBE ESSERE UNA BUONA NOTIZIA PER TIM – UN EVENTUALE CONSOLIDAMENTO PORTEREBBE A UNA RIVALUTAZIONE DELLA PARTE RELATIVA AI SERVIZI DELL’EX MONOPOLISTA (QUELLA PIÙ DEBOLE NELLA FUTURA SCISSIONE), NEUTRALIZZANDO L’OPA DA 50 CENTESIMI AD AZIONE DI KKR, E AGEVOLANDO CDP NELLO SCAMBIO CON VIVENDI PER LA RETE – INTANTO IL NEO AD LABRIOLA, CON UN VIDEO AI DIPENDENTI, LA BUTTA SUL SENTIMENTALE E RACCONTA LA SUA STORIA FAMILIARE: “MIA MADRE HA LAVORATO PER ANNI COME OPERATRICE DEL CALL CENTER. PER ME È UN ONORE RICOPRIRE QUESTO INCARICO”

Francesco Spini per "La Stampa"

 

iliad vodafone 1

Meno pressione nella concorrenza e una possibile tregua nella guerra dei prezzi. Un'eventuale fusione tra le attività italiane di Vodafone e Iliad - se i primi contatti dovessero condurre a qualcosa di concreto - potrebbe portare vantaggi anche al loro avversario numero uno: Tim.

 

PIETRO LABRIOLA

Gli effetti del consolidamento finirebbero per rivalutare fin da subito la parte considerata di gran lunga più debole nella futura scissione dell'ex monopolista, ovvero quella relativa ai servizi. Uno scenario più favorevole, grazie alla fusione dei concorrenti, ne alzerebbe le valutazioni prospettiche.

dario scannapieco

 

Questo - secondo alcune interpretazioni - potrebbe, tanto per cominciare, mettere fuori gioco i 50,5 centesimi che il fondo americano Kkr ha comunicato di voler offrire - nella sua eventuale Opa - per ciascuna azione Tim, frutto di calcoli che valorizzano la parte servizi secondo il vecchio scenario competitivo.

 

iliad vodafone

Nel caso per restare in partita il fondo potrebbe essere costretto a un rilancio. In più una rivalutazione della parte servizi grazie a prospettive migliori del previsto potrebbe agevolare Cdp quando si tratterà di scambiare con Vivendi le azioni che avrà nella ServiceCo con quelle della società di rete (NetCo), ovvero la parte che interessa al braccio finanziario del Tesoro.

vincent bollore

 

Quella che poi porterà a fondere con Open Fiber, di cui Cdp ha già il 60% del capitale, creando così la rete unica. Insomma, le indiscrezioni circolate nel fine settimana sulla combinazione italiana tra Vodafone e Iliad rischiano - se si confermeranno in passi concreti - di condizionare tutto lo scacchiere delle telecomunicazioni, a cominciare da Tim.

 

Intanto l'amministratore delegato Pietro Labriola, fresco di nomina, attraverso un video punta a motivare i dipendenti del gruppo. Si dice «emozionato» perché «è un onore, e al tempo stesso un orgoglio, poter ricoprire quest' incarico per una persona che, come voi, lavora in quest' azienda da 22 anni».

 

PIETRO LABRIOLA

Punta al cuore dei colleghi raccontando la sua storia familiare. «Mia madre - dice - ha lavorato per anni come operatrice del call center in Tim, al servizio 12 come al servizio 10». Afferma quindi «da figlio» di sapere «cosa vuol dire avere la mamma che lavora» su turni e pure «a Natale, a Capodanno».

 

henry kravis

Quanto a Tim «la situazione non è certamente semplice», ammette, ma «insieme possiamo risolvere qualunque problema, qualsiasi complessità ha sempre delle soluzioni». Nel video Labriola accenna anche alla nuova strategia in via di preparazione. «Nelle prossime settimane continueremo lo sviluppo del piano industriale», che, conferma, sarà presentato «per il due di marzo».

 

Pietro Labriola DI TIM

Secondo il manager sarà «il piano della New Tim». La nuova Telecom, insomma. Cosa fare lo hanno suggerito anche molti colleghi di Labriola: «Trasparenza delle tariffe, miglioramento della qualità del servizio, offerta segmentata per i giovani. Ma parliamo anche di sviluppo di nuovi servizi». Nessuna parola sulla scissione proporzionale del gruppo, che si preannuncia come il punto forte della prossima svolta di Tim.

vodafone iliadPIETRO LABRIOLA 2PIETRO LABRIOLA henry kravis 1kkr pietro labriola luigi gubitosi vodafone

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…