IL GOVERNO STACCA LA SPINA ALLE INTERCETTAZIONI – IL SENATO HA APPROVATO IL DISEGNO DI LEGGE CHE FISSA IL TETTO MASSIMO DI 45 GIORNI PER LE CAPTAZIONI, CON IL VOTO FAVOREVOLE DI MATTEO RENZI - LA STRETTA POTREBBE AVERE RIPERCUSSIONI SU MIGLIAIA DI INCHIESTE, E L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MAGISTRATI INSORGE: “C’È IL RISCHIO CONCRETO DI RIDURRE LA TUTELA DEI DIRITTI DELLA PERSONA. È UNO STRUMENTO FONDAMENTALE NELLA LOTTA AL CRIMINE…”
Estratto dell’articolo di Grazia Longo per “La Stampa”
Semaforo verde al Senato per il disegno di legge che fissa il tetto massimo di 45 giorni alle intercettazioni. Se venisse […] approvato anche alla Camera, ci troveremo di fronte a una vera rivoluzione, considerato il fatto che finora il codice di procedura penale non prevedeva un limite cronologico alle intercettazioni. In futuro l'orecchio investigativo non potrà soffermarsi sui sospettati di un omicidio o di una corruzione per più di 45 giorni. Una follia per l'opposizione.
E non a caso insorge anche l'Associazione nazionale magistrati. La vice presidente Alessandra Maddalena stigmatizza: «La stretta sulle intercettazioni determina un rischio concreto di ridurre la tutela dei diritti della persona. Parliamo di uno strumento fondamentale nella lotta al crimine che va salvaguardato e non limitato».
Alessandra Maddalena - Unicost
Il provvedimento porta il nome del primo firmatario, Pierantonio Zanettin, senatore di Forza Italia, partito che da inizio legislatura ha caldeggiato il disegno di legge che ieri è stato approvato con 83 sì, contro 49 no e 1 astenuto. Da segnalare che Italia Viva si è schierata con la maggioranza di governo.
Secondo il suo leader Matteo Renzi, infatti, «chi chiede limiti sulla durata delle intercettazioni non sta facendo un regalo alla criminalità ma sta difendendo la Costituzione. Non è la resa dello Stato rispetto alla criminalità. Se passa questo concetto, passa l'idea che chi intercetta ha sempre ragione e gli intercettati sono cittadini potenzialmente criminali e non cittadini sottoposti a tutela costituzionale».
Esistono delle eccezioni al limite dei 45 giorni che possono essere superati quando si tratta di reati di mafia e terrorismo e quando emergono «elementi specifici e concreti» che dovranno comunque «essere oggetto di espressa motivazione».
Proprio grazie a queste precisazioni il testo originale è stato approvato in Commissione lo scorso aprile. Ma «senza che ci sia stata un'adeguata istruttoria», come denuncia in Aula il senatore M5S Roberto Scarpinato.
Ad accelerarne l'arrivo in Aula è il capogruppo Fi al Senato, Maurizio Gasparri, che, nell'ultima Conferenza dei Capigruppo, chiede e ottiene che il ddl arrivi in Assemblea «il più presto possibile». Tutti gli emendamenti delle opposizioni vengono respinti. I senatori del M5S […] protestano e ribadiscono come siano a rischio anche le indagini sulle violenze alle donne, a cominciare dal reato di stalking («che dura molto più di 45 giorni»).
E anche i Dem contestano il provvedimento parlando, come fa il capogruppo in Commissione Giustizia, Alfredo Bazoli, di «termini draconiani». «Va bene il tetto alle intercettazioni – dice Bazoli – ma il limite di 45 giorni è troppo stretto perché così sono a rischio anche le indagini per omicidio».
Il «numero di 45 giorni – incalza Bazoli – è stato scelto a caso senza alcuna verifica né istruttoria. È una tagliola clamorosa che mette a rischio i reati di strage, corruzione, bancarotta fraudolenta e violenza sessuale». Solo per citarne alcuni. «Possibile che non ci si renda conto dei rischi? È un testo scritto male, superficiale. Fermatevi!», è l'appello di Bazoli. Ma la maggioranza va avanti. Forte anche del sostegno di IV che con Matteo Renzi e Ivan Scalfarotto ricorda come anche la Cassazione abbia chiesto un tetto alle intercettazioni.
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