1- GRANDI BANDIERE DELLO STATO DI ISRAELE SVENTOLANO A VILLA MIANI. GRANDE FESTA PER IL 64ESIMO ANNIVERSARIO DELL’INDIPENDENZA. L’AMBASCIATORE GILON È IN GRANDE FORMA E NONOSTANTE SIA QUI DA POCHISSIMO TEMPO HA GIÀ IMPARATO BENE L’ITALIANO 2- RIGOR MONTIS, CON QUELLA BOCCA CHE SEMBRA UNA FESSURA DEL BANCOMAT, HA CONFERMATO UN “LEGAME INDISSOLUBILE” CON LO STATO PIU’ DETESTATO DAL MONDO ARABO 3- A DESTRA DI SUPERMARIO, BRILLAVA UN FINI GRIGLIATISSIMO DAL SOLE COME UN GAMBERONE LASCIATO SULLA GRATICOLA (E NON SIAMO ANCORA IN ESTATE!). SHALOM

Foto di Mario Pizzi da Zagarolo

ALTA SOCIETÀ...
Carlo Rossella per "il Foglio" - Grandi bandiere dello stato di Israele sventolano a villa Miani. Grande festa per il sessantaquattresimo anniversario dell'indipendenza. L'ambasciatore Gilon è in grande forma e nonostante sia qui da pochissimo tempo ha già imparato bene l'italiano. Shalom.

MONTI A FESTA 64 ANNI ISRAELE, UN LEGAME INDISSOLUBILE
(ANSA) - Un legame saldo e "indissolubile" tra Israele e l'Italia, per il primo ministro Mario Monti, un'amicizia "speciale, perché apolitica e bipartisan", per l'ambasciatore di Israele in Italia, Naor Gilon. E' stato questo il leit motiv della cerimonia per il 64/mo anniversario della Fondazione dello Stato ebraico a villa Miani a Roma, prima festa offerta dal diplomatico israeliano e dalla consorte Orly, arrivati a Roma da pochi mesi.

Tra gli ospiti il premier Monti, i presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, diversi ministri (la Guardasigilli Paola Severino e il titolare per la Cooperazione e l'Integrazione Andrea Riccardi), vari ambasciatori oltre che l'intero gotha della comunità ebraica capitolina.

Israele è un "grande Paese", sono state le prime parole di Monti salendo sul palco riservato alle autorità, non prima di sbarazzarsi del suo cellulare che stava provocando una fastidiosa interferenza con il microfono. Il suo pensiero non poteva non andare al recente viaggio compiuto in Israele che ha rafforzato "il senso di ammirazione e stima" per il popolo ebraico.

Il Professore ha poi voluto voluto ripercorrere la storia dei rapporti tra i due Paesi ricordando le vicende di un gruppo di contadini di San Nicandro Garganico che nel 1945 lasciarono la Puglia per andare in Palestina. E proprio a loro - ha spiegato il premier - si riconduce la frase: "quando si è sicuri di far fiorire il deserto si può avere fiducia nel futuro". Poi ha citato un altro italiano emigrato anch'esso in Palestina, che prese il nome di Yoel De Malach (Giulio De Angelis) che inventò nel suo kibbutz Revivim, una particolare tecnica di irrigazione, che Israele esportò in tutto il mondo.

Guardando al futuro l'ambasciatore Gilon ha sottolineato che l'obiettivo che il suo Paese non ha ancora raggiunto è la "pace". Proprio per questo il diplomatico ha apprezzato il contributo dell'Unifil, guidato per la seconda volta dall'Italia che in Libano contribuisce alla stabilità della regione. Il diplomatico ha poi voluto sottolineare l'apporto dell'Italia, come Paese capofila in Europa per esercitare pressione economica sull'Iran per farlo desistere dal suo programma nucleare. L'Italia - ha proseguito - dimostra un "grande senso di responsabilità internazionale nonostante il prezzo economico che è costretta a a pagare".

 

 

TAGLIO DELLA TORTA UMBERTO VATTANI E SIGNORA SHULAMITH ORVIETO E MARISA PINTO OLORI DEL POGGIO SCHIFANI FINI MONTI ROSELLA SENSI GIULIO TREMONTI CON DAVID THORNE

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