
NATURAL BORN...FILLER - IN INGHILTERRA, IL CHIRURGO PLASTICO JONATHAN PETER BROOKS È STATO RICONOSCIUTO COLPEVOLE DEL TENTATO OMICIDIO DEL COLLEGA, GRAEME PERKS: LO HA ACCOLTELLATO RIPETUTAMENTE E POI HA CERCATO DI DARE FUOCO ALLA SUA ABITAZIONE - IL MOTIVO? VOLEVA ELIMINARLO PERCHE' ERA UN TESTIMONE "SCOMODO" (DOVEVA DEPORRE CONTRO BROOKS IN UN PROCEDIMENTO DISCIPLINARE MEDICO) - PERKS SI È SALVATA GRAZIE A…
(ANSA) - E' stato riconosciuto colpevole di tentato omicidio, tentato incendio doloso e possesso di armi improprie il noto chirurgo plastico britannico Jonathan Peter Brooks, arrestato nei mesi scorsi - nel clamore dell'opinione pubblica - con l'accusa d'aver cercato di uccidere il collega Graeme Perks per eliminare un testimone scomodo: chiamato a suo tempo a deporre contro di lui in un procedimento disciplinare medico.
Brooks è stato inchiodato dal verdetto di una giuria popolare dopo 12 ore di camera di consiglio, a conclusione di un processo di forte impatto mediatico svoltosi dinanzi alla corte di Loughborough, in Inghilterra centrale. La pena sarà determinata nella sentenza del giudice togato Edward Pepperall il 3 giugno.
L'aggressione avvenne il 14 gennaio 2021, mentre l'arresto del chirurgo è scattato solo nei mesi scorsi: dopo che le indagini di polizia avevano identificato nel dottor Brooks lui l'uomo che oltre quattro fa penetrò di notte in casa del dottor Perks, con il volto mascherato, e lo accoltellò ripetutamente, cercando poi di dar fuoco all'abitazione - ad Halam, nel Nottinghamshire - servendosi d'una tanica di benzina. La vittima scampò alla morte solo grazie alla riuscita di un complesso intervento chirurgico d'urgenza.
Secondo gli inquirenti, il crimine fu frutto del sentimento di "odio" verso il collega e della volontà di "eliminare un testimone" d'accusa in un presunto caso di malasanità. Brooks, che si proclama innocente e ha licenziato i suoi avvocati durante il processo sostenendo di non essere stato difeso adeguatamente, non ha assistito alla lettura del verdetto poiché debilitato da uno sciopero della fame che conduce in stato di detenzione.