L’ABBRACCIO TRA RENZI E SCHLEIN DURANTE LA "PARTITA DEL CUORE" È UN SEGNALE DEL RI-AVVICINAMENTO DI MATTEONZO AL PD DOPO L’APERTURA AL REFERENDUM CONTRO L’AUTONOMIA – RENZI VUOLE FAR PESARE LA SUA SVOLTA: “ELLY, PER PRIMA, SA CHE SENZA QUESTO CENTRO LA SINISTRA NON VINCE” - IL PIZZINO DI CONTE, CHE CON L'EX PREMIER HA UNA LUNGA STORIA DI LIVORI: “IO A RENZI PASSO LA PALLA, BISOGNA VEDERE SE LUI LA RESTITUISCE”. TRADOTTO: NO A PERSONALISMI NEL CAMPO LARGO...
Federico Sorrentino per “il Messaggero” - Estratti
Elly Schlein, Matteo Renzi e Giuseppe Conte insieme, in parlamento come in campo.
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Il day after dell'evento benefico che ha coinvolto martedì sera i politici è tutto un programma, alimentato da una foto pubblicata in mattinata da Renzi sui propri social. «Bello giocare con altri parlamentari insieme alla Nazionale Cantanti per la partita del cuore. Una serata nel nome della solidarietà», scrive il leader di Italia Viva allegando una serie di foto della serata, in primis una che lo immortala abbracciato alla segretaria Pd.
Tra i parlamentari inizia il caos. Nelle chat interne più di uno mette in dubbio la veridicità dello scatto, c'è chi grida al fake, chi a qualche scherzo prodotto dall'intelligenza artificiale. Ma la foto è vera e ritrae i due abbracciati per davvero dopo un assist di Renzi che ha mandato in rete la segretaria, ex calciatrice.
(...) Qualcuno infatti si domanda: «Perché pubblicare proprio quella foto, tra le tante della serata?». Pare il seguito naturale degli ultimi eventi che hanno riavvicinato l'ex premier al centrosinistra.
Mancato l'obiettivo del 4 per cento alle europee e rimasto fuori dall'europarlamento, la priorità di Renzi infatti ora è riposizionarsi. Aveva puntato molto su Strasburgo ma ne è uscito a pezzi e da allora gli ammiccamenti alla Schlein, perno del possibile campo largo, non sono mancati. Vorrebbe un centro che guardi a sinistra ma è il primo a sapere che ora non può dettare le regole, che Italia Viva «deve decidere cosa fare da grande» e che la sua creatura «è ad un bivio».
Da qui l'apertura ai dem sull'autonomia, col campo larghissimo - dal Pd fino a IV, passando per Cgil e Anpi - che a inizio luglio si è ricompattato per la presentazione in Cassazione dei quesiti per il referendum.
La segretaria dem dal canto suo non mette veti e non intende subirne. È serena, in quanto leader del primo partito di opposizione sa di guidare l'ipotetica coalizione ed è suo interesse provare ad allargarla oltre le reciproche divisioni. Si fa quindi spazio il mantra che vede il campo largo come unica alternativa possibile per contrastare un centrodestra cannibale, destinato a fare la voce grossa da qui ai prossimi anni.
Pure Renzi nei giorni scorsi glielo ha ricordato: «Elly, per prima, sa che senza questo centro la sinistra non vince». Dentro quindi tutti gli antimeloniani, compreso Calenda.
Chi pare rassegnato all'ipotesi è Conte, tra i migliori all'Aquila, numero dieci sulle spalle.
Sul campo verde ha condiviso la regia della squadra con Renzi, suo nemico giurato: «Io gli passo la palla, bisogna vedere se lui la restituisce». Tradotto: personalismi nel campo largo non saranno tollerati.