pietro labriola tim

LABRIOLA HA CONVINTO IL CDA, MA NON I MERCATI: SECONDA GIORNATACCIA CONSECUTIVA PER IL TITOLO DI TIM A PIAZZA AFFARI, IN CALO ANCHE OGGI A 0,41 EURO – IERI IL DG (E FUTURO AD) HA PRESENTATO IL NUOVO PIANO INDUSTRIALE DELLA SOCIETÀ CHE PREVEDE LO SCORPORO TRA RETE (NETCO) E SERVIZI (SERVICECO). NELLA PRIMA DOVREBBERO CONFLUIRE SPARKLE E TELSY, E LA MAGGIOR PARTE DEI DIPENDENTI - L'OFFERTA DI KKR SEMBRA PIÙ LONTANA

1 - TIM: IN BORSA PEGGIORA A CEDE IL 4,5%

PIETRO LABRIOLA

(ANSA) – Tim peggiora in Borsa e cede il 4,5% a 0,404 euro, dopo un avvio già in terreno negativo. Nei giorni scorsi il titolo ha segnato delle performance negative dopo i report degli analisti di Exane e Barclays. Ieri si è svolta una riunione durante la quale il Dg Labriola ha presentato le linee guida del nuovo piano industriale

 

 

2 - BORSA: MILANO PROSEGUE PIATTA, MALE TIM -2,7%

kkr

(ANSA) - La Borsa di Milano (-0,07%) accelera e tenta di allinearsi agli altri listini europei. A Piazza Affari corrono Moncler (+3,8%) con i titoli legati al petrolio. Lo spread tra Btp e Bund scende a 133 punti base, con il rendimento del decennale italiano che si attesta all'1,33%.

 

Performance negativa per Tim (-2,7%), dopo la riunione durante la quale il Dg Labriola ha illustrato la cornice del nuovo piano industriale. Male anche le banche con Unicredit (-0,7%), Intesa (-0,5%) e Banco Bpm (-0,3%).

 

PIETRO LABRIOLA

Piatta Carige (+0,06%) a 0,77 euro, vicina al prezzo che sarà lanciata da Bper (+0,7%) per rilevare il 20% dopo l'acquisizione della quota dell'80% dal Fitd. In flessione Generali (-0,7%), dopo il consiglio d'amministrazione della vigilia. Male anche Mfe con le azioni di tipo A che cedono l'1,4% e quelle di tipo B -1,9%. Avanzano Saipem (+2,5%), Tenaris (+1,5%) e Eni (+0,9%), con l'aumento del prezzo del petrolio. In rialzo anche Leonardo (+1,8%), Iveco (+1,4%) e Ferrari (+1,4%).

 

henry kravis 1

3 - IL PIANO LABRIOLA CONVINCE IL CDA TIM L'OFFERTA DI KKR ADESSO È PIÙ LONTANA

Francesco Spini per "La Stampa"

 

Soffre in Borsa, dove il titolo scivola ancora del 3%, ma trova una prima importante schiarita sul piano. Giornata a due facce per Tim e per il suo nuovo numero uno Pietro Labriola. In una riunione non ufficiale del consiglio durata quattro ore e mezza il direttore generale, che venerdì sarà cooptato in cda come ad, ha illustrato la cornice e le caratteristiche essenziali del piano industriale che - oltre a un rilancio commerciale e più efficienza - avrà il suo snodo cruciale nella scissione proporzionale di Tim.

 

PIETRO LABRIOLA

Il gruppo sarà diviso tra la società dedicata alla rete (NetCo), dove confluirebbero anche Sparkle e Telsy, e una dedicata ai servizi (ServiceCo), di cui farebbero parte anche Tim Brasil, il business del cloud, Olivetti e TimVision.

 

L'obiettivo è creare valore per tutti gli azionisti. La società della rete sarà concepita nella logica di un'aggregazione con Open Fiber, finendo così sotto l'egida di Cdp, già socio in entrambi i soggetti. La società di servizi, invece, si candiderebbe a divenire un perno del futuro consolidamento del settore. Il disegno, insomma, si delinea.

henry kravis

 

La società di rete potrebbe sobbarcarsi il grosso dei dipendenti (nella ServiceCo andrebbero al massimo 12.500 dei 40 mila totali in Italia, secondo alcuni calcoli) e del debito, viste le metriche che danno a NetCo la possibilità, sulla carta, di sobbarcarsi un debito fino a 4-5 volte l'ebitda, che nel business wholesale di Tim è di circa 4 miliardi.

 

La relazione, condensata in 150 pagine, sarebbe stata accolta con favore dai consiglieri, e parole di apprezzamento sarebbero giunte anche dal rappresentante di Cdp, il presidente Giovanni Gorno Tempini.

 

Il consiglio - in vista del cda del 26 gennaio che approverà le linee guida, per dare disco verde globale il 2 marzo - appare favorevole al piano nato sotto l'impulso del primo azionista Vivendi e alternativo rispetto a quello del fondo Kkr.

 

luigi gubitosi

La cui manifestazione di interesse rischia di andare così alle classiche calende greche. Fonti di Tim rimarcano che scadenze, in merito, non ce ne sono. Fretta, neppure. Nessuno si stupirebbe se anche al cda del 26 gennaio la richiesta di due diligence del fondo americano andasse ancora inevasa. E se il fondo lanciasse nel mentre l'Opa a 50,5 centesimi? Sull'ipotesi c'è l'altolà del governo.

 

«Strano leggere che Kkr pensi ad un'Opa non amichevole senza approvazione del board di Tim, oltretutto in piena elezione del Presidente della Repubblica. Parliamo di un asset strategico» che «va preservato», ha detto la vice ministra dell'Economia, Laura Castelli. Meglio che Cdp, Vivendi e Kkr lavorino «per trovare una soluzione ordinata che tuteli gli interessi di tutti nell'interesse del Paese».

 

pietro labriola

La prospettiva dell'Opa che si allontana, la concorrenza nel fisso annunciata da Iliad, unite al taglio del prezzo obiettivo da parte di Barclays a 27 centesimi fanno soffrire il titolo che in corso di seduta scivola fino a un -5% per chiudere giù del 3,2% a 42,32 centesimi.

PIETRO LABRIOLA 2pietro labriola

 

Pietro Labriola DI TIM

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…