meloni la russa salvini

ANCHE SULLA LEGGE ELETTORALE E’ MELONI VS SALVINI! LA DUCETTA, DOPO GLI INPUT DI MATTARELLA, PENSA AL DOPPIO TURNO MA LA LEGA PUNTA I PIEDI (E ANCHE LA RUSSA E’ SCETTICO SUI BALLOTTAGGI) - INSIEME AL PREMIERATO, LA MAGGIORANZA PORTA AVANTI LA RIFORMA DEL SISTEMA DI VOTO: IL MODELLO È IL PROVINCELLUM, CON COLLEGI PROPORZIONALI E SOGLIA PER LA VITTORIA AL 40%...

Francesco Bechis per il Messaggero - Estratti

 

GIORGIA MELONI - IGNAZIO LA RUSSA - SERGIO MATTARELLA

Un cantiere, il premierato caro a Giorgia Meloni, procede spedito. Un altro sta per aprirsi. Il governo ha iniziato a lavorare alla riforma elettorale. Eppur si muove. Tra Palazzo Chigi e il Parlamento la legge sulle elezioni prende forma. Sul dossier, come delega governativa, c'è formalmente la ministra azzurra (per le Riforme, appunto) Maria Elisabetta Casellati.

 

Il pallino però è in mano a Fratelli d'Italia e a un gruppo di parlamentari a cui la premier ha chiesto di studiare un sistema che si sposi con la «madre di tutte le riforme», con l'aiuto del suo consigliere giuridico Francesco Saverio Marini.

 

meloni la russa

Nella nebbia ancora fitta non si andrà a dama prima dell'autunno qualche punto nitido. E la notizia è questa: prende corpo la consapevolezza che dovrà essere una riforma con doppio turno. Ovvero il ballottaggio, il sistema che piace al centrosinistra, quello dei sindaci (dove infatti spesso i dem, con le varie sfumature di campo largo, vincono). E perché mai? «È inevitabile», spiegano da Chigi. Il perché è da cercare nella giurisprudenza della Consulta che ha già bocciato leggi con premi di maggioranza che non prevedevano un secondo turno. Dal momento che il premierato targato Meloni prevede in Costituzione un premio di maggioranza, dovrà esserci anche il ballottaggio.

 

Questione politicamente assai spinosa, perché la Lega punta i piedi: il doppio turno è da sempre una bestia nera della destra e tanto più lo è per i partiti che non veleggiano in cima alla classifica dei consensi. Tale è l'allergia del centrodestra al ballottaggio che, come anticipato dal Messaggero, c'è chi vorrebbe abolirlo per le elezioni nei grandi comuni, specie dopo i risultati deludenti dell'ultima tornata. Servirà cautela, tanto più perché sulla riforma elettorale é arrivato un duro monito da parte di Sergio Mattarella.

mattarella la russa meloni

 

Il Capo dello Stato, con un discorso che ha fatto balzare in tanti sulla sedia nella coalizione, non ha solo messo in guardia dall'"assolutismo della maggioranza" ma ha anche auspicato che "il principio un uomo-un voto" non finisca "distorto attraverso marchingegni che alterino la rappresentatività e la volontà degli elettori, la democrazia verrebbe depotenziata da tratti illiberali". Messaggio in bottiglia per chi lavora al cantiere delle riforme. Ben vengano governabilità e stabilità, le due grandi promesse del premierato, purché sia garantita un'adeguata rappresentatività. Di qui il lavorio in Fratelli d'Italia e a Palazzo Chigi. Da un lato il doppio turno.

 

GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI BY EDOARDO BARALDI

Dall'altro il dibattito sulla soglia da fissare per far scattare il premio di maggioranza: si partirà dal 40 per cento, ma c'è disponibilità a portarla al 42 o 43 d'intesa con le opposizioni. Ammesso che ci sia intesa. Quanto al modello della riforma, il dibattito è aperto. 

 

(...)

Tra i modelli a cui si guarda in casa FdI, rispunta il Provincellum, la legge che per quindici anni, fino alla loro abolizione, ha regolato l'elezione delle province. Di fatto un proporzionale con premio di maggioranza da definire e collegi plurinominali. Si vedrà. Il dato è intanto che il cantiere ha iniziato a lavorare, anche su input del Colle. Dalla legge elettorale dipende il destino della "madre di tutte le riforme".

giorgia meloni e matteo salvini alla camera

Ultimi Dagoreport

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…