1- TRA LEGGERE UN LIBRO O ANDARE A UNA PRESENTALIBRO, ROMA SI SCAPICOLLA PER L’AMMUCCHIATONA SALOTTISTA E BEPPE DI PIAZZA E FIAMMA NIRENSTEIN NON DELUDONO I FANS 2- IL DIRETTORE DI “SETTE” DI PIAZZA ATTIRA COME IL MIELE: PIERFRANCESCO FAVINO E SARAH FELBERBAUM LEGGONO I CAPITOLI, GIANRICO CAROFIGLIO E MARIDA LOMBARDO PIJOLA CONCIONANO E PIGI BATTISTA E MIMMO CALOPRESTI E MIRELLA SERRI APPLAUDONO 3- PER FIAMMA NIRENSTEIN, REDUCE DAGLI SCAZZI PER LA VIGNETTA DI VAURO, TRA UN FRATTINI RIDENS E UN VELTRONI PIAGNENS, ARRIVA IL NUOVO AMBASCIATORE DI ISRAELE IN ITALIA

Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo

1- TRA READING E RICORDI, LA SERATA è PALERMITANA...
Roberta Petronio per "Il Messaggero"

Gianrico Carofiglio non ci sta. Il magistrato e scrittore, invitato ad intervenire alla presentazione del libro di Giuseppe Di Piazza, si era offerto per una lettura. Gli era stato risposto che c'era già un attore per quel ruolo. Anzi due. Dibattito letterario con reading a più voci, ieri sera, nella libreria di via dei Prefetti.

Pierfrancesco Favino per ben due volte prende posto davanti al leggìo e fa rivivere, con quel tanto che basta della giusta intonazione dialettale, la Palermo degli anni Ottanta raccontata dall'autore nel suo romanzo «I quattro canti di Palermo». Poi è la volta di Sarah Felberbaum.

Giornalista e scrittore con la passione per la fotografia, Di Piazza ha messo nero su bianco un periodo vissuto che meritava il ricordo, raccontando una storia verosimile in cui le donne e la cronaca sono protagoniste. E Carofiglio riesce nel suo intento, leggere il brano che aveva preparato, dopo l'introduzione di Marida Lombardo Pijola.

Nel parterre si mescolano lettori e amici dell'autore. C'è il cinema con le attrici Christiane Filangieri, Claudia Zanella e Alessia Barela, il regista Mimmo Calopresti con la moglie Cristina Cosentino, e Laura Delli Colli. Arrivano, fra gli altri, Pierluigi Battista, la poetessa Alba Donati, Gaetano Cappelli, Mirella Serri, Ermete Realacci, Laura Melidoni, Angelo Bucarelli, il marchese Gaetano Sersale.


2- FRATTINI E VELTRONI, UE SPINGA SU DIALOGO ISRAELE-PALESTINA...
(ANSA) - "L'Europa ha un imperativo categorico, quello di riprendere il suo ruolo di mediazione propulsiva per il dialogo fra israeliani e palestinesi". Così l'ex ministro degli esteri Franco Frattini conclude il suo intervento di presentazione del libro di Fiamma Nirenstein 'A Gerusalemme' (Rizzoli; pp.214; 18 euro).

E non e' da meno Walter Veltroni che richiama l'Europa, ma anche gli Usa, ad un maggiore impegno verso l'Iran e le sue minacce di annientamento nei confronti di Israele. "Bisogna evitare - spiega parlando subito dopo Frattini - ad una tragedia superiore a quella del '900. Entrambi mettono poi in risalto il ''paradosso" di una situazione in cui l'Europa negli ultimi anni ha "spinto" più per i palestinesi e gli Usa più per Israele. "Noi europei che abbiamo perseguitato gli ebrei nella Shoah - sottolinea Frattini - dovremmo essere i primi a muoverci quando Israele è sotto attacco".

"Noi europei - incalza Veltroni che denuncia i pericoli del negazionismo non solo per la Shoah ma anche per l'esistenza di Israele stessa - dovremmo pensarla così". Il libro di Nirenstein - e non poteva essere diversamente - diventa così l'occasione per un confronto su Israele e la questione palestinese partendo proprio da Gerusalemme: la giornalista e deputata del Pdl dice chiaramente che "dividere la città sarebbe un errore fatale e non porterebbe bene alla sua sopravvivenza. Sarebbe una pura mercificazione politica: dal 1948 al 1967, negli anni in cui è stata divisa, era invivibile".

"Quando si parla di Gerusalemme, si parla per gli ebrei - aggiunge Frattini - di emozioni profondissime e quando si riduce la città ad un semplice negoziato in un certo senso la si svilisce. Come si fa a negoziare sulla carne viva di un popolo?". L'ex ministro, proprio per questo, rimprovera ad Israele la mancata rappresentazione a livello di comunicazione di questa simbiosi. "Il rapporto fra Gerusalemme e gli ebrei - osserva Veltroni - è particolare: è legato alle radici della loro storia". "E verò che Gerusalemme è la terra di tre religioni, ma lo è perché lì è nato l'ebraismo. E questo - dice ancora Nirenstein - non può essere dimenticato".

Poi spiega che il suo libro "é da una parte una guida e dall'altra il racconto di un posto da visitare, al di là dei luoghi tradizionali come il Muro del Pianto, la Spianata delle moschee o il Santo Sepolcro. Io amo non solo la città vecchia, ma soprattutto la parte nuova, fuori dalle mura. E' lì che sento, nella parte ebraica, l'incredibile sincretismo tra antico e moderno. Anche perché alla fine di tutto come insegna la visita al sacrario della Shoah di Yad Vashem, c'é la vita. Di nuovo".

 

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