giovanni malagò salvini meloni abodi mattarella

QUANTE SPERANZE HA MALAGO’ DI CONTINUARE A FARE IL PRESIDENTE DEL CONI? (SPOILER: POCHE) – LA LEGA HA DATO IL VIA LIBERA ALLA PROROGA DI UN ANNO, IL MINISTRO ABODI (E QUINDI LA MELONI) VUOLE FARLO FUORI (E TIENE COPERTA LA CARTA PANCALLI PER LA PRESIDENZA. MA SI TRATTA ANCORA) – IERI IL PASTICCIO DELLA LETTERA DEI PRESIDENTI FEDERALI PRO MALAGO’ (MOLTI DI LORO HANNO DETTO DI NON AVER FIRMATO NULLA): IL REGISTA DELL’INIZIATIVA E’ STATO SERGIO D’ANTONI, EX SINDACALISTA CISL E SI VANTA D'ESSERE VICINO A MATTARELLA (MA QUESTO LO DICE LUI). QUEL CHE E' CERTO E' CHE IL CAPO DELLO STATO E' IN OTTIMI RAPPORTI CON MALAGO'...

giovanni malago foto mezzelani gmt 014

Dagonota

Quante speranze ha Malagò di continuare a fare il presidente del Coni? La Lega ha dato il via libera alla proroga di un anno per permettere a Giovannino di tagliare il nastro delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina da capo dello sport italiano, il ministro dello sport Abodi (e quindi la Meloni) vorrebbe seccarlo e tiene coperta la carta Pancalli per la presidenza.

 

Ma i negoziati sono ancora aperti tra candidature esplorative (Bonfiglio) e forzature. Ieri il pasticcio della lettera dei presidenti federali pro Malagò (molti di loro hanno detto di non aver firmato nulla). Il regista dell’iniziativa è stato Sergio D’Antoni, ex sindacalista Cisl, che si vanta di essere molto vicino a Mattarella. Il capo dello Stato è in ottimi rapporti con "Megalò" e da sempre sensibile alle istanze del mondo dello sport...

 

Marco Bonarrigo per il "Corriere della Sera" - Estratti

 

Sono probabilmente crollate, ieri mattina, le ultime possibilità di Giovanni Malagò di restare alla presidenza del Coni e si è aperta la lotta alla sua successione. Informato dell’arrivo di una lettera firmata da 43 presidenti federali che chiedevano (tra altre cose) una modifica della legge per consentire il quarto mandato a Malagò, Andrea Abodi ha replicato gelido.

 

malagò salvini

«La lettera non sarebbe una novità — ha detto il ministro dello Sport - e il mondo sportivo è molto più di 43 presidenti».

 

Dopo pochi minuti, il fronte dei firmatari si è sbriciolato. «Personalmente non ho firmato nulla — ha precisato il numero uno del volley Giuseppe Manfredi — anzi ho detto a chi mi aveva interpellato che non sono d’accordo a superare i tre mandati».

 

A Manfredi si sono uniti il presidente del pentathlon Bittner («Ho ricevuto la lettera ma non ho mai risposto»), del rugby Duodo («La mia firma come quella di altri colleghi è stata apposta su un documento indirizzato al governo senza che questo fosse stato in alcun modo condiviso ed autorizzato. È grave»), ma anche dello sci Roda e del ghiaccio Gios.

malagò abodi meloni

 

«Non ho mai visto né letto questa lettera quindi non l’ho mai firmata né condivisa» ha spiegato il neoletto della scherma Luigi Mazzone. Di diverso avviso Gianni Petrucci, precedessore di Malagò: «Condivido il testo della lettera e non me ne vergogno: ho diritto di esprimere liberamente le mie idee anche sulle leggi».

 

A redigere il testo e contattare i presidenti federali (non tutti, evidentemente) era stato Sergio D’Antoni, che guida il Coni Sicilia dal 2014 e vorrebbe un’estensione dei mandati anche ai presidenti regionali. L’ex sindacalista in serata ha spiegato di «aver ricevuto le chiamate di alcuni presidenti federali per spiegare che il loro consenso alla lettera inviata al Governo non era pieno o esplicitato: non voglio polemizzare, avrò capito male. Malagò è estraneo alla mia iniziativa».

 

mattarella malago

Il tempo corre. Tra 15 giorni scadono i termini per le candidature ai Consigli Regionali e parte la corsa alle elezioni nazionali del 26 giugno. Al momento il solo a farsi avanti è stato il 74enne Luciano Bonfiglio, da vent’anni alla guida della Federcanoa. Se il Malagò quater venisse bocciato, si ipotizza un appoggio del presidente in carica a Diana Bianchedi, che sarebbe la prima donna a ricoprire il ruolo.

 

Ma l’ex vicepresidente, prestata ai Giochi di Milano-Cortina con un ruolo strategico, difficilmente potrebbe liberarsi a otto mesi dalle Olimpiadi. In un contesto in cui lo sport appare compatto solo nel difendere la poltrona di numero uno di Palazzo H dalle mire della politica (per le candidature regionali si mormorano i nomi di esponenti locali di partito), i grandi ex Franco Carraro e Gianni Petrucci (che però giura di non voler mollare l’amato basket) esercitano notevole fascino.

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