ALTA FROCERIA: BERGÉ PROMETTE UN “MONDE” DI GUAI

1. NOZZE GAY: FRANCIA; VIA LIBERA SENATO AD ADOZIONE
(ANSA) - Il Senato francese ha dato via libera all'adozione da parte delle coppie omosessuali, come previsto dal progetto di legge sulle nozze gay, recentemente approvato. Il testo finale, dopo il primo sì, con ampia maggioranza, dell'Assemblea Nazionale, sarà all'esame del Senato fino a domani, in vista del via libera definitivo di tutto il provvedimento, duramente contestato dalle opposizioni di centro-destra.

Ieri i senatori avevano approvato il primo articolo della legge, quello che autorizza esplicitamente il matrimonio alle coppie dello stesso sesso, uno dei punti più critici della legge. La maggioranza dei francesi è favorevole alle nozze gay, ma questione dell'adozione dei bambini rimane molto controversa. In Senato gli oppositori alla legge temono che legalizzare l'adozione sia anche "un primo passo" verso l'apertura alle coppie di lesbiche delle tecniche di procreazione assistita, discussa nell'ambito di un altro progetto di legge sulla famiglia.


2. PUBBLICITÀ ANTI NOZZE GAY FURIA BERGÉ SU LE MONDE
Alberto Mattioli per "La Stampa"

La pagina incriminata è la 11 di «Le Monde». Una pagina di pubblicità, in effetti, comprata dagli oppositori al «matrimonio per tutti», leggi per i gay, per chiedere ai senatori di bocciare la legge già approvata dai deputati. Fin qui nulla di strano. Molto insolito, invece, è quel che è successo dopo. Pierre Bergé, uno dei tre proprietari di «Le Monde» e presidente del Consiglio di sorveglianza, ha attaccato su Twitter il suo giornale con tre cinguettii che sembrano piuttosto dei barriti.

In crescendo. Primo: «Profondamente scandalizzato che "Le Monde" abbia pubblicato una pubblicità contraria ai valori del giornale». Secondo: «Ho domandato spiegazioni a Louis Dreyfus», presidente del Direttorio che gestisce il quotidiano. Terzo: «Questa pubblicità è semplicemente una vergogna e quelli che l'hanno accettata non sono degni di lavorare in questo giornale». Pesante, anche perché il tweet si chiude con un minaccioso «à suivre». Come dire: non finisce qui.

Bergé, storico compagno di Yves Saint Laurent, è da sempre in prima fila nelle battaglie omosessuali. Tempo fa, fece scalpore chiedendo di legalizzare la Gpa, la «gravidance pour autrui», insomma l'utero in affitto, che invece la legge di Hollande continua a vietare. Frigide Barjot, la Giovanna d'Arco degli anti-nozze, dice e ripete e ribadisce in ognuna delle sue innumerevoli interviste che la legge è stata voluta e sostenuta dalla «lobby gay di Bergé», mentre la sana Francia profonda non vuole saperne.

Da «Le Monde», per ora, nessuna replica. Voci dal sen fuggite della redazione fanno sapere che finora Bergé aveva al massimo criticato «Le monde des livres», il supplemento letterario che pare non incontri i suoi favori. Ma l'offensiva via tweet è molto più minacciosa. Per i giornalisti parla Alain Beuve-Mery, presidente della loro Societé, insomma il Cdr: «Al giornale la regola è sempre stata quella che le uniche pubblicità che non si accettano sono quelle politiche, e questa non lo è. Noi certamente non condividiamo le idee espresse nell'inserzione, ma non credo che questo ci autorizzi a vietarla. Ci dev'essere libertà anche per i nemici della libertà».

I molti che hanno ritweettato lo sfogo di Bergé non sono sempre altrettanto voltairriani: «@pvgberge vorrebbe che le donne affittassero il loro ventre ma che chiudessero il loro becco».

 

YVES SAINT LAURENT E PIERRE BERGEYVES SAINT LAURENT E PIERRE BERGEPIERRE BERGEtwitter pierre berge sulla pubblicita anti gay su le mondepubblicita anti gay su le mondepubblicita anti gay su le mondeYVES SAINT LAURENT E PIERRE BERGE

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