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CINE CARMEN – LLERA MORAVIA: ‘’SONO USCITA STORDITA DALLA VISIONE DEL FILM SU AMY WINEHOUSE. IL TALENTO NON SALVA NESSUNO, ANZI, A VOLTE PUÒ UCCIDERE. AMY VOLEVA VIVERE MA NON SAPEVA COME”
Mail di Carmen Llera Moravia a Dagospia
CARMEN LLERA MORAVIA PRIMO PIANO
Ho visto ieri il rock film di Asif Kapadia sulla vita di Amy Winehouse, avrebbe potuto intitolarlo "Cronaca di una morte annunciata" ma è già stato usato.
Sono uscita stordita, colpita dalla potenza della sua voce e della fragilità della sua mente.
La giovane ragazza ebrea del nord di Londra non durerà abbastanza per imparare a vivere.
Il film fa molto riflettere sulla condizione umana.
Vediamo una ragazzina apparentemente allegra e forte, in realtà era già bulimica, mangiava e vomitava in continuazione.
Sembrava divertirsi con le amiche, adorava la nonna, scriveva poesie.
La sua voce straordinaria si impone facilmente, il successo planetario la trova impreparata, la travolge.
Ma a lei sembra importare solo una cosa, l'amore di Blake.
E sarà l'amante-marito a trascinarla nell'autodistruzione.
Droga e alcol, un crescendo di follia.
Una vita assurda controllata morbosamente dai paparazzi.
Una Rehab (canzone di successo e non solo).
Pulita riprende a cantare ma si annoia. Il marito finisce in carcere. Lei beve.
Il padre che molti considerano colpevole (non io) dice: “Non si può costringere qualcuno a fare la rehab, cioè a salvarsi, se non vuole”.
Ecco il punto: il talento non salva nessuno, anzi, a volte può uccidere.
Amy voleva vivere ma non sapeva come.
Nei giorni del nuovo anno ebraico è un omaggio forte. Non mancate
CARMEN LLERA CON MORAVIA
amy e padre mitch winehouse
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AMY WINEHOUSE
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AMY WINEHOUSE E BLAKE FIELDER
AMY WINEHOUSE E BLAKE FIELDER