IL CINEMA DEI GIUSTI - ARRIVA FINALMENTE IN SALA “IL GUSTO DELLE COSE - LA PASSION DE DODIN BOUFFANT”, KOLOSSAL CULINARIO FRANCESE SU UNO CHEF DI FINE '800, CHE FARÀ IMPAZZIRE I FAN DELLA CUCINA E DEI PROGRAMMI DI CUOCHI IN TV - LA SUA FORZA, A PARTE I PIATTI PRESENTATI COME FOSSERO I GOL DI MARADONA, È IL TOUR DE FORCE REGISTICO CHE MESCOLA BOLLIO DI PENTOLE, POLLI FARCITI, GRAN DISQUISIZIONI SUL MENU E DIALOGHI ROMANTICI. MAGARI NON C'È TANTA STORIA… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Arriva finalmente in sala, presentato da noi come “Il gusto delle cose”, che riprende il titolo americano, “The Taste of Things”, che era stato pensato per arrivare all’Oscar, e non quello originale francese, “La passion de Dodin Bouffant", kolossal culinario francese che farà impazzire i fan della cucina e dei programmi di cuochi in tv, diretto dal vietnamita Tran Anh Hung, curioso ritratto di uno chef di fine 800.
La sua forza, a parte i piatti presentati come fossero i goal spettacolari di Maradona o di Pelé, è il tour de force registico che mescola, in riprese continuamente in movimento, bollio di pentole, polli farciti, gran disquisizioni sul componimento del menu, dialoghi romantici tra Benoit Magimel, il grande chef Dodin, e la sua amata compagna, Eugenie, interpretata da una indaffaratissima Juliette Binoche, ottima anche in volo da una pentola all'altra in cucina. Magari, scrivevo quando il film venne presentato a Cannes un anno fa, non meritava del tutto il premio a Cannes per la Migliore Regia.
E ancora meno di essere stato scelto come il candidato francese all’Oscar come miglior straniero, ma si dice che sia stato proprio Macron a preferirlo a “Anatomia di una caduta” per vendetta, dopo le parole poco gradevoli sul suo governo pronunciate dalla regista Justine Triet. Vendetta. Anche se la nomination all’Oscar non è arrivata, ammettiamo che “Il gusto delle cose” è un film molto piacevole, divertente, ma non proprio moderno registicamente. Il punto più alto del film è la descrizione del matrimonio come un menu alla rovescia, visto che si comincia col dolce.
Invece, Il punto più basso del film è quando si passa dal primo piano di una pera cotta spellata che poggia su un manto di crema al sedere nudo della Binoche, sempre in forma, va detto, in attesa di essere morsa sul letto dal suo amatissimo chef. Diciamo che magari Tran Anh Hung lavora tanto di regia, ma nel film non c'è tanta storia, visto che solo i primi 26 minuti sono occupati dalla preparazione e la messa a tavola dei piatti di Dodin Bouffant.
Poi tutto l'interesse si sposta su quale menu possa ideare il nostro chef come risposta al pranzo di otto ore che gli ha preparato il principe di Eurasia e su come finirà la storia d'amore tra i due protagonisti, visto che la bella Eugenie è malata ma non si sa di che. Girato e interpretato benissimo è comuqnue un film da non perdere anche se presentato da noi come svendita di fine anno. In sala dal 9 maggio.