1. DOPO OLTRE VENT’ANNI DI GUERRA SENZA QUARTIERE, IL CAVALIERE E L’INGEGNERE TROVANO IN CASSAZIONE LA PACE DEI SENSI. GUERRA CHE HA TENUTO IN OSTAGGIO IL PAESE 2. SUI RISPETTIVI GIORNALI, IL PRIMO SI DISPERA E IL SECONDO GODE. GIUSTO COSÌ, EPPURE NELL’ESTATE 2005, CON IL BANANA SALDAMENTE A PALAZZO CHIGI, L’INGEGNERE VOLEVA DIVENTARE SOCIO DI BERLUSCONI IN UN FONDO SALVA-IMPRESE INSIEME A MR. TOD’S, A MONTEPREZZEMOLO E AGLI INEFFABILI FRATELLI MAGNONI, QUELLI DI SOPAF 3. LA MADRE DI TUTTI GLI INCIUCI NON ANDÒ IN PORTO SOLO PER LA FIERA OPPOSIZIONE DEI VECCHI GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’, CAPITANATI DA EU-GENIO SCALFARI E DA EZIO MAURO 4. L’INGEGNERE DOVREBBE ESSERE LORO GRATO, PERCHÉ È GRAZIE A LORO SE OGGI NON SI TROVA AD ESSERE SOCIO DI UN TIZIO RICONOSCIUTO COME COMPRATORE DI SENTENZE E PER TANTO CONDANNATO A RISARCIRGLI UNA MONTAGNA DI DENARO (494 MLN)

a cura di Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota)


1. C'ERAVAMO TANTO ODIATI
E adesso all'ex Miliardario Ridens non resta che ricorrere ai giudici di un'altra galassia, magari avvicinandoli con la navicella "Previti II", per provare a sfangarla per l'ennesima volta. Ma intanto dalle casse della Fininvest, ovvero dalle tasche sue personali e delle holding intestate all'amata figliolanza, deve uscire mezzo miliardo di euro da consegnare all'odiato Ingegner Cidibbì.

Certo, ormai la Mondadori se l'è scippata per sempre e l'ha usata efficacemente per accrescere il proprio potere, ma di questi tempi tutti quei soldi da risarcire sono una montagna. Glieli presteranno le solite banche amiche, per carità, ma ora il Cainano dovrà mettere a stecchetto il Milan e la famiglia. E magari approfitterà della situazione per regolare in modo definitivo la questione della successione, donando altre quote della cassaforte di famiglia a Marina, Piersilvio, Barbara, Eleonora e Luigino. Esattamente come ha fatto da tempo, con maggior lungimiranza e grande astuzia, il suo rivale Cidibbì.

Dopo oltre vent'anni di guerra senza quartiere, il Cavaliere e l'Ingegnere trovano dunque in Cassazione la pace dei sensi. La loro guerra ha tenuto in ostaggio mezzo Paese. Ieri il primo ha perso e il secondo ha vinto.

Sui rispettivi giornali, Il primo si lamenta e il secondo festeggia. Giusto così, eppure nell'estate del 2005, con il Banana saldamente a Palazzo Chigi, l'Ingegnere voleva diventare socio di Berlusconi in un fondo salva-imprese insieme a Mr. Tod's, a Monteprezzemolo e agli ineffabili fratelli Magnoni, quelli di Sopaf.

La madre di tutti gli inciuci non andò in porto solo per la fiera opposizione dei vecchi giornalisti di Repubblica, capitanati da Eu-genio Scalfari. L'Ingegnere dovrebbe essere loro grato, perché è grazie a loro se oggi non si trova ad essere socio di un tizio riconosciuto come compratore di sentenze e per tanto condannato a risarcirgli una montagna di denaro.

2. A COSA SERVONO I GIORNALI
Ed ora qualche spigolatura su una vicenda che ci ha ammorbato per troppi anni. Partiamo dal fronte degli sconfitti. La prende sportivamente il Giornale: "Il delitto perfetto. Rapinato Berlusconi. Lodo Mondadori, la Cassazione conferma lo scippo: 500 milioni di euro nelle tasche di De Benedetti. Sinistra e giudici vogliono il Cavaliere fuori dal Parlamento, in galera e pure al verde".

Dentro, pubblicata per intero la veemente nota della padroncina Marina che parla di "schiaffo incompatibile con la democrazia" (p. 3). Quasi in fotocopia Libero: "Il massacro continua. Esproprio giudiziario. La Cassazione impone a Berlusconi di consegnare 500 milioni di euro all'arcinemico De Benedetti. Il centrodestra rischia di non sopravvivere ai colpi che si abbattono sul suo leader. A meno che la figlia..." (p. 1).

La Repubblica degli Illuminati (dal cash) può finalmente sfogarsi, con Massimo Giannini che parla di "corruzione come metodo" berlusconiano. Per il vicedirettore di Largo Fochetti, la sentenza di ieri "è una verità definitiva, al di là di ogni ragionevole dubbio, che a questo punto diventa anche storica. Una verità che sveste il Sovrano di tutti i suoi finti orpelli e i suoi falsi scudi. E lo espone, nudo, di fronte alla legge e al Paese" (p. 1).

Dentro, si sottolinea che "le 185 pagine di motivazioni della sentenza hanno come perno i 425 milioni di lire con i quali nel '91 la Fininvest comprò il verdetto su Segrate" (p. 2). Poi vai nelle tristi pagine economiche e trovi un perfido comunicato del Cdr di Repubblica che, con la scusa di "esprimere soddisfazione" per la vittoria del padrone al Lotto della Cassazione, bussa sostanzialmente a denari: "In un momento difficile per tutta l'editoria il rafforzamento patrimoniale della holding di controllo Cir consente di affrontare le sfide future con una maggiore serenità, salvaguardando lo sviluppo e sostenendo l'attività giornalistica, patrimonio prezioso dell'intero Gruppo Espresso" (p. 27).

Interessanti gli effetti finanziari della sentenza di ieri. Per il Sole 24 Ore, l'impatto sul conto economico di Fininvest "sarà di 400 milioni". "Il patrimonio resta però in estrema sicurezza grazie alla dote di 2 miliardi". E per il gioco dello sconto sugli anticipi, "rientrano 80 milioni sulla posizione finanziaria". Se sul fronte patrimoniale, dunque, non sono previsti scossoni, però c'è da dire che "con la sentenza della Cassazione a favore della Cir, i margini di manovra per effettuare investimenti su Milan, Mediaset, Mediolanum e Mondadori appaiono ulteriormente ridotti" (p. 4).

E chissà come sono invidiosi di questi 494 milioni in via Solferino. Sul Corriere, pezzo interessante di Fabrizio Massaro: "Cir balza in Borsa. Il Biscione fa i conti. Per De Benedetti l'ipotesi di una ‘risalita' del denaro verso le società di famiglia. Alla holding una cifra pari alla metà del suo valore. La società editoriale verso un pesante rosso" (p. 11).

3. NANO DECADENCE
Onore alla Severina, che tornata dalle sue lunghe e meritate vacanze non si è sottratta alle domande sulla legge che porta il suo nome. Repubblica: "Severino difende la sua legge: ora applicatela. ‘Varata per volontà di tutti'. Stasera la Giunta vota sulla decadenza di Berlusconi. Il socialista Buemi: aspettiamo l'interdizione. No del Pd e del presidente Stefano" (p. 9).

Il Corriere scrive di un Banana ancora attendista ma sempre minaccioso: "La scelta di salvare la stabilità. Per ora. Il Cavaliere deciso a non sacrificare l'esecutivo. All'orizzonte, nuovi contrasti sull'economia. L'ipotesi più lineare, quella di dimettersi prima della pronuncia dell'Aula di Palazzo Madama, nonostante le smentite, non è ancora stata scartata dal leader pdl" (p. 13).

Sempre avanti Ugo Magri sulla Stampa: "Il piano di Berlusconi. ‘Nessuna crisi ora ma tra due mesi...' Il ragionamento: pericoloso far saltare il banco adesso, aspettiamo la manovra. La strategia: attendere le misure economiche di novembre e sfruttare la finestra elettorale primaverile" (p. 3).

Il Giornale di famiglia, intanto, dà molto spazio (schiaffo ad Angelino?) al fuorionda di Castiglione. "Sicilia pronta a tradire il Pdl'. Seguace di Alfano crea il caos. Il sottosegretario Castiglione pizzicato in un fuorionda: ‘In caso di crisi in tanti faremo la fronda'. Ma il segretario assicura sulla lealtà degli eletti nell'isola. La preoccupazione di un deputato: ‘Il guaio è che ai peones potrebbe unirsi qualche leader" (p. 8).

4. SIAMO SOLO SU GOOGLE MAPS
Dunque arriva in Italia uno dei nostri veri capi, il commissario europeo Olli Rehn, e ci riporta subito all'ortodossia dell'austerity. Il Corriere delle banche sancisce la resa in prima pagina: "Verso l'aumento dell'Iva. Il Tesoro non riesce a trovare il miliardo per bloccarlo. L'aliquota a ottobre passerà dal 21 al 22%. Inflazione, salve le pensioni fino a 2.886 euro lordi".

Molto informato il pezzo di Alessandro Barbera sulla Stampa: "Iva, il primo ottobre scatta l'aumento. Il governo rompe gli indugi: priorità al taglio delle tasse sul lavoro. Decisivi i timori di Bruxelles sui conti. Impossibile trovare i quattro miliardi necessari a evitare il rincaro dell'Iva. Bruxelles aveva chiesto una marcia indietro sull'Imu, ma per Letta era impraticabile" (p. 25). E certo che è "impraticabile", il governo cadrebbe in due minuti.

5. SPOSTANDO RENZI SEMPRE PIU' IN LA'
Continuano i baci della morte per il povero asfaltatore di Firenze. Titolo da brivido sulla Repubblica amica: "La sfida di Renzi: ‘Voglio un partito cool'. E con Veltroni rilancia il Lingotto. Pd, ipotesi primarie il primo dicembre. Attacchi a Bersani e stoccata a Letta: ‘La ripresa si costruisce, non si aggancia" (p. 11). Ma il Corriere vede nero: "Congresso Pd, accordo vicino. Ma torna l'ipotesi scissione. Tentativi per convincere Epifani a sfidare Renzi" (p. 15).

6. IL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA FERROVIARIA
Quasi tutti mollano l'imbarazzante scandalo Sì-Tav di Firenze. Non la Stampa, che vi dedica una ricca paginata: "All'Authority deve andare uno dei nostri'. Dalle intercettazioni emerge il ‘sistema Lorenzetti': poltrone per gli amici, trasferimenti per chi rema contro". Il funzionario estromesso in Regione: "Mi hanno fatto fuori perché non gradito al governatore Rossi" (p. 9).

7. ULTIME DALLA MEDIO-SBANCA DI NEGO NAGEL
Per cortesia, andatevene da soli. E' questo l'invito rivolto da Mediobanca a Generali, sulla strada dello smantellamento totale di quegli incroci mefitici partoriti nel secolo scorso dalla mente diabolica di Enrico Cuccia. Lo spiega bene il Sole: "Mediobanca invita Generali a uscire dal patto. La ‘raccomandazione' dell'Ad Alberto Nagel: ‘La decisione spetta a Trieste, ma le partecipazioni incrociate non hanno più senso'.

‘Su Telco siamo venditori'. I soci italiani di Telecom in attesa di una proposta da Telefonica" (Finanza&Mercati, p. 1). Tra i pochi quotidiani che non nascondono i risultati negativi di Piazzetta Cuccia c'è il Giornale di Berlusconi, socio scontento della baracca affidata a Nego Nagel: "Mediobanca sacrifica il dividendo. Bilancio in rosso per 180 milioni. La svolta dell'istituto, con le svalutazioni Telco e Rcs, costa la cedola agli azionisti" (p. 20).

8. E I GIORNALISTI DEL CORRIERE FANNO LA SPIA ALLA CONSOB (giustamente)
C'è veramente da stropicciarsi gli occhi per il coraggio che hanno avuto oggi i giornalisti del Corriere nello sfidare l'ad Scott Jovane sulla faccenda della vendita del palazzo di via Solferino. A pagina 35 il cdr pubblica un lungo comunicato nel quale ripercorre tutta la vicenda e, in sostanza, chiede al grande manager se si è ricordato di avvertire la Consob e i piccoli azionisti che sulla vendita della sede si è cambiata idea. Il prossimo passo cos'è, un esposto in Procura?

9. MA FACCE RIDE!
All'insegna dell'autoreferenzialità assoluta della categoria, il Corriere dedica un'intera paginata al Tribuno catodico Santoro. Tra le varie perle, quella secondo cui è utile frequentare Briatore "perché per capire come si esce dalla crisi dobbiamo puntare le telecamere anche sui ricchi". Poi infierisce sul povero Luchino Telese, ancora inseguito dai creditori per la sfortunata avventura di ‘Pubblico', dicendo che la sua sfida con Bruno Vespa "è come una partita Inter-Battipagliese" (p. 17).

10. FREE MARCHETT
Nel paese della convegnistica su tutto, il giorno dopo dell'"evento" un pezzo non si nega a nessuno. Segnaliamo questo piccolo capolavoro del Giornale: "Eni leader mondiale nella produzione in Africa'. L'ad Scaroni: ‘Non siamo imperialisti, portiamo sviluppo'. Il ruolo delle donne. L'incontro ‘Women in business society'" (p. 20).

colinward@autistici.org

 

 

SILVIO BERLUSCONI CARLO DE BENEDETTIBERLUSCONI CARLO DE BENEDETTIconfalonieri con marina e piersilvio berlusconi berlusconi marina fininvest cir esproprio crop display BARBARA BERLUSCONI AL MARE silvio eleonora berlusconiRENZI E DELLA VALLE DeBenedetti Bazoli Geronzi Laura Boldrini e Eugenio Scalfari FRANZO GRANDE STEVENS MICHELE BRIAMONTE EZIO MAURO ALLO STADIO FOTO LAPRESSE Paola Severino e Paolo Di Benedetto PALAZZO MADAMA - SENATO DELLA REPUBBLICAANGELINO ALFANO E GIORGIA MELONI AD ATREJU FOTO LAPRESSE Olli Rehn MARCO TRONCHETTI PROVERA E ALBERTO NAGEL FOTO BARILLARI Paolo Mieli e Scott JovanePAOLO MIELI MICHELE SANTORO

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