1. PRIMI EFFETTI DELLA FUSIONE ALLA TORINESE TRA “LA STAMPA’’ E ‘’SECOLO XIX’’: UMBERTO LA ROCCA LASCIA LA DIREZIONE DEL QUOTIDIANO GENOVESE E AL SUO POSTO, AD INTERIM, SALE IL VICEDIRETTORE CASSINIS, IN ATTESA CHE DA TORINO MANDINO LUCA UBALDESCHI 2. NEL SUO EDITORIALE DI COMMIATO LA ROCCA NON CITA MANCO PER SBAGLIO LA FUSIONE E FA IL PANEGIRICO DEL SUO GIORNALE “LIBERO DALLE LOBBY ECONOMICHE” (TIPO LA FIAT?) 3. SEMBRA ORMAI SEGNATO IL DESTINO DEL “SECOLO” COME CRONACA LIGURE DELLA “STAMPA” 4. MARIOPIO CALABRESI CONTINUA A MARTELLARE KAKI ELKANN CHIEDENDO QUANDO VA AL ‘’CORRIERE DELLA SERA’’ AL POSTO DI DE BORTOLI E IL RAM-POLLO COMINCIA A SPAZIENTIRSI 5. PER LA DIREZIONE DELLA “STAMPA” SI FA STRADA LO SCALPITANTE MASSIMO GRAMELLINI, MA PARE CHE NON CE LO MANDINO DA SOLO, BENSI’ A MEZZADRIA CON MATTIA FELTRI E CON IL CRONISTA ANDREA MALAGUTI COME UOMO MACCHINA DEL GIORNALE, DICONO

1. CON IL SECOLO PARTE IL RISIKO DEI DIRETTORI - VOCI SU CALABRESI IN USCITA DALLA STAMPA

http://www.lospiffero.com/cantina/con-il-secolo-parte-il-risiko-dei-direttorivoci-su-calabresi-in-uscita-dalla-stampa-17780.html

 

MARIO CALABRESI ICE BUCKET CHALLENGEMARIO CALABRESI ICE BUCKET CHALLENGE

Bruciando i tempi che egli stesso si era dato Umberto La Rocca, come anticipato dallo Spiffero, ha lasciato la direzione del Secolo XIX di Genova, ormai di fatto acquisito dalla famiglia Agnelli-Elkann e parte di quell’agognato progetto che dovrebbe completarsi con la Stampa e lo stesso quotidiano ligure in pancia del Corriere della Sera. 

 

Umberto la roccaUmberto la rocca

Nel suo editoriale di commiato La Rocca rivendica nei cinque anni di direzione di aver “trasformato profondamente il giornale rafforzando la parte migliore della sua tradizione: quella di un giornalismo indipendente dal potere politico e dalle lobby economiche, curioso, anticonformista, capace di prendere posizioni chiare ma anche di ospitare sulle sue pagine un larghissimo ventaglio di opinioni diverse” ribadendo che Il Secolo XIX “ha tenuto il mare, conservando le proprie quote di mercato, intraprendendo un percorso di risanamento finanziario che già comincia a dare i suoi frutti e imboccando con decisione la strada della multimedialità”.

massimo gramellinimassimo gramellini

 

Non una parola, però, sulla fusione tra le società editoriali degli Agnelli-Elkann e della famiglia Perrone. E questo porta a pensare che nell’accordo che, alla fine, vede il peso degli storici editori liguri ridimensionato al 25% rispetto alla dinasty sabauda, La Rocca se non ha pesato poco, addirittura potrebbe essere stato lasciato totalmente in disparte.

 

Quanto questo sia vero lo si potrà scoprire dal riposizionamento dell’ormai ex direttore. Per il momento il suo nome non è nel borsino direttori, anche se il valzer delle nomine aspetta che l’orchestra incominci, ovvero che ad aprile Ferruccio De Bortoli lasci come annunciato il Corriere. Citano, invece, l’accordo tra Agnelli-Elkann e Perrone, sia i redattori del XIX sia il sindacato dei giornalisti liguri.

Massimo GramelliniMassimo Gramellini

 

La redazione, salutando il direttore che lascia e formulandogli gli auguri di rito, dedicano gran parte del comunicato per ribadire come “la redazione non può tacere le preoccupazioni per il futuro del quotidiano coinvolto in un piano di integrazione con la società che edita La Stampa i cui contorni non sono ancora stati chiariti. La storia del Secolo XIX è la storia di un giornale libero e autorevole. La redazione ha sempre lavorato per questo. Ci impegneremo e vigileremo perché questa storia continui”.

 

5fo01 mattia feltri5fo01 mattia feltri

L’associazione di giornalisti liguri osserva come “il cambio della guardia nell’immediatezza di un nuovo assetto editoriale, in cui è evidente come il peso del Decimonono sia meno di un terzo rispetto a quello della Stampa, non può essere visto come un mero avvicendamento. Il sindacato è in attesa di conoscere i piani editoriali ed industriali del nuovo gruppo per quanto riguarda la redazione e per gli altri settori del quotidiano. Il patrimonio di alte professionalità che hanno sempre garantito un’informazione libera e indipendente, la storia del Decimonono, il suo ruolo di pilastro ligure nello scenario nazionale dovranno essere salvaguardati e potenziati, pena il declino irreversibile dell’informazione in Liguria”.

 

CARLO PERRONE JOHN ELKANN CARLO PERRONE JOHN ELKANN

Insomma se non è mare in tempesta, certo non si po’ dire sia bonaccia. Forse anche per stemperare un clima non dei migliori, la direzione del XIX non è passata subito di mano, ma è stata affidata ad interim al vicedirettore Alessandro Cassinis, lunga carriera all’interno del Decimonono e doti che possono tenere salda e unita la redazione anche in un momento come questo.

 

Cassinis non resterà, tuttavia, molto al timone: ormai sempre più probabile l’arrivo a Genova da Torino di Luca Ubaldeschi, uno dei vicedirettori della Busiarda dove ha incominciato la sua attività giornalistica e il suo trasferimento a Genova sarebbe, per lui, il primo cambio di giornale in trent’anni di mestiere.

John Elkann John Elkann

 

Rimanendo sul fronte del porto, sembra ormai segnato anche il destino del Corriere Mercantile, storica testata genovese da anni venduta in panino con la Stampa. Se il XIX di fatto diventerà la cronaca ligure della Stampa, per i venti giornalisti del Mercantile, riuniti in cooperativa, la ciambella di salvataggio sarebbe nel numero del lunedì cui verrebbe ristretta l’attività di quello che un tempo era il giornale del pomeriggio della Superba.

 

 Se a Genova non si placano i marosi sul principale giornale della regione, a Torino le docce gelate alla Stampa non sembrano essere solo quelle in cui si sono fatti ritrarre sia l’attuale direttore Mario Calabresi, sia quello scalpitante Massimo Gramellini. Raccontano di un colloquio giorni addietro tra Calabresi e John Elkann nel quale Mariopio avrebbe per l’ennesima volta perorato la sua causa, manifestando una certa impazienza per i tempi che si starebbero pericolosamente allungando, rischiano di mettere a repentaglio il sogno di approdare in via Solferino.

 

Cose note, solo che questa volta, a differenza del passato, Calabresi avrebbe trovato il giovane rampollo non soltanto “freddo” ma addirittura infastidito dalle sue reiterate e assillanti richieste. Nulla di più di voci di corridoio, ovviamente, che se trovassero conferma oltre ai pissi-pissi agostani segnerebbero un cambio di clima tra i due. Una cosa è certa: Calabresi è stanco di fare la muffa in via Lugaro.

SEDE LA STAMPA SEDE LA STAMPA

 

Qualcosa deve essere capitato nei giorni scorsi se è vero che nelle stesse ore del “supposto” colloquio un Gramellini “stralunato” abbia accolto la processione dei colleghi per il visto alle pagine in chiusura. Non si sa se per lo spettro di una permanenza ulteriore di Calabresi su quella poltrona che ambisce e per la quale scalpita da tempo o per le voci che darebbero la sua imminente direzione a mezzadria con Mattia Feltri e con il cronista Andrea Malaguti come uomo macchina del giornale.

 

 

2. SECOLO XIX, IL SALUTO DEL DIRETTORE 5 ANNI DOPO

Umberto La Rocca per http://www.ilsecoloxix.it/p/cultura/2014/08/24/ARqJ4mkB-secolo_direttore_saluto.shtml

 

SEDE LA STAMPA SEDE LA STAMPA

Lascio la direzione del Secolo XIX, dopo cinque anni, con la consapevolezza e l’orgoglio di aver trasformato profondamente il giornale rafforzando la parte migliore della sua tradizione: quella di un giornalismo indipendente dal potere politico e dalle lobby economiche, curioso, anticonformista, capace di prendere posizioni chiare ma anche di ospitare sulle sue pagine un larghissimo ventaglio di opinioni diverse.

 

Sono stati anni molto difficili per il Paese e per il mondo dell’informazione, piegato dal crollo della raccolta pubblicitaria, dal calo delle vendite nelle edicole e sorpreso dalla crisi prima di aver potuto sviluppare una efficace strategia di passaggio alla distribuzione sui nuovi canali digitali. Ciononostante Il Secolo XIX ha tenuto il mare, conservando le proprie quote di mercato, intraprendendo un percorso di risanamento finanziario che già comincia a dare i suoi frutti e imboccando con decisione la strada della multimedialità.

prima pagina Secolo XIXprima pagina Secolo XIX

 

Le inchieste pubblicate, prima fra tutte quella che denunciava gli affari sporchi della Lega, hanno restituito al giornale credibilità e prestigio nazionali; lo sforzo compiuto nelle redazioni provinciali e nei quartieri di Genova per raccontare e risolvere i problemi quotidiani dei cittadini ha riavvicinato i lettori al loro quotidiano; l’informazione puntuale e coraggiosa sulla crisi che attanaglia la Liguria ha costretto una classe politica spesso priva di visione, incapace di guardare al di là del proprio tornaconto e insofferente alle critiche, a fare i conti con un giornalismo non cortigiano; e obbligato quella parte di società civile che è connivente o rassegnata a chiedersi quale futuro riservi il piccolo cabotaggio.

 

Secolo XIXSecolo XIX

Naturalmente, a volte siamo scivolati su qualche buccia di banana. Ma se la responsabilità degli errori è solo mia, il merito di quel che di buono abbiamo fatto lo condivido con molte persone dentro e fuori il giornale. Devo ringraziare l’editore Carlo Perrone che mi ha lasciato fare il mio lavoro con una libertà inconsueta nel panorama editoriale italiano e che mai, dico mai, ha interferito con questa o quella scelta. Devo ringraziare i colleghi della redazione e della tipografia che hanno accettato con senso di responsabilità i sacrifici necessari a tenere a galla la nave.

Umberto La Rocca
Umberto La Rocca

 

Devo soprattutto ringraziare un gruppo di giornalisti e di collaboratori, giovani e meno giovani, che hanno accettato la sfida di mettersi in discussione, di cambiare radicalmente mentalità e che sono cresciuti tanto da poter adesso camminare con le proprie gambe: per loro non mi sembra fuori luogo spendere la parola amici.

 

Un grazie va infine a tutti quei lettori, imprenditori, professionisti, politici che hanno sostenuto le battaglie del Secolo XIX contro un sistema asfittico ed estenuato al quale non resta altro obiettivo se non quello di perpetuare se stesso.

 

 

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