veronica gentili

CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI! - NELL’ULTIMA PUNTATA DELLE SUE PAGELLE SETTIMANALI SUL "FATTO", VERONICA GENTILI HA SCRITTO "NAIVETÉ". DERIVANDO DA NAÏF, SI SCRIVE NAÏVETÉ. QUALCUNO LE INSEGNI A USARE IL SEGNO DIACRITICO DELLA DIERESI: SI DIGITA ALT+0239 SUL TASTIERINO ALFANUMERICO DEL PC ED ESCE LA "Ï". NEL FRATTEMPO, UN’ALTRA INSUFFICIENZA PER LA QUINTA SETTIMANA CONSECUTIVA: 5...

Stefano Lorenzetto per www.stefanolorenzetto.it/telex.htm pubblicato da “Italia Oggi

 

stefano lorenzetto

«Non è certo la quantità dei parlamentari che fa la rappresentatività». Questo il titolo dato dal Foglio a un intervento di Giorgio Tonini, esponente del Pd nel Consiglio della Provincia autonoma di Trento. Verso la fine, Tonini scrive: «Ancora oggi, nel parlamento britannico, è la Corona, cioè il governo, a disporre del monopolio della proposta in materia di spesa». Bisognerà aggiornare lo “Zingarelli” 2021, che al secondo significato del lemma “corona” registra: «La Corona, la persona del sovrano o l’istituzione monarchica». Nel frattempo va modificato anche il titolo del Foglio: «Non è certo la qualità dei parlamentari che fa la rappresentatività». Almeno a Trento.

 

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jill giacobba e joe biden 6

In una corrispondenza da New York, Sara Di Ronza dell’Ansa scrive, a proposito di Jill Tracy Jacobs Biden, moglie del candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti: «Di origini siciliane (il nonno si chiamava Gaetano Giacoppa), Jill ha trascorso la maggior parte della sua infanzia in Pennsylvania mantenendo vive grazie al padre Dominic molte tradizioni italiane». Sbagliato. Dominic Giacoppa (1898-1984) era il nonno. Il padre si chiamava Donald Carl (1927-1999), per l’anagrafe americana Jacobs.

 

veronica gentili

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Nell’ultima puntata delle sue pagelle settimanali sul Fatto Quotidiano, Veronica Gentili ha scritto «naiveté». Derivando da naïf, si scrive naïveté. Qualcuno le insegni a usare il segno diacritico della dieresi: si digita Alt+0239 sul tastierino alfanumerico del pc ed esce la «ï». Nel frattempo, un’altra insufficienza per la quinta settimana consecutiva: 5.

 

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La Stampa pubblica un’intervista, distesa su due pagine, con la scrittrice francese Valérie Perrin. In un riquadro, si legge: «Il nuovo romanzo di Valérie Perrin si intolerà “Trois”, tre, e dovrebbe andare in libreria per la primavera del 2020». Straordinario tempismo (per non parlare del verbo «intolarsi»).

 

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Dal Corriere della Sera: «È morto Massimo Tozzi, il bambino di sei anni ferito giovedì mattina alla testa da un colpo di pistola esploso dal nonno Pier Paolo». Titolo: «Morto il bimbo colpito dal fucile del nonno». Vale sempre la copertina che L’Europeo nel 1950 dedicò all’inchiesta del suo inviato Tommaso Besozzi sulla tragica fine del bandito Salvatore Giuliano: «Di sicuro c’è solo che è morto».

 

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Cesare Romiti e Nicola Mancino

«Mehmet II°». Così, su Panorama, Carlo Cambi scrive il nome del sultano ottomano che nel 1453 conquistò Costantinopoli. Grafia erronea. I numeri romani sono già l’espressione grafica dei numerali ordinali («II» sta per «secondo»), quindi accanto a essi non va mai posto l’esponente «°», necessario solo quando, per indicare l’ordinale, si usano le cifre arabiche («2°» per «secondo»).

 

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Foto di Cesare Romiti sul Fatto Quotidiano, «durante una serata nel salotto romano di Marisela Federici (a destra) insieme a Milena Maffei (a sinistra)», precisa la didascalia. Essendo ritratti nell’immagine solo Romiti (al centro) e le due donne, chissà su quale altro lato avrebbe potuto trovarsi Milena Maffei.

 

BERLUSCONI SICILIA

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Sommario dalla Verità: «Il progetto era un chiodo fisso di Silvio Berlusconi, che però non è mai andato oltre ai proclami e ad alcuni studi di fattibilità». L’avverbio «oltre» ha tre significati distinti, come spiega il “Dizionario linguistico moderno” di Aldo Gabrielli. In questo caso vale il primo di essi, «di là da» («oltre il fiume», «oltre i monti»). Quindi bisognava scrivere «non è mai andato oltre i proclami», con l’articolo determinativo, non con la preposizione articolata.

 

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eugenio scalfari foto di bacco

Annuncio trionfale sul quotidiano fondato da Eugenio Scalfari: «Straordinario successo del volume di Repubblica: 20 mila copie esaurite con il giornale». Leggiamo con vivo interesse. Il libro in questione s’intitola “Covid, le cento giornate di Napoli”. Veniva regalato in edicola a chi acquistava La Repubblica. Conteneva «venti idee per il rilancio della città». Ecco le più rivoluzionarie, in ordine d’importanza: «Rafforzamento del sistema sanitario pubblico. Rilancio delle politiche per il turismo. Sblocco e velocizzazione dei pagamenti della pubblica amministrazione. Lotta alla burocrazia attraverso la semplificazione amministrativa. Didattica a distanza all’università, dando prevalenza a quella in presenza. Aumentare il personale scolastico. Gestione digitale dei beni culturali». Idee davvero molto napoletane. Strano che non siano andate esaurite 40.000 copie.

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