coronavirus

“LITTORIO” FELTRI: “CAUSA CORONAVIRUS LA STRETTA DI MANO È ABOLITA. TORNIAMO AL SALUTO ROMANO” – PAURA E DELIRIO SUL TRENO ITALO BLOCCATO TRA FIRENZE E BOLOGNA. UN PASSEGGERO HA INIZIATO A TOSSIRE E AL TELEFONO HA DETTO: “ODDIO, NON SARÀ MICA CORONAVIRUS, L’ALTRO GIORNO ERO IN PALESTRA INSIEME A UNO DEI CONTAGIATI DI LOD”. ECCO COME E’ FINITA - I CONTAGIATI TRA LOMBARDIA E VENETO SONO 51

coronavirus

TRENO ITALO

Edoardo Semmola per corriere.it

 

Nel sentire le parole concitate «oddio, non sarà mica coronavirus, l’altro giorno ero in palestra insieme a uno dei contagiati di Lodi», ogni dubbio che fosse uno scherzo è subito svanito. E Niccolò Torrini, direttore marketing di Hard Rock Café a Firenze ed ex presidente della commissione Servizi educativi del Quartiere 1, ha iniziato a sudare freddo.

 

Si trovava sulla carrozza 10 del treno Italo partito da Santa Maria Novella alle 18,25 di ieri in direzione Milano quando, poco prima di Bologna, nella carrozza davanti alla sua è scoppiato un parapiglia.

 

«Un tizio ha cominciato a tossire in modo insistente e, evidentemente preoccupato, si è messo a parlare a telefono con qualcuno dicendo che aveva paura che fosse coronavirus perché giorni fa era stato in palestra con uno di quelli che lo hanno contratto e hanno corso insieme», racconta Torrini.

ITALO

 

Parte «il delirio in carrozza», «un gran trambusto», «mascherine, gente che urla, che chiede di scendere dal treno». All’altezza di San Ruffilio il treno si ferma. Salgono Carabinieri e uomini dell’Unità di crisi del Ministero della sanità. «I Carabinieri bloccano l’accesso alla carrozza 11 e siamo rimasti bloccati per circa 40 minuti, chiusi ad aspettare, mentre la tensione saliva».

 

Dal vetro della porta che separa i due vagoni, Niccolò vede il sospetto portatore del virus parlare con i sanitari di quello che era successo, mentre tutto intorno la gente chiedeva di «uscire e scendere». Ma pare che, «siccome erano passate 3 settimane da quella giornata in palestra, il periodo incubazione fosse passato, e i sanitari hanno detto che non c’era un pericolo imminente».

 

feltri 9

Ma i Carabinieri «non ci facevano avvicinare», poco male perché «comunque io nel frattempo ero già scappato dalla carrozza 10 alla 8, più lontano possibile». Il primo pensiero è stato: «Sarà uno scherzo».

 

Il secondo: «Ma cribbio, proprio sul mio treno doveva accadere?». Il terzo invece: «Paura. La storia della palestra, tornava tutto, sembrava proprio vero. Per questo è scoppiato il delirio collettivo». Torrini non ha capito se il paziente è stato fatto scendere a San Ruffilio o se ha proseguito il viaggio, visto che era fuori dai tempi di quarantena. Ma sui binari «c’era un dispiegamento di uomini da fare impressione».

coronavirus mappecoronavirus mappecoronavirus contagiaticoronavirus

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA