FENOMENOLOGIA DEL PANTALONE – LARGHI MODELLO PRADA O STRETTI VERSIONE DOLCE & GABBANA? “PACCO VIRILITÀ” DA OCCULTARE O DA METTERE IN EVIDENZA O NO? DUE DIVERSI E IRRIDUCIBILI MODI DI ESSERE MASCHIO…

Quirino Conti per La Repubblica

Per gli snobissimi antichi, a Roma, non era che lo sguaiato abito distintivo dei barbari, segnale di turpitudine e inciviltà. E dopo quasi due millenni, nel corso dei rivolgimenti del 1789, a Parigi e poi ovunque, indossarli o meno corrisponderà (scannandosi) persino a due differenti visioni del mondo. Insomma, parrebbe proprio che sia dalla vita in giù che si decide un po' tutto. E che di un certo modo di pensare il pantalone (con le sue varianti) sia la metafora più efficace.

Anche nella stagione in corso, a cominciare dalle sfilate maschili appena concluse - che, seppure riguardanti l'estate del 2014, per una regola aurea ben nota agli esperti, sempre trovano il loro ideale bacino di coltura in ciò che come sintomo si vede intorno. Come se, per arrivare dopo sei mesi alla piena maturazione di quel che lo stile annuncia, fosse necessario un rodaggio che è già tra noi, in corso, quasi in via di lucido esame.

Eppure, raramente con l'antagonismo di queste ultime settimane: dal momento che, a ben vedere, due prestigiose e opposte idee di virilità apparse a Milano sono già riscontrabili ovunque, e neppure da poco. Tanto opposte e inconciliabili da indicare due diversi e irriducibili modi di essere maschio.

Da Prada, restando appunto a quanto si agita nella parte inferiore del corpo, con un pantalone sapientemente vasto, largo, sciolto, svolazzante, pieno d'aria a ogni passo, quasi nato per "occultare" in una specie di tenda; sotto proporzioni invece minute e scarne al busto.

Mentre all'opposto, da Dolce&Gabbana, con una sorta di sottilissimo involucro aderente, di leggings, di astuccio, come solo nel 1802 un pantalon de Nankin; o prima, nei dipinti di Carpaccio, quei celebri giovanottoni fasciatissimi delle Storie di sant'Orsola.

Insomma, un più o meno malizioso pantalone-calzamaglia rivelativo di tutto quello che orgogliosamente contiene. Contro l'altro che invece sembra voler celare e quasi strategicamente cancellare, in quanto carne, qualsiasi traccia di materialità. Lasciando ogni cosa in un ombroso mistero, anche se poi magari sorprendentissimo.

Nel primo caso solo per maschi d'istinto: rassicurati dalla propria incontrovertibile carnalità e pronti a sfidare il mondo con il corpo. Nell'altro, invece, per chi, sprofondate le mani in tasche interminabili, si muove confidando nel proprio enigma, nella propria pensosa complessità. Ritraendosi, insomma, prima dello slancio.

Vogliamo dire uno tutto istinto e l'altro pura concettualità? Forse. Anche se, documenti alla mano, si potrebbero persino invertire i caratteri. Come in Armani ai suoi esordi.
E intanto se ne individuano portentosi prototipi in strada e nei luoghi deputati alla giovinezza.

Come di due nature diverse, di anime inconciliabili. Mentre il bermuda mette tutti d'accordo. Come gli short, che al femminile scollacciati come mai fermano il traffico anche nell'impassibile Londra; facendo voltare chiunque. In braghe strette o larghe che siano.

 

 

QUIRINO CONTI - ANNA FENDIQuirino Conti Quirino Conti ph Graziella Vigo DOLCE E GABBANA FESTA VENEZIA FOTO LA NUOVA VENEZIA DOLCE E GABBANAmiuccia pradaCARLA FENDI E MIUCCIA PRADA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – QUANTO DURERA' LA STRATEGIA DEL SILENZIO DI GIORGIA MELONI? SI PRESENTERÀ IN AULA PER LA MOZIONE DI SFIDUCIA A CARLO NORDIO O DISERTERÀ COME HA FATTO CON LA SANTANCHÈ? MENTRE LA PREMIER SI ECLISSA, SALVINI È IPERATTIVO: VOLA PRIMA A MADRID PER INTERVENIRE ALL’INTERNAZIONALE DEI NAZI-SOVRANISTI E POI A TEL AVIV PER UNA FOTO CON NETANYAHU – GLI OTOLITI DELLA SORA GIORGIA BALLANO LA RUMBA PER LE MOLTE BEGHE GIUDIZIARIE: DA SANTANCHÈ A DELMASTRO PASSANDO PER NORDIO E ALMASRI…

volodymyr zelensky vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – TRUMP HA FRETTA DI CHIUDERE LA GUERRA IN UCRAINA: OGGI HA CHIAMATO PUTIN - IL PIANO USA PER LA PACE: ZELENSKY DEVE CEDERE ALLA RUSSIA LA ZONA DI KURSK. PUTIN MANTERRÀ IL CONTROLLO DELLA CRIMEA MA SOLO UNA PARTE DEL DONBASS. LA RESTANTE ZONA ORIENTALE, ORA OCCUPATA DAI RUSSI, DIVENTERÀ UN’AREA CUSCINETTO PRESIDIATA DA FORZE DI INTERPOSIZIONE. L'INGRESSO DI KIEV NELLA NATO? NELL'IMMEDIATO E' IRREALIZZABILE. E IN FUTURO? SI VEDRA' - TRUMP INGORDO: GLI USA HANNO DATO 340 MILIARDI A KIEV MA VUOLE 500 MILIARDI IN TERRE RARE DALL'UCRAINA (DIMENTICA CHE ANCHE L'UE HA SGANCIATO 170 MILIARDI. E INFATTI ANCHE GLI EUROPEI SARANNO AL TAVOLO DELLE TRATTATIVE...) 

francesco milleri andrea orcel goldman sachs

"DELFIN” CURIOSO – DA DOVE ARRIVA LA NOTIZIA CHE LA HOLDING DEI DEL VECCHIO POTREBBERO LIQUIDARE IL LORO 2,7% DI UNICREDIT? I BENINFORMATI PUNTANO IL DITO SU GOLDMAN SACHS: LA BANCA AMERICANA E' ADVISOR DI COMMERZBANK, CHE TRA DUE GIORNI TERRÀ IL SUO “INVESTOR DAY”, E HA TUTTO L’INTERESSE A VEDER SVALUTARE IL TITOLO DELLA BANCA ITALIANA, CHE VUOLE PAPPARSELA – ORCEL TIRA DRITTO E ANNUNCIA CHE UNICREDIT "HA SUPERATO LA SOGLIA DEL 5% IN GENERALI”. E NON ESCLUDE UN RILANCIO SU BPM"