berlusconi calabresi sallusti

FINI CHI? MACCHINA DEL FANGO E INSULTI PESANTISSIMI TRA “LA REPUBBLICA” E “IL GIORNALE” - CALABRESI: “SQUALLIDO E ODIOSO, LA MEMORIA DI D’AVANZO ANDREBBE PROTETTA DALLE CALUNNIE” - SALLUSTI: “SI LEGGA LE CARTE DELL' INCHIESTA SU FINI - ALTRO CHE FANGO - E SI RASSEGNI: D'AVANZO, E ALTRI CON LUI, SCRISSERO UN MARE DI CASTRONERIE”

1. DAL FANGO AGLI INSULTI

Mario Calabresi per la Repubblica

 

Non ci si abitua mai, per fortuna, allo scadimento del dibattito giornalistico in Italia.

mario calabresi  massimo giannini ballaromario calabresi massimo giannini ballaro

Protagonista ancora una volta il direttore del Giornale Alessandro Sallusti, che ieri ha utilizzato l' inquietante parabola di Gianfranco Fini per provare a prendersi la rivincita su chi denunciò la macchina del fango, messa in piedi da quel quotidiano nella più buia e terribile stagione berlusconiana.

 

SALLUSTI E FELTRISALLUSTI E FELTRIdavanzodavanzo

Una polemica talmente sgangherata e volgare che qualsiasi persona seria dovrebbe ignorarla. Sallusti attacca Repubblica, rea a quel tempo - era l' estate del 2010 - di aver definito la campagna del giornale sulla casa di Montecarlo dei Tulliani come "assassinio politico". I toni e i modi di Sallusti e dell'allora direttore del Giornale Vittorio Feltri sono noti, basterebbe ricordare il trattamento riservato all' ex direttore di Avvenire Dino Boffo, per non avere dubbi. Contro quel metodo ci scagliavamo e lo rifaremmo senza esitazioni. Contro quel metodo si schierò con tenacia e fermezza Giuseppe D'Avanzo su queste colonne.

 

alessandro sallustialessandro sallustiDINO BOFFO DINO BOFFO

Questa rancorosa polemica non ci sfiorerebbe se non fosse che Sallusti insulta proprio D' Avanzo, usando la formula consueta che mette tra parentesi ("parlandone da vivo"). Il problema è che Peppe non è vivo e non si può difendere dagli schizzi di fango con cui quella macchina ormai ridotta a macchietta, cerca di sporcarlo.

 

Tutto questo rende squallido e odioso il comportamento del Giornale, perché almeno la memoria andrebbe protetta dalle calunnie. Ma forse è chiedere troppo.

elisabetta tulliani e gianfranco finielisabetta tulliani e gianfranco fini

 

2. LA MEMORIA SPORCA DI CALABRESI

Alessandro Sallusti per il Giornale

 

Mario Calabresi, direttore di La Repubblica, non ha preso bene che gli abbiamo ricordato la cantonata, per la penna di Giuseppe D'Avanzo, presa dal suo giornale ai tempi dello scandalo della casa di Montecarlo. Tra la nostra documentata inchiesta e le bugie di Fini, La Repubblica e D' Avanzo infangarono la prima e spacciarono per buone le seconde. Incapaci, complici, in malafede, ossessionati? Chi può dirlo.

mario calabresi eugenio scalfarimario calabresi eugenio scalfari

 

Ma la verità spesso irrita Calabresi, che ieri ha scritto un isterico corsivetto a difesa del suo eroe D'Avanzo (pace all' anima sua) rinnovando a me l' accusa di essere il capo della «macchina del fango». Si legga le carte dell' inchiesta su Fini - altro che fango - e si rassegni: D' Avanzo, e altri con lui, scrissero un mare di castronerie, cosa che peraltro non ci sorprese conoscendo i soggetti.

 

E dire che Calabresi di fango dovrebbe intendersi, dirigendo un giornale di un gruppo che sul fango ha costruito la sua fortuna. Fin dall' inizio, con la famosa inchiesta-campagna stampa de L' Espresso che costrinse l' allora presidente della Repubblica Giovanni Leone a dimettersi e che si rivelò poi la più grande bufala nella storia del giornalismo italiano.

 

LUIGI CALABRESILUIGI CALABRESI

E che dire del fondatore di La Repubblica, Eugenio Scalfari, firmatario insieme a diversi colleghi del quotidiano stesso di un manifesto che infangò l'onorabilità di un commissario di polizia, tale Luigi Calabresi (storia che il direttore dovrebbe ben conoscere essendo il di lui figlio) al punto da provocarne l' assassinio? E che dire, in tempi più recenti, del fango con cui La Repubblica ha sommerso Silvio Berlusconi per un reato - il caso Ruby - che i tribunali hanno poi dichiarato «non sussistere» in maniera inequivocabile?

 

GIANCARLO ELISABETTA TULLIANI - LABOCCETTA - GIANFRANCO FINIGIANCARLO ELISABETTA TULLIANI - LABOCCETTA - GIANFRANCO FINI

Siccome Calabresi è circondato dal fango, immagina che ogni giornale sia così. E invece non è così: qui al Giornale non abbiamo mandanti morali o politici di assassinii, noi su Fini avevamo scritto il giusto (per difetto) così come sul caso Boffo non abbiamo ricevuto neppure una querela. Perché noi quando commettiamo anche un solo piccolo errore anche se non inficia la sostanza lo ammettiamo e chiediamo scusa.

Siamo fatti così, e al mattino non abbiamo problemi a guardarci allo specchio. Noi.

pagina-lotta-continua - delitto luigi calabresipagina-lotta-continua - delitto luigi calabresi

 

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