GOOGLE, CI (RI)CONOSCIAMO? - LA DIATRIBA SULL’ANONIMATO NELLA POSTA ELETTRONICA GMAIL NON È FINITA: IN MOLTI CASI PER APRIRE UN ACCOUNT SERVE IL NUMERO DI CELLULARE PER VERIFICARE L’IDENTITÀ DI CHI LA USA - È UNA SCELTA LEGITTIMA DEL GIGANTE DI INTERNET, MA SEGNA UNA SVOLTA FONDAMENTALE PER LA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE (E LE SUE DEVIAZIONI) CHE FINORA HA REGNATO SUL WEB - PENSIAMO ALLE CONSEGUENZE NEI REGIMI AUTORITARI. O IN AMERICA, DOVE CHIEDONO I DATI A TWITTER PER INCRIMINARE ASSANGE…
1 - GOOGLE E LA FINE DELL'ANONIMATO
DAGOREPORT - Ricapitoliamo. Ieri abbiamo ripreso un post del blogger Massimo Coppa Zenari, che segnalava il fatto che Gmail verifica l'identità di chi apre una casella e-mail attraverso il numero di cellulare. Abbiamo provato, e in effetti le stesse Domande Frequenti di Google spiegano che il numero viene chiesto per proteggere gli utenti da spam e frodi online.
http://www.dagospia.com/rubrica-1/varie/infernet-addio-allanonimato-online-google-sta-imponendo-agli-utenti-della-sua-e-mail-di-29630.htm
Poco dopo, ci ha scritto il responsabile della comunicazione di Google chiedendo di pubblicare una rettifica, nella quale a dire il vero conferma il fatto che "solo in alcuni casi specifici" il numero viene effettivamente richiesto, ma solo per tutelare gli utenti da spammers e persone che si spaccerebbero per loro (password, e-mail alternativa e domanda di sicurezza evidentemente non bastano più).
http://www.dagospia.com/rubrica-1/varie/ci-scrive-google-il-numero-di-telefono-lo-chiediamo-solo-in-casi-specifici-per-29661.htm
Nelle ore successive abbiamo ricevuto molte e-mail di lettori che avevano fatto la prova e confermavano la tesi di Coppa Zenari - che ha scritto un'ulteriore nota sull'argomento - e cioè che non si può più attivare una nuova casella e-mail senza fornire il proprio numero di cellulare. Ricordiamo che chiunque compra una sim card telefonica deve presentare un documento d'identità , per cui dal numero si può facilmente risalire all'identità di una persona.
Un paio di lettori invece sono riusciti ad attivare una nuova casella e-mail senza fornire il numero: quindi è vero che non sempre avviene questo passaggio, solo in alcuni casi. Ma qual è la discriminante? Dipende dall'indirizzo ip del singolo internauta? Dal nome scelto, dall'età dichiarata? Non si conoscono i criteri con cui Google distingue tra sospetti spammers e non. Il fatto però è semplice: chi vuole usare Gmail potrebbe dover fornire il suo recapito telefonico.
Non ci interessa dare giudizi morali o filosofici sull'anonimato online, è vero che spesso porta a diffamazioni ingiustificate, spam, e può essere usato in maniera codarda. Ma volevamo dare la notizia - ed è una notizia - che Google non garantisce più la possibilità di creare un account e-mail dietro pseudonimo, qualunque uso se ne voglia fare.
La questione non è solo di forma. Mentre scriviamo, la corte di Alexandria, in Virginia, sta cercando di incriminare Julian Assange e Wikileaks per aver divulgato i file del Dipartimento di Stato Americano. Per raccogliere prove contro l'organizzazione corsara, il procuratore che si occupa del caso ha mandato un Order (una specie di mandato) a Twitter, in cui obbliga il social network di fornire tutti i dati dei membri di Wikileaks: e-mail, indirizzi, perfino numeri di carta di credito e conto corrente. Qui i dettagli:
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/lamerica-dichiara-ufficialmente-guerra-ad-assange-1-il-gran-giur-nascosto-in-virginia-che-21632.htm
E Stiamo parlando degli Stati Uniti, patria del diritto alla privacy e della libertà di espressione, dove le associazioni dei diritti civili stanno spendendo miliardi . Cosa succederebbe ai dati sensibili di un utente non tanto in Cina, che già sappiamo come censura e controlla la sua popolazione, ma in decine di altri regimi autoritari in giro per il mondo dove l'anonimato è condizione fondamentale per la lotta politica e il dissenso?
2 - ANCHE GOOGLE AMERICANA VUOLE IL NUMERO DI TELEFONO!
Massimo Coppa Zenari per il suo blog, http://blog.libero.it/massimocoppa/10614055.html
In merito alla questione dell'anonimato su Google, che sta suscitando un certo giustificato clamore, è mio dovere etico confermare e ribadire tutto quanto ho scritto.
La risposta di Google Italia è incomprensibile e nega l'evidenza.
Chiunque, fino ad oggi (stante cioè la procedura attuale), può verificare che Google chiede un numero di telefono per poter completare la registrazione di un indirizzo mail.
https://www.google.com/accounts/NewAccount?service=mail&continue=http://mail.google.com/mail/e-11-1f5ee3f97e52f3d2ccca318d0ec16-dade93da7b370f663f5a13c0f5e72bb3d8565f8a&type=2
Quindi non solo ribadisco ma, anzi, rilancio: come c'era da aspettarsi, non è Google Italia ad aver introdotto questa bella novità di sua iniziativa. La direttiva viene evidentemente dalla casa madre. Infatti anche negli Stati Uniti adesso si procede così.
Chiunque può verificare quanto affermo. Nella pagina "Create an account" si segue la stessa procedura "italiana", anche se è ovviamente scritta in inglese, e per poterla completare bisogna fornire un numero di telefono.
Quindi siamo di fronte ad una chiara politica aziendale che vale in tutto il mondo. E che, ripeto, mi trova favorevole, seppur lascia perplessi per quanto concerne la difesa delle libertà nei Paesi retti da dittature.
Non si capisce, quindi, perché Google Italia si sia risentita ed abbia smentito. Smentito cosa?! Loro sono un colosso mondiale di Internet; io sono un semplice cittadino italiano, un "uomo comune": ma non sarà la differenza di stazza a dare automaticamente ragione a loro.
3 - ALCUNE E-MAIL DEI LETTORI
Lettera 1
Caro Dago, sulla richiesta di fornire un numero di cellulare da parte di gmail hai ragione tu.
Posseggo un account al quale non ho associato un numero e molto spesso, durante l'accesso, mi chiede di inserirlo. Un saluto
Mirella
Lettera 2
Salve Dagospia,
in relazione all' articolo di Massimo Coppa Zenari apparso 13-09-2011 sul vostro sito e ribalzato sulla Home page di "Libero.it", testimonio che oggi, 14 sett. 2011, incuriosito dalla reiterata smentita di Google Italia, ho provato ad aprire un nuovo account su gmail (provare per credere!), ma viene richiesto obbligatoriamente e non opzionalmente un numero telefonico per la comunicazione del codice di attivazione.
Come da voi detto, viene chiesto a tutti indistintamente, anche se non provvisti di alcun numero di cellulare o di telefonia fissa o se viventi in Paesi del Sud del mondo, in cui regna la dittatura o in cui c'è povertà diffusa. Penso ad esempio a Paesi in cui i giovani possono trovare una connessione internet solo in approssimativi internet-point a pagamento, ma non dispongono assolutamente di denaro per un cellulare.
Penso ai ragazzi africani degli slum (baraccopoli) di Nairobi o di altre periferie misere o a ragazzi sulle montagne nepalesi o sulle Ande ecc. Oltre, come da voi citato, a chi vive sotto regimi dittatoriali (vedi Iran, Siria, Cina, Sudan, ecc).
Per cui pare patetica e falsa la risposta a voi inoltrata da Google in cui si asserisce che "Chiunque può aprire un account Gmail fornendo unicamente le informazioni riportate in questo link https://accounts.google.com/NewAccount?service=mail&continue=http://mail.google.com/mail/e-11-527c063527bc8356bad3ac4f673df-77865d8972ebf6f5aec85fe1fbfc981a709fe7fa&type=2
Infatti, questa procedura è solo la prima parte obbligatoria che poi è seguita dall'indispensabile indicazione di un qualsiasi numero telefonico, anche non personale, per ricevere il "codice di verifica". Neanche furbi! Si poteva chiamare "codice di attivazione", ma loro invece "verificano!". Non è dunque una semplice formalità , come vuole apparire.
E' previsto, in alternativa, di segnalare un numero a cui "Google effettuerà una chiamata automatizzata verso il tuo telefono (sempre) con un codice di verifica". In ogni modo devi disporre e segnalare un numero telefonico o non potrai più aprire un account, così come da voi esattamente riportato.
Immagino il ragazzo nepalese, cileno o boliviano che a piedi debba fare 2 o 300 chilometri per cercare in città , qualche sconosciuto che abbia un cellulare o un telefono fisso e si presti a ricevere il codice chissà dopo quanto tempo!
Forse quelli di Google Italia non sono mai stati in quei Paesi sfortunati, ma io sì e quindi so di cosa parlo! Provate ad andare e vedete voi di persona se non è così oppure chiedete a chi ci è stato o a missionari che abbiano le loro attività in una di quelle zone del mondo!
D'altra parte, come da qualcuno è stato già fatto, anche io invito tutti a provare. Ho avuto la pazienza di tentare diverse volte, anche in lingue straniere e segnalando Paesi come Cina e Nepal, ma la richiesta di riferimento telefonico non è cambiata.
Comprensibile la scelta di Google, ma risibile il loro voler smentire l'evidenza. Penso anche io che non farò più uso di Google!!!
Piero Giorgi
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