
I TRUMPIAN-PUTINIANI CONTE E SALVINI (MA ANCHE LA PACIFINTA SCHLEIN) AL BIVIO: IL BANCO DI PROVA SARA’ IL VOTO SUGLI F-35 – PER IL LEADER LEGHISTA SARÀ DIFFICILE SCONFESSARE L’ATTO DI GOVERNO, PER CONTE SARÀ IMPOSSIBILE NASCONDERE LE DECISIONI ASSUNTE QUANDO STAVA A PALAZZO CHIGI E DIEDE IL VIA LIBERA ALL’ACQUISTO DI 27 F-35. SARÀ COMPLICATO ANCHE PER SCHLEIN IMPORRE AI SUOI DI BOCCIARE L’ACQUISTO DEI CACCIA – TRA DUE SETTIMANE I NODI VERRANNO AL PETTINE: IL 18 MARZO IN SENATO SI TERRÀ L’AUDIZIONE DI DRAGHI. CONTEMPORANEAMENTE LA PREMIER SARÀ ALLE CAMERE IN VISTA DEL VERTICE EUROPEO. IL GIORNO DOPO A MONTECITORIO VERRÀ ASCOLTATO IL PRESIDENTE DI STELLANTIS ELKANN...
Francesco Verderami per il Corriere della Sera - Estratti
Sulla Difesa riemerge la centralità del Parlamento.
Che a breve dovrà autorizzare l’acquisto di 25 caccia F-35 e che tra dieci giorni terrà di fatto a battesimo il piano di riconversione industriale a cui lavora la premier.
E in Parlamento si vedrà se il festival delle ambiguità e del tatticismo, che in queste settimane ha tenuto banco nel dibattito politico, lascerà spazio all’interesse nazionale. Quando il ministro della Difesa formalizzerà la richiesta alle Camere, il voto sul nuovo lotto di F-35 potrebbe fornire a partiti di maggioranza e opposizione lo strumento per scatenare una nuova ondata di polemiche. Magari usando il pretesto del costo dell’operazione (7 miliardi) per contrapporre le esigenze della sanità e degli asili nido.
Andrà messo nel conto. Ma come per Salvini sarà difficile sconfessare l’atto di governo, per Conte sarà impossibile nascondere le decisioni assunte quando stava a Palazzo Chigi.
Nell’autunno del 2019, infatti, fu il premier del gabinetto giallorosso a dare il via libera all’acquisto di 27 F-35, assecondando il piano pluriennale della Difesa che sta per ultimarsi con altri 25. Arrivando così a 115 caccia. Tutto avvenne alla luce del sole, cioè in Parlamento. Lì dove sarà complicato anche per Schlein tentare un «salto quantico» e imporre ai suoi rappresentanti di bocciare l’acquisto dei caccia multiruolo. Nel Pd si stanno predisponendo al voto favorevole, anche perché fu il ministro della Difesa Guerini che — prima di lasciare il dicastero — invitò il suo successore ad andare avanti nel progetto.
È la linea di continuità che di norma accompagna l’azione di governo su certi dossier.
E che prescinde dalle dichiarazioni a favore di telecamera di capi partito in cerca di consensi. Perciò il Parlamento sarà un banco di prova che renderà manifesta la postura di quanti stanno solo tentando di sfruttare la distopica rivoluzione trumpiana per tornaconti di bottega. E non c’è dubbio che l’acquisto degli F-35 avrà una valenza politica ed economica: per un verso sarà funzionale nel gioco delle relazioni diplomatiche di Palazzo Chigi con la Casa Bianca;
Insomma, sul tema della Difesa il Parlamento riguadagna la sua centralità in una drammatica fase internazionale. In questo senso fra due settimane tra Camera e Senato sono previsti tre appuntamenti. Il 18 marzo a Palazzo Madama, davanti alle Commissioni riunite, si terrà l’audizione dell’ex presidente della Bce Draghi. Contemporaneamente la premier sarà alle Camere in vista del vertice europeo. Il giorno dopo a Montecitorio verrà ascoltato il presidente di Stellantis Elkann.
«Queste coincidenze non sono casuali», spiega un’autorevole fonte istituzionale: «Basta unire i puntini».
E visto che Draghi discuterà del suo progetto sulla competitività, che Meloni affronterà il tema del piano avanzato dalla Commissione europea e che Elkann si soffermerà sulla crisi dell’automotive, è chiaro lo scenario. I più avvertiti nel Pd sono consapevoli del passaggio. «Le conclusioni del vertice di Bruxelles tracciano la via», dice l’ex ministro Amendola: «Sono stati posti sul tavolo 150 miliardi per la Difesa.
Il progetto sarà pure migliorabile però dopo venti anni di parole a vuoto in Europa si parte. E nessuno vuole sbarcare su Marte», conclude per sconfessare disegni bellicisti.
(...)