NOTIZIE IN VOLO - I PILOTI FRANCESI QUERELANO LA BEA, L'AUTORITÀ DELL'AVIAZIONE: PERCHÉ IL "NEW YORK TIMES" AVEVA LO SCOOP DEL PILOTA SUICIDA, MENTRE LA BEA DICEVA "NESSUNA NOTIZIA"? - IL DISASTRO E' UGUALE AL FILM "STORIE PAZZESCHE", COL PILOTA CHE SI CHIUDE IN CABINA E FA SCHIANTARE L'AEREO
1. IL REPORTER D’ASSALTO E L’ESPERTA DI VOLO DIETRO LO SCOOP DEL NEW YORK TIMES
M.S. per “Libero Quotidiano”
È stato il procuratore di Marsiglia Brice Robin a dare la conferma ufficiale e finale sull’incredibile verità del copilota suicida che si era chiuso dentro la cabina, ma era stato il New York Times ad anticiparlo. Uno scoop che in un primo momento la Lufthansa non ha né confermato e né smentito, e che è stato fatto dagli inviati in Francia Nicola Clark e Dan Bilefsky grazie alle indiscrezioni di un «alto funzionario militare coinvolto nelle indagini». Con qualche imprecisione, per la verità.
Vero infatti lo scenario secondo cui uno dei due piloti era uscito dalla cabina, e quando ha tentato di rientrare «ha bussato leggermente alla porta senza ricevere una risposta. Poi ha bussato ancora più forte, nessuna risposta. Non c’è mai stata una risposta». Mentre però il New York Times aveva detto che era stato il pilota a lasciare fuori il copilota e a pilotare la tragica discesa, poi si è appurato che era stato l’esatto contrario.
Comunque, era stata violata quella misura di sicurezza imposta dalla Iata, che obbliga la presenza contemporanea di due piloti nel cockpit. Chiedendo di restare anonimo, l’ufficiale francese aveva spiegato ai due giornalisti: «al momento non abbiamo alcuna indicazione che punti chiaramente verso una spiegazione tecnica, quindi dobbiamo considerare la possibilità di una deliberata responsabilità umana».
Dei due autori dello scoop, Dan Bilefsky è probabilmente il personaggio più chiassoso. Nato a Montreal, studi a Oxford e alla University of Pennsylvania, ha scritto su una quantità di argomenti che spazia dai delitti di onore in Turchia alle corride in Portogallo passando per la caccia al criminale di Guerra serbo Ratko Mladic, i bordelli high-tech di Anversa, l’indipendenza del Kosovo, la guerra tra Russia e Georgia e la tradizione delle donne albanesi che assumono un ruolo da «uomo di casa».
Ma ha anche fatto un libro sull’euro. Nicola Clark è invece una specialista di industria soprattutto aeronautica, che nel 2007 ha preso il premio per il «giornalista aerospaziale dell’anno». È però famosa per la qualità delle informazioni e dei contatti che ha in questo settore. Probabilmente, è stata lei a fornire il contatto che è stato poi «cucinato» dal più estroso collega. A quello stesso contatto ha poi avuto accesso anche Le Monde, che ha dunque anticipato il racconto del seggiolino che si ripiega, della porta che viene chiusa e della conversazione che si interrompe per sempre. «Non c’è più conversazione da questo momento fino all’impatto».
2. AEREO CADUTO: SINDACATO PILOTI FRANCIA, QUERELA FUGA NOTIZIE
(ANSA) - Il sindacato dei piloti di linea francesi ha annunciato una querela contro ignoti per la "fuga di notizie" nell'inchiesta del BEA (Ufficio inchieste e analisi dell'aviazione) all'origine delle rivelazioni del New York Times. Poche ore dopo la conferenza stampa di due giorni fa del BEA, in cui non fu fatta menzione ai giornalisti sui risultati dell'analisi delle registrazioni vocali in cabina di pilotaggio dell'Airbus precipitato, il giornale americano uscì con le notizie che attribuivano l'origine della sciagura alla decisione del copilota di far schiantare l'aereo.
Le informazioni del NYT furono attribuite ad un anonimo "funzionario". "Siamo particolarmente sorpresi - ha detto stamattina Eric de Rivery, portavoce dei piloti, a diverse radio francesi - per il fatto che il BEA faccia una conferenza alle 17 affermando di non avere nulla da dire. E che qualche ora dopo il New York Times dall'altra parte dell'Atlantico dia informazioni estremamente dettagliate poi confermate dal procuratore della Repubblica. Contrariamente a ogni obbligo di confidenzialità che grava sulle persone che fanno parte dell'inchiesta, ci sono state delle fughe". "Abbiamo preso la decisione di sporgere querela - ha continuato de Rivery - e chiediamo una riforma del modo di funzionamento del BEA".
3. TUTTO COME NEL FILM PRODOTTO DA ALMODOVAR
Da “Libero Quotidiano”
storie pazzesche la scena dell aereo
La fine di Andreas Lubitz e delle sue 149 vittime sembra un film horror, e infatti qualcosa del genere è stato in effetti girato. È «Storie pazzesche»: film a episodi argentino del 2014 candidato all’Oscar come miglior film straniero, regia di Damián Szifrón e coproduzione di Agustín e Pedro Almodòvar.
Il primo episodio si intitola «Pasternak», come il cognome del pilota che decide di togliersi la vita facendo cadere il suo aereo. Ma sceglie di portare con sé, riunendole su unico volo, tutte le persone che nella vita gli hanno fatto torti. Dalla fidanzata al critico che lo ha stroncato. A un certo punto Pasternak si chiude nella cabina di pilotaggio, come ha fatto Lubitz, e lancia l’aereo in picchiata. Finché si schianta sulla casa di riposo che ospita i suoi genitori.