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JANIS FOR EVER-LETTERE D’AMORE E SEGRETI ROCK, VENEZIA CELEBRA JANIS JOPLIN - NON SI E’ MAI SENTITA RISPETTATA MA SUONAVA "CON LA POTENZA DI UN GENERATORE CAPACE DI PRODURRE DA SOLA L’ELETTRICITÀ PER ILLUMINARE TUTTO UNO STADIO”

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Stefania Ulivi per il “Corriere della Sera”

 

Una è elusiva, intimista e minimale come il suo rock. L’altra era eccessiva, carnale, sfrontata. Eppure la scelta della regista Amy Berg — di affidare alla voce della cantautrice Cat Power le parole di Janis Joplin nel documentario che sarà presentato fuori concorso a Venezia 72 — è molto azzeccata. Voci diverse ma ugualmente capaci di incarnare passione e dolore, le loro. Biografie lontane ma unite da talento, ansia di libertà e disagio.

 

Non sarà difficile credere a Cat Power (al secolo Chan Marshall) mentre legge lettere indirizzate a parenti, amici e amanti che in Janis la regista ha mescolato a ricordi e testimonianze di colleghi e persone care e a spezzoni di concerti di Pearl, come la chiamava chi le voleva bene. 
 

La vedremo al festival di Monterey con la sua band dell’epoca, Big Brother and the Holding Company, in una performance memorabile come quella, di due anni dopo, da solista a Woodstock. E poi, nel 1970, al Festival Express, in cui suonò con «l’insistenza e la potenza di un generatore capace di produrre da sola l’elettricità per illuminare tutto lo stadio», come scrisse un critico. 
 

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Poco più di tre mesi dopo, il 4 ottobre 1970, il suo corpo fu trovato al Landmark Motor Hotel di Hollywood, uccisa da un’overdose di eroina. Aveva 27 anni, l’età della leggenda nera del rock. La stessa di Jimi Hendrix, morto due settimane prima di lei, di Jim Morrison. Fino a Kurt Cobain e Amy Winehouse, la «nuova Joplin», celebrata dal doc di Asif Kapadia che ha sbancato al box office britannico (arriva in sala dal 15 settembre). Come i distributori internazionali sperano accada con Janis (da noi sarà distribuito l’8 ottobre da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection). 
 

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La morte la trasformò in icona della vita spericolata, sesso, droga e rock ‘n roll perennemente accompagnata dalla bottiglia di whisky Southern Comfort e ne mise in ombra lo straordinario talento artistico. Cresciuta nel mito della regina del blues Bessie Smith era riuscita nell’impresa di imporsi sulla scena maschile e anche piuttosto maschilista del rock, a scavare il solco lungo cui l’avrebbero seguita le altre, da Patti Smith fino a Cat Power stessa. Rimanendo però unica. E difficilmente imitabile. 
 

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Janis, nonostante la lunga gestazione (sette anni di lavoro e di «amore», con il supporto della Joplin Estate) anticipa il biopic, più volte annunciato e più volte rimandato. Il progetto che sembrava definitivo con Jean-Marc Vallée regista e Amy Adams protagonista stenta a uscire dal limbo. Vallée promette che supererà il mito per raccontare la storia di un’artista che non si è mai sentita del tutto rispettata e ha vissuto vita e arte fino in fondo. Intanto questo doc prova a restituircela. 
 

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