I DEMONI DI LARS VON TRIER: “SOFFRO D’ANSIA, BEVO PER ANDARE SUL SET - "CHARLIE HEBDO? DISEGNARE CIÒ CHE SI VUOLE NON È SEMPRE UNA FORMA DI “FELICE LIBERTÀ DI ESPRESSIONE” - "IL SESSO? VENGO DA UNA FAMIGLIA DI NUDISTI"
Lucy Cheung per "The Guardian" pubblicato da il “Fatto Quotidiano”
Dopo che nel 2011 era stato aspramente criticato a Cannes per le battute naziste, Lars von Trier ha scelto la strada del silenzio, che ha rotto pochi giorni fa in Danimarca.
Come è stato frequentare gli Alcolisti Anonimi?
Sono andato agli incontri degli Alcolisti anonimi ogni giorno per sei mesi. Ci sostenevamo gli uni con gli altri per restare sobri. In un certo senso quel gruppo di persone era diventato la mia famiglia. Ho usato tutta la forza di volontà per non bere – ora ho ripreso a bere qualcosa per lavorare. Girare un film è un lavoro durissimo e si tende a bere di più.
Quindi bere aiuta la sua creatività?
Nymphomaniac di Lars Von Trier
Ho preso altre droghe che mi hanno aiutato molto – ho sempre lavorato in questo modo. Bere mi aiuta più che altro a superare l’ansia.
Da dove le viene l’ansia?
Soffro d’ansia sin da ragazzino. Sono convinto che un artista, per giunta ubriacone (ride), sia più sensibile. Ho questa teoria. Secondo gli scienziati l’80% del lavoro della mente serve a bloccare i sensi; allo stesso modo abbiamo dei filtri per bloccare le informazioni inutili.
Ma in una persona sensibile questi filtri sono leggermente malandati. Me ne sono accorto frequentando gli Alcolisti anonimi. La sensibilità genera ansia. Ho provato a curare l’ansia sottoponendomi a una terapia, ma la realtà è che l’ansia a volte riesci a gestirla, altre volte è impossibile.
In quale modo cerca di gestirla?
Semplicemente non negandola, ma accettandola, in un certo senso facendo pace con la mia ansia. Bella teoria, ma non è facile metterla in pratica. Ma quando giri non hai tempo di occuparti di te stesso e allora bevi per riuscire sul set.
Ricordo che durante le riprese di Dancer in the dark con Björk scoppiavo spesso a piangere. Era il mio modo per allentare la tensione. È stata una battaglia e Björk era talmente pazza che non faceva altro che minacciare di scappare.
CHARLOTTE GAINSBOURG IN ANTICHRIST DI LARS VON TRIER
Mi toccava rincorrerla a convincerla a rimanere. Ciò malgrado, è stata una delle migliori attrici che abbia avuto. Avevamo un rapporto molto intenso; quando non lavoravamo non facevamo che bisticciare. Una cosa ridicola!
La terapia psichiatrica le è stata di aiuto?
Prendo molti farmaci. In questo momento mi sento abbastanza bene. A volte il mio psichiatra mi dice che ne prendo troppi e che mentalmente non sono al meglio della forma.
Ovviamente in ogni suo film lei si ribella contro qualcosa. Contro cosa si ribella?
La ribellione è un tratto della mia famiglia e ne è anche la conseguenza. Quando c’ è una riunione di famiglia, qualcuno dice qualcosa e tu devi rispondere e dire un’ altra cosa. Quando la mia famiglia ha conosciuto la famiglia di mia moglie le cose si sono complicate. Loro sono abituati a dire sì a tutto, noi spesso diciamo no.
VON TRIER E CHARLOTTE GAINSBOURG
La gente che vive in Danimarca non deve lottare contro la povertà o la dittatura.
È proprio questo che paradossalmente mi induce a ribellarmi. Conduciamo una vita relativamente agiata anche se ultimamente ci sono stati attentati senza precedenti. È per questo che posso fare film diversi da quelli che la gente vuole vedere.
Cosa pensa dell’attentato a Charlie Hebdo? Bisognerebbe proibire alcune forme di satira?
Tutti sembrano incoraggiare gli artisti a disegnare quello che vogliono e provocatoriamente la considerano una forma di “ felice libertà di espressione” . Ma non è sempre così. In Danimarca ci sono persone di estrema destra che hanno
solo lo scopo di irritare e umiliare i musulmani. Sotto il profilo politico, la situazione della Francia è diversa in quanto Charlie Hebdo è una pubblicazione di sinistra.
melancholia lars von trier kirsten dunst x
Il suo senso dell’umorismo comporta che a volte i suoi film non vengano interpretati come lei vorrebbe?
Il senso dell’ umorismo può essere anche un modo per ribellarsi. Andrebbe usato più come uno strumento che per fare film che facciano ridere la gente.
Ogni suo film è una presa di posizione. Non teme che gli spettatori possono interpretare in modo sbagliato?
Moltissimo tempo fa dissi che mi è del tutto indifferente il modo in cui i miei film vengono intesi. La sola cosa importante per me è che circolano diverse versioni di Nymphomaniac e voglio si sappia con esattezza quale è la versione autentica, quella director ’s cut , montata da me.
Perché il sesso è così essenziale nei suoi film?
Sono nato e cresciuto in una famiglia di nudisti. Non so cosa ciò abbia a che vedere con il sesso... in fondo è solo una questione di realismo. Abbiamo cercato di rendere le scene di sesso con il massimo del realismo utilizzando controfigure e la computer graphic .
Suscitare disagio è un aspetto fondamentale della sua creatività?
Prima di Nymphomaniac ho letto moltissimo. Ad esempio tutti i romanzi di Dostoevskij. Ora Anna Karenina di Tolstoj. Guerra e pace mi è piaciuto enormemente. La letteratura ha una tradizione molto più lunga del cinema e ho provato un enorme piacere nel leggere Joyce e Proust. Molte delle invenzioni degli scrittori sono fantastiche. Io cerco di capire se posso trasporle nei miei film.
Come mai tutti i suoi protagonisti sono donne? Pensa di essere più in contatto con il suo lato femminile?
Forse. Sarebbe enormemente difficile dire le stesse cose con un protagonista maschile. Sono sempre stato un grande ammiratore di Carl Dreyer. E nei suoi film il ruolo del protagonista era sempre affidato a una donna.
A cosa sta lavorando ora?
Non lo so. È molto facile farsi finanziare una serie televisiva, ma non so se questa è la strada che voglio imboccare.
Dogma 95 esiste ancora?
Non credo ci siano ancora registi che lavorano seguendo i dettami di Dogma 95 . Era nostra intenzione girare film in 35mm e nel gruppo ne discutemmo moltissimo. Finimmo per realizzare film a bassissimo costo, ma non era questo lo scopo del gruppo. Il gruppo era nato per creare uno spazio nel quale gli attori potessero lavorare al meglio.
C’è una ragione precisa per cui durante il film Melancholia si sente solo il preludio del “Tristano e Isotta”?
Dopo aver visto i film di Kubrick, decisi che anche io volevo utilizzare un tema musicale nei miei film. 15 anni fa avrei dovuto curare la regia de L’anello del Nibelungo al Festival di Bayreuth e ho lavorato lì per due anni. Ma i discendenti di Wagner erano litigiosi.
Qualcuno che aveva già lavorato con loro mi disse che avrebbero fatto con me il solito giochetto: prima dire sì a tutto e poi cambiare idea e dire no. Li affrontai e giunsero alla conclusione che era una collaborazione impossibile. Anni fa ho detto: “ Semmai dovessi curare la regia di un’opera vorrei che fosse L’anello del Nibelungo” a Bayreuth .
(traduzione Carlo Antonio Biscotto)
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