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CARTA CANTA - LA CINA LA INVENTO’, MICHELANGELO LA USAVA OSSESSIVAMENTE ANCHE PER SCRIVERE LA LISTA DELLA SPESA, DANTE NON LA TOCCAVA, NELLA RIVOLUZIONE FRANCESE IL BOOM: LA STORIA DELLA CELLULOSA E' STATA LA SALVEZZA DELL’UMANITA’ - E OGGI? L' E-BOOK È UN MEZZO FLOP. I GIORNALI SOFFRONO PERCHÉ LA PUBBLICITÀ SI È SPOSTATA ON LINE. MA LA CARTA NON SPARIRA’
Paolo Bianchi per Libero Quotidiano
Secondo una ricerca di pochi giorni fa in Italia negli ultimi cinque anni i quotidiani hanno perso complessivamente un milione di copie. Una buona notizia per gli ecologisti, meno forse per gli editori, ma non si può non tenere conto del fatto che molti lettori accolgono le notizie su supporti diversi dalla carta.
Ma la buona e vecchia carta non sparirà. Perché è raro che una nuova tecnologia ne elimini una vecchia, al limite la modifica assegnandole scopi e funzioni alternative. Tra l' altro è proprio grazie alla carta che viene allo scoperto un consolidato pregiudizio storico, e cioè che la tecnologia cambi la società. È la società, semmai, a sviluppare nuove tecnologie per affrontare i cambiamenti che la riguardano. Perlomeno, è questa la tesi di Mark Kurlansky, scrittore e giornalista americano maestro nell' arte della fiction non fiction, la capacità di trattare di un argomento reale, comune, con la stessa seduttività che userebbe un raffinato scrittore di romanzi. La carta è un elemento talmente presente nelle nostre vite, che nemmeno ci pensiamo più, tranne forse quando si tratta di gettarla nei bidoni della raccolta differenziata.
Ma basta aprire una pagina qualsiasi di Carta. Sfogliare la storia (Bompiani, pp. 558, euro24, traduzione di Salvatore Serù), per rendersi conto di quanto essa abbia significato per l' umanità. La carta, o quello che all' inizio più le assomigliava, è nata a mano a mano che si sviluppava la scrittura. E la prima scrittura di cui l' uomo ha avuto necessità non riguardava certo la letteratura o l' arte, ma i conteggi commerciali. Insomma, il verba volant scripta manent ha fatto sì che ci si inventasse un supporto dove segnare dati che sarebbero scomparsi dalla memoria.
Erano invece i filosofi antichi a opporsi alla scrittura, ritenendola limitativa rispetto alle conoscenze per via mnemonica. E infatti Socrate non scrisse nulla, e le opere di Omero sono frutto di rielaborazioni orali risalenti alla notte dei tempi. Eppure non è del tutto chiaro perché per milioni di anni gli uomini non abbiano scritto nulla, ma probabilmente la comunicazione è diventata importante, come detto, per via delle transazioni commerciali. E la scrittura era la traduzione della parola orale. E così si è cominciato a segnare le cose, su pietra, su papiro, su pergamena, e poi, appunto, sulla carta, che forse fu inventata dai cinesi. Nessuno però sa come. Si tratta di fibre di cellulosa disgregate in acqua, raccolte su uno stampo e fatte percolare. La cellulosa si trova nelle piante, ma anche nel cotone, nella seta, nelle alghe.
Ci vollero duemila anni perché si scoprisse la formula della cellulosa, nel frattempo in Occidente ci si arrangiava con canapa, lino e stracci. C' è una straordinaria aneddotica legata all' uso della carta. Dante Alighieri per esempio non la usava. Anzi, non scriveva neanche: dettava a un segretario che trascriveva su pergamena. La carta divenne uno strumento fondamentale di diffusione del pensiero soprattutto quando fu inventata la stampa: ma Johannes Gutenberg non fu il primo a usare i caratteri mobili ai primi del Quattrocento. C' era già arrivato un coreano, tal Bi Sheng, nel 700 d.C. A ogni modo Gutenberg impiegò dieci anni a mettere in pratica la sua idea, stampando una stupenda versione della Bibbia. Dopodichè non seppe sfruttare commercialmente la propria invenzione e morì pieno di debiti.
Michelangelo usava ossessivamente la carta. Disegnava o scriveva. Nello stesso spazio accanto a una resurrezione di Cristo buttò giù una lista della spesa. Leonardo da Vinci ha lasciato solo quindici dipinti e due affreschi rovinati, ma trenta taccuini rilegati e quattromila fogli di disegni. Pensiero e arte. Il grande acquerellista inglese Turner diceva: «Prima di tutto, rispettare la carta».
La carta ha fomentato le rivoluzioni. Martin Lutero stampò trenta pubblicazioni in tre anni, con una tiratura complessiva di oltre trecentomila copie. Durante la Rivoluzione francese si stampò di tutto in maniera impressionante. In Europa a fine Settecento la carta non bastava mai.
La rivoluzione industriale introdusse nuovi metodi di fabbricazione. La prima grande impresa fu l' Encyclopédie di Diderot, in 28 volumi. E oggi? L' e-book è un mezzo flop. I giornali soffrono perché la pubblicità si è spostata on line (i libri non hanno questo problema). Negli uffici si continua a usare carta, ma oggi nel mondo la maggior parte non è usata per la comunicazione, ma per l' imballaggio. Un' altra rivoluzione che forse la salverà per sempre.
la carta igienica piu cara del mondo
Silvio - Carta Bianca