
MICHELE SERRA METTE IL DITO NELLA PIAGA RAI – “I POLITICI INTERPRETANO “SERVIZIO PUBBLICO” COME SE SIGNIFICASSE “CASA LORO”, DISCETTANO SUGLI OSPITI, DANNO VOTI AI CONDUTTORI, PRETENDONO SPAZIO, CONTESTANO LO SPAZIO CONCESSO AD ALTRI. E NON È QUESTIONE DI “EDITTI BULGARI” MA DI UNA PRASSI QUOTIDIANA”
Michele Serra per “la Repubblica”
Gli insulti grevi di La Russa a Maria Teresa Meli. La ciancia interminabile, insopportabile di decine di esponenti del Pd su Ballarò, sui palinsesti Rai, su tutto quello che secondo loro si dovrebbe e non si dovrebbe fare in televisione. L’abbaio intimidatorio di Roberto Fico a Mario Orfeo perché il Tg1 sarebbe schierato (dice Fico) per il sì. Cerco di non scrivere mai “i politici”, è un termine generico e dunque inespressivo.
Così come “i giornalisti”. Ma per una volta faccio un’eccezione: i politici non hanno ancora imparato (e non impareranno mai) a stare al loro posto quando si parla di Rai. Interpretano “servizio pubblico” come se significasse “casa loro”, discettano sugli ospiti, danno voti ai conduttori, pretendono spazio, contestano lo spazio concesso ad altri.
Ho collaborato per anni, in passato, a diversi programmi Rai e posso garantire che il solo vero aspetto detestabile di quel mestiere è l’atteggiamento padronale (e totalmente incompetente, per giunta) con il quale la politica, quasi al completo, si comporta in quelle stanze e in quegli studi.
Compresa una quota di incomparabile cafonaggine: mi è capitato di avere a che fare con star mondiali molto più gentili e alla mano dell’ultimo leaderino di passaggio. Non è questione di “editti bulgari” ma di una prassi quotidiana, di un’atmosfera palpabile che fa sì che di tutti gli ospiti della Rai (migliaia) solo i politici non si comportino da ospiti, ma da padroni di casa.