reporter e cameraman uccisi in diretta tv in virginia -1

MORTACCI SOCIAL - IL KILLER AVEVA PREPARATO TUTTO: VIDEO, PROFILI TWITTER E FACEBOOK, PERCHÉ CONOSCE LA REGOLA GIORNALISTICA DEL ''SENZA FOTO, NON È ACCADUTO'' - MICHELE SERRA: ''SE SMETTESSIMO DI CLICCARE GATTINI, TETTE E SANGUE, I SITI NON PUBBLICHEREBBERO QUESTI VIDEO'' (BUONANOTTE)

1. PROFILI AGGIORNATI DEMO E "LIKE" LA MORTE IN DIRETTA PREPARATA DAL KILLER

Articolo di Farhad Manjoo per il “New York Times” ripreso da “la Repubblica

 

i tweet di bryce williams contro alison parkeri tweet di bryce williams contro alison parker

Da un certo infelice punto di vista, non c' è stato niente di nuovo e nemmeno di molto insolito nell' uccisione in diretta di due giornalisti mercoledì mattina in Virginia. La morte in diretta ricorre con raccapricciante regolarità dall' avvento stesso della televisione, basti pensare ai casi di Jack Ruby che spara a Lee Harvey Oswald, l' assassino del presidente John F. Kennedy nel 1963; e ovviamente l' 11 settembre 2001.

 

La probabilità che la morte si affacci all' improvviso dai nostri teleschermi è tanto ordinaria quanto macabra. Eppure, da un altro punto di vista, il filmato della sparatoria in Virginia caricato da Bryce Williams - il cui vero nome è Vester Lee Flanagan, l' assassino che ha ucciso due suoi ex colleghi dell' emittente televisiva WDBJ7 - rappresenta un' atroce svolta nell' era della condivisione online e dell' onnipresente documentazione video.

bryce williams riprende il momento in cui uccide alison parker e adam ward  3bryce williams riprende il momento in cui uccide alison parker e adam ward 3

 

Gli omicidi, infatti, sembrano essere stati sapientemente studiati per riscuotere la massima diffusione su Twitter, Facebook e la telefonia mobile e, di conseguenza, seminare il massimo terrore possibile. Il filmato di Flanagan mostra un' esecuzione ravvicinata in prima persona. Il video è stato caricato soltanto dopo che i suoi account sui social media sono diventati noti, mentre la polizia era alla ricerca dell' assassino.

 

E, a differenza delle morti in diretta trasmesse in precedenza, queste non sono state semplicemente mandate in onda, ma sono state distribuite online in modo esteso e virale, sfruttando la complicità di migliaia, forse addirittura milioni, di utenti dei social che non hanno potuto fare a meno di guardare il filmato e condividerlo.

bryce williams riprende il momento in cui uccide alison parker e adam ward  2bryce williams riprende il momento in cui uccide alison parker e adam ward 2

 

L' orrore sta nel fatto che il killer aveva anticipato ogni mossa, e che contava proprio sulle dinamiche dei social e sulla nostra incapacità a resistere alla tentazione di guardare quello che aveva postato. Per alcuni questa presa di coscienza è arrivata troppo tardi. Il killer sapeva bene che quando sei su un social network spesso pigi retweet, like o share prima ancora di renderti pienamente conto di quello che stai facendo. Twitter e Facebook si sono subito dati da fare per oscurare gli account di Flanagan, ma non abbastanza rapidamente.

 

Quando la sua presenza social è sparita, il filmato era già stato condiviso abbondantemente da giornalisti e utenti di ogni tipo, varcando il confine tra Internet e trasmissioni televisive del mattino, ed era stato scaricato e ripostato ovunque - dove ormai rimarrà accessibile a tempo indeterminato.

 

bryce williams  6bryce williams 6

Dopo gli omicidi, su YouTube è stato trovato anche un demo reel, nel quale figurano le varie comparsate di Flanagan in televisione come conduttore del telegiornale e reporter: tenuto conto delle sue conoscenze in materia, non sorprende che appaia molto versato in quello che ormai è diventato il rituale mediatico dell' omicidio. Pare che l' omicida sapesse, per esempio, che in una nazione nella quale ogni anno decine di migliaia di persone perdono la vita per le armi da fuoco, l' assassinio di due persone non avrebbe potuto diventare una notizia a livello internazionale, a meno di essere filmata. Come si dice comunemente online, "se non ci sono foto, non è accaduto". Così, prima di entrare in azione, l' assassino ha atteso che la cinepresa della WD-BJ7 fosse accesa e stesse trasmettendo in diretta.

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Ma c' è dell' altro: essendo un giornalista, sembra che il killer avesse compreso anche quanto sono morbosamente irresistibili i filmati girati dai normali cittadini - con le loro riprese un po' tremolanti, le inquadrature soggettive, dal basso, trasmesse e ritrasmesse di continuo in un circolo vizioso diventato uno show abituale nei telegiornali. Di conseguenza, ha fatto in modo di riprendere lui stesso l' intera scena, con quella esperienza tipica della nostra epoca di uso ininterrotto di telefonini che consente di tenere agilmente in mano il cellulare, in questo caso in verticale, e di impugnare con l' altra una pistola.

 

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L' assassino potrebbe aver previsto un' altra cosa ancora: in qualsiasi sparatoria che riceve un' ampia copertura dalla stampa, i giornalisti si precipitano su Internet a cercare notizie sul killer non appena trapela un nome.

 

Flanagan era preparato anche per questo: i suoi social account erano pronti, con tanto di foto professionale e immagini di quando era bambino. Poi, non appena il suo nome ha iniziato a circolare online, pare che si sia collegato subito a Twitter e Facebook, per postare i dettagli di una difesa, di una spiegazione, insieme alla clip delle riprese da lui girate mentre faceva fuoco.

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In un primo tempo, su Twitter ha aleggiato una certa perplessità nei confronti dell' autenticità dell' account del killer, scetticismo giustificato dal fatto che ormai anche mettere insieme un rapido profilo di un assassino, attingendo alle notizie online, è prassi comune del rituale col quale ci si occupa di questo tipo di tragedie. Poi, però, l' account dell' assassino, @ bryce_williams7, ha iniziato a essere aggiornato in diretta, e questo ha posto fine a tutti i dubbi.

 

In 20 minuti su Twitter, l' assassino ha aggiornato il suo status una mezza dozzina di volte, e ha raggiunto il clou caricando il filmato degli omicidi. E adesso, tenuto conto dell' enorme successo di pubblico che ha ottenuto, è assai probabile che questo esempio sarà seguito da altri.

 

 

2. L’AMACA

Michele Serra per “la Repubblica

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Ce l' avevo quasi fatta: ero riuscito a NON cliccare sul video del miserabile che ammazza a revolverate due suoi ex colleghi. Poi i telegiornali della sera si sono incaricati di seppellire questo mio inutile gesto di rispetto. Ci vorrebbero i riflessi di un pistolero per spegnere o cambiare canale in tempo utile, prima che il sogno di un criminale (farsi vedere da tutti, dunque anche da te) si realizzi anche grazie a te.

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Tecnicamente, la verità è questa: siamo noi i mandanti del narcisismo paranoico che arma le persone come quel tizio. Senza pubblico, loro non esisterebbero. E forse non premerebbero nemmeno il grilletto. Ecco un bel nodo da sciogliere, per il nostro futuro: da pubblico indifeso, permeabile a ogni porcheria, a ogni immagine forte, dovremmo diventare un pubblico agguerrito, in grado di oscurare ciò che merita di esserlo. Ma non sappiamo come.

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Né - va detto - chi manovra i media è molto più avvertito di noi, più avanti di noi. Chi manovra i media è solamente capace di contare il numero dei clic, dunque il numero dei clienti. È dunque lui che aspetta da noi un segnale di maturità. Provare a darglielo vuol dire non cliccare più sui gattini in pericolo, sulle tette in mostra, sul sangue da esibizione. E spegnere i telegiornali incapaci di interrompere il circolo vizioso. È un sogno anche questo, lo so: ma ognuno ha il suo. 

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