
GIOCHI DI BILLIONAIRE - RICHARD BRANSON PERDE UNA SCOMMESSA E FA LA HOSTESS SUL VOLO RIVALE (VIDEO)
1. VIDEO - IL MAGNATE BRANSON PERDE LA SCOMMESSA E SI VESTE DA HOSTESS
2. VIDEO - RICHARD BRANSON VESTITO DA HOSTESS SPIEGA LE MISURE DI SICUREZZA
3. BRANSON FA LA HOSTESS IL GIOCO INFINITO DELL'UOMO DEI SOGNI
Matteo Persivale per il "Corriere della Sera"
Qualche anno fa, ricevendo un giornalista della rivista Fortune in costume da bagno, sdraiato su un'amaca della sua villa ai Caraibi, il patron del gruppo Virgin e quarto uomo più ricco del Regno Unito Richard Branson spiegava che il suo sogno, a 13 anni, era creare un impero e dirigerlo dalla spiaggia. Le foto che ieri hanno fatto il giro del mondo, ritwittate a valanga, rimbalzando su Facebook, che ritraevano il barbuto Branson vestito e truccato da hostess (gonna e gambe depilate gli conferivano una certa somiglianza, in biondo, con il Tim Curry di «Rocky Horror Picture Show») sono, per lui, normali.
Branson, nel 2010, da proprietario della Virgin Racing di Formula 1 aveva perso una scommessa con Tony Fernandes, patron della Lotus: la posta - i due sono amici - era bizzarra come da personaggio, «chi perde farà la hostess su un volo della compagnia del vincente» (Branson possiede le linee aeree Virgin, il malaysiano Fernandes la Air Asia). Ieri Branson, la cui scuderia era finita dietro la Lotus, ha pagato pegno sul volo Perth-Kuala Lumpur. Vestito da donna, ha subito rovesciato un vassoio di succhi di frutta in grembo all'amico Tony che non aveva pantaloni di ricambio e ha passato gran parte del volo in mutande (all'arrivo, ridendo, lo ha licenziato in tronco).
La sua carriera è, semplicemente, il sogno di un ragazzino di 13 anni diventato realtà . E anche se tra poche settimane ne compirà 63, è rimasto il giovane che andava male a scuola per la dislessia e aveva lanciato, dalla cantina di una chiesetta, una piccola rivista studentesca, che anni dopo si trasformò in un'azienda chiamata Virgin perché né lui né i collaboratori avevano esperienza di business.
A impressionare più del curriculum da self-made man - categoria non sempre amata nei salotti buoni del Regno, dove gli studi nelle università giuste e l'appartenenza ai club giusti fino a una ventina d'anni fa avevano ancora peso - è la serie di «zingarate» alla «Amici miei» che costellano la sua carriera.
Da una parte ci sono le creature aziendali - Virgin Records nel '72, la linea aerea Virgin Atlantic nel '84, la Virgin Mobile della telefonia negli anni 90 e la Virgin Galactic fondata nel 2004 per fare viaggi turistici nello spazio - dall'altra ecco Branson che attraversa il Pacifico, dal Giappone al Canada, in mongolfiera, Branson che fa bungee jumping impeccabile in smoking buttandosi da un grattacielo di Las Vegas appeso a un gancio (e squarcia i pantaloni in diretta), Branson in sottomarino, Branson che fa windsurf con una modella nuda aggrappata alla schiena a mo' di zaino,
Branson con i guantoni da boxe, Branson vestito da giocatore di football americano con cheerleader a fianco, Branson con le ali da angelo, Branson in tuta spaziale, Branson-007 in acqua al volante di un'auto anfibia, Branson con le braccia coperte di tatuaggi finti, Branson camuffato da gigantesca lattina di cola, Branson in costume da orso, Branson con una tigre di pezza, Branson con una tigre vera, Branson a gravità zero in uno spot, Branson al Carnevale di Rio, Branson-Lawrence d'Arabia, Branson serissimo in giacca cravatta e mutande, Branson che, ridendo felice, usa gli orinatoi a forma di bocca spalancata della toilette maschile di una lounge della sua linea aerea.
Pagliacciate o strategia da promoter? Lui, di solito, ai critici delle sue bravate risponde così: «Cosa volete, incontro difficoltà a dire di no...».




