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LA VERSIONE DI MUGHINI: “PARLANDO DEL FILM DI PIF SUGLI ALLEATI SBARCATI IN SICILIA, BUTTAFUOCO SOSTIENE CHE GLI AMERICANI ‘ERANO I NOSTRI NEMICI’. LO ERANO, CERTO, MA SIAMO STATI NOI A DICHIARARGLI GUERRA. DELL’AMERICA MUSSOLINI NON AVEVA CAPITO E NON SAPEVA NULLA. SBRUFFONE E DILETTANTE”

Giampiero Mughini per Dagospia

 

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Caro Dago, premetto che se nella cultura italiana contemporanea non ci fossero degli intellettuali quali Paolo Isotta e Pietrangelo Buttafuoco che condiscono il loro dandismo in una sorta di brodino filofascista o filofascistizzante, allora bisognerebbe inventarli.

 

pietrangelo buttafuocopietrangelo buttafuoco

Mille volte meglio loro che gli imbecilli 24 ore su 24 dell’“antifascismo” il più rigoroso e totalizzante: e lo ripeto adesso per la centesima volta, dopo il 25 aprile 1945 il termine “antifascismo” andava bandito dalla lingua italiana perché non più attinente alla realtà della politica europea, dov’era invece in gran forma il più delinquenziale e duraturo dei crimini politici, lo stalinismo.

 

Certo che i nostri due eroi (li cito assieme perché fanno una coppia “di fatto” più che Fruttero e Lucentini) ci “provano” tutte le volte che possono. Aizzato dal demoniaco Aldo Cazzullo (un giornalista che per onnivalenza e duttilità e produttività intellettuale non ha rivali) a proposito dell’ultimo film di Pif sugli americani che sbarcano in Sicilia e la invadono, ecco che Buttafuoco la mette così: “Gli Americani erano i nostri nemici”.

IN GUERRA PER AMOREIN GUERRA PER AMORE

 

Nemici, non santi, e dunque gente che quando arrivò in Sicilia non si comportarono tutti alla maniera degli eroi dei film americani. Nemici, sì, sì. Quanto a Isotta, è uno che scrive che la nostra resa agli americani dopo che i loro aerei stavano facendo a pezzi le nostre città, è stato un gesto indecente e vile.

 

IN GUERRA PER AMOREIN GUERRA PER AMORE

Cari amici dandy, non scherziamo con il fuoco. Certo che gli americani erano nostri nemici. Siamo stati noi a dichiarargli guerra, così come avevamo fatto con i francesi messi in ginocchio dalle panzerdivisionen. Peccato che in quell’occasione Benito Mussolini (di cui sono d’accordo con Gianfranco Fini nell’ammettere che è stato uno dei più grandi “statisti” dell’Italia del Novecento) mostrasse di non conoscere il libro che Margherita Sarfatti, un’ebrea che gli aveva insegnato tanto e che era scappata via dall’Italia a causa delle leggi razziali, aveva dedicato alla grandezza e alla complessità degli Stati Uniti d’America. Dell’America Mussolini non aveva capito e non sapeva nulla.

 

IN GUERRA PER AMORE  IN GUERRA PER AMORE

Sbruffone e dilettante. Giovanni Ansaldo gli disse: “Duce, ma lei lo ha mai visto l’elenco telefonico della città di New York?”, e voleva dire che non si dichiara la guerra a uno Stato di quell’entità. E contro la Francia e contro l’Urss e contro l’America siamo entrati in guerra da sbruffoni impotenti. Contro di loro non abbiamo mai vinto una battaglia, e ne sono stati sacrificati italiani a centinaia di migliaia.

 

E’ la guerra, uomini contro altri uomini per la vita e per la morte. Mussolini non è caduto per gli scioperi a Torino, come a me ventenne recitava l’“antifascismo” il più ideologico e fasullo, e bensì perché gli aerei angloamericani distrussero e ammazzarono gente italiana che abitava al Quartiere San Lorenzo. Noi li avevamo eletti nostri “nemici”, che cosa volevate che facessero, in Sicilia o a Montecassino o durante le avanzate in cui le truppe di colore che stavano dalla loro parte stupravano la “Ciociara”?

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Non ho visto il film di Pif. Lo andrò a vedere, naturalmente. Non certo nell’idea di andare a vedere degli angeli vestiti con la divisa delle truppe americane. Nell’idea di andare a vedere un segmento della tragedia italiana provocata dal fascismo e dal suo Duce. Una tragedia che paghiamo a tutt’ora, per quanto nel mondo è diffuso lo sprezzo dell’“identità” italiana.

Giampiero Mughini

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