giampiero mughini paolo mieli ernesto galli della loggia pierluigi battista gad lerner

‘’QUESTA VOLTA DAGOSPIA HA SBAGLIATO BERSAGLIO’’ – MUGHINI: “MIELI È STATO SÌ VICINO AL POTERE OPERAIO ROMANO MA È STATA UNA DELLE SUE CENTO INCARNAZIONI. CERTO CHE AI TEMPI DI TANGENTOPOLI LUI DIEDE CORDA AI DISTRUTTORI DELLA PRIMA REPUBBLICA, MA CHE ALTRO AVREBBE POTUTO FARE UN DIRETTORE CHE IN QUEI MOMENTI DOVEVA VENDERE LE COPIE DI UN QUOTIDIANO? - CON IL CRETINISMO DI SINISTRA GALLI DELLA LOGGIA E PIGI BATTISTA NON HANNO MAI AVUTO NULLA A CHE VEDERE - GAD LERNER C’ERA NELLA REDAZIONE DI LOTTA CONTINUA, MA IN ANNI SUCCESSIVI ALL’ASSASSINIO DI CALABRESI - C’È CHE MI PIACE TALMENTE TANTO LA TUA CREATURA GIORNALISTICA, CHE MI RATTRISTO QUANDO CI TROVO QUALCOSA DA ME DISTANTE. AD ESEMPIO L’ACCANIMENTO CONTRO MATTEO RENZI O CONTRO IL MIO AMICO ALBERTO BIANCHI” 

giampiero mughini

I CHIERICI DEL GIORNALISMO ITALIANO RIMUOVONO GLI “ANNI DI PIOMBO”, TANGENTOPOLI E SEPPELLISCONO IL FU CAPITALISMO DEI POTERI MARCI (DE BORTOLI) – TRAGHETTATI DA PAOLO MIELI DALLA POVERA PUBBLICISTICA DI PARTITO AI RICCHI GIORNALONI TARGATI FIAT, I VARI (E AVARIATI) GALLI DELLA LOGGIA, PIGI BATTISTA E GAD LERNER SBIANCHETTANO TRENT’ANNI DI STORIA ITALIANA PER SALVARE LE LORO FACCE DI BRONZO E QUELLE DEI LORO AMICI

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/smemoranda-nbsp-colpiti-alzheimer-intellettuale-chierici-253730.htm

ernesto galli della loggia foto di bacco

 

LA VERSIONE DI MUGHINI

Giampiero Mughini per Dagospia

 

Caro Dago, mosso da una vis polemica che talvolta accende positivamente un testo e talvolta invece ne attenua la verità, chi di voi ha scritto quel pezzo acre nei confronti del mio vecchio amico “Ernestino” Galli della Loggia e della sua compagnia scrivente, Paolo Mieli e Pigi Battista innanzitutto, ha completamente sbagliato bersaglio.

Graziella Chiarcossi e Franco Zabagli - La biblioteca di Pier Paolo Pasolini

 

Ti scrive uno che quella storia l’ha vissuta minuto per minuto, episodio per episodio, numero di rivista dato alle stampe per numero di rivista dato alle stampe.

 

Ad andare a frugare negli anni della nostra giovinezza, dobbiamo innanzitutto mettere delle date che scandiscano e differenzino le varie stagioni della storia italiana recente.

 

Chi di noi non balbettava favolette di sinistra nella prima metà dei Sessanta e talvolta fino a Sessantotto inoltrato? Mi è appena arrivato il libro che Graziella Chiarcossi e Franco Zabagli hanno dedicato alla biblioteca di Pier Paolo Pasolini. Ho visto che nella sua biblioteca di libri di Lev Trockij ce n’erano appena due, nella mia ce ne stanno diciannove, e non che io sia mai stato un “trockista quartinternazionalista”, ma nemmeno un istante della mia vita.

De Bortoli Paolo Mieli

 

In un qualche cassetto della mia scrivania c’è la ricevuta del vaglia postale che avevo inviato alla redazione torinese dei “Quaderni rossi” di Raniero Panzieri e Vittorio Rieser e questo perché avevo venduto dieci copie della loro rivista, di cui ero un lettore entusiasta.

 

PIGI BATTISTA

Trent’anni dopo telefonai a Rieser da giornalista di “Panorama” a chiedergli una qualche intervista e lui mi rispose che non ci pensava neppure di parlare con “un giornalista borghese” come me.

 

franco moretti

Confesso che se lo avessi avuto davanti la mia replica non sarebbe stata gentile, disprezzo intellettuale a parte, e di disprezzo intellettuale per i miei ex compagni di gioventù ne ho prodotto a vagonate dopo il mio “Compagni addio”.

 

Paolino Mieli, Ernesto, Pigi, il sottoscritto veniamo tutti da quella temperie lì. Ne faceva parte anche Franco Moretti, di cui ho letto con stupore nell’intervista rilasciata ad Antonio Gnoli che non facesse il benché minimo cenno alla Roma della sua giovinezza, quel laboratorio intellettuale dove fummo amici e sodali, ivi compreso Paolo Flores d’Arcais. Che Franco l’abbia cancellata dalla sua memoria? Spero di no. Su quella Roma e sui nostro rapporti di allora potrei ovviamente compilare un’Enciclopedia Treccani.

 

paolo flores d arcais

Paolino Mieli è stato sì vicino al Potere operaio romano ma è stata una delle sue cento incarnazioni, non credo che abbia lordato una sola parola del suo sistema intellettuale con la vicinanza a quel groupuscule di ossessi e talvolta di futuri assassini. E’ stata una delle sue cento incarnazioni.

PIERLUIGI PIGI BATTISTA

 

Ricordo di aver letto sul “Manifesto” l’articolo di una giornalista sua amica che non si raccapezzava che uno come Paolino frequentasse degli immondi figuri quali me ed Ernesto. Probabilmente agli occhi di quella giornalista aveva appalesato un’ennesima sua incarnazione.

paolo mieli. -corriere-della-sera-

 

Tutte incarnazioni di cui era impastato quando divenne il migliore e il più moderno dei direttori di un quotidiano. Il solo che avrebbe potuto tenergli testa e più che questo in quel mestiere sarebbe stato Claudio Rinaldi se la malattia non avesse preso a divorarlo poco più che quarantenne.

 

Certo che ai tempi di Tangentopoli lui diede corda ai distruttori della Prima Repubblica, ma che altro avrebbe potuto fare un direttore che in quei momenti doveva vendere le copie di un quotidiano?

 

Paolo Mieli

Detto questo il Mieli maturo e più compiuto è quello dell’editoriale di prima pagina sul “Corriere della Sera” di oggi dedicato ai debiti che il nostro Paese sta continuando a fare cantando e suonando, un  articolo di spettacolare intelligenza e acutezza. Se c’è uno di cui condivido anche le virgole di quello che scrive è lui.

gad lerner carlo de benedetti

 

Ne sta parlando uno che di Mieli era un amico fraterno ai tempi della nostra giovinezza, col Mieli divenuto direttore non ho mai avuto il benché minimo rapporto. Mai una sola volta. Né del resto ho mai più avuto rapporti con direttori di sorta, e questo in nessun campo della comunicazione intellettuale.

 

Tutt’altro personaggio, schivo e solitario, Ernesto. Con il cretinismo di sinistra Ernesto non ha mai avuto nulla a che vedere, mai e poi mai. Mi spiacque che scrivesse entusiasta del libro di Camilla Cederna contro la famiglia Leone, un libretto zeppo di ingiurie e per le quali pagò danni sonanti all’ex presidente della Repubblica, mi spiace moltissimo che abbia votato per il nulla chiamato 5Stelle, ma sono peccati veniali.

 

adriano sofri

L’intelligenza di Ernesto è una spada intellettuale affilatissima _ forse fin troppo, in qualche passaggio - di cui l’Italia deve essere orgogliosa. L’ “Erenestino” di cui scrive la vostra Dagonota non è mai esistito, lo dice uno che quel tipo di personaggi li ha conosciuti tutti e li potrebbe pesare uno a uno sbagliando solo di qualche grammo.

il commissario luigi calabresi

 

Non parliamo poi di Pigi che era il più giovane di noi tutti, che a tutta prima non voleva fare il giornalista, voleva studiare la letteratura, quel che invece ha fatto il suo amico Franco Moretti.

 

Col cretinismo di sinistra, che è comunque cosa diversa dall’assassinio del commissario Luigi Calabresi (là comincia un’altra e terrificante storia), Pigi nemmeno generazionalmente ha mai avuto a che fare. Contro quel cretinismo ha scritto in questi ultimi trent’anni tonnellate e tonnellate di pagine e di libri. Scusatemi, ma questa vostra Dagonota ha sbagliato bersaglio polemico.

 

roberto d'agostino giampiero mughini foto di bacco

Scendo al punto di difendere Gad Lerner, lui sì da me lontanissimo. Lui c’era nella redazione di Lotta continua, ma in anni successivi all’assassinio di Calabresi. Quando un manipolo di delinquenti di strada uccise l’ex partigiano Carlo Casalegno nell’androne della sua casa torinese, Lerner e Andrea Marcenaro andarono a intervistare Casalegno junior, anche lui un militante di Lotta continua.

GAD LERNER

 

Andrea Casalegno raccontò dolorosamente come la tragedia del padre ucciso avesse scardinato il suo intero sistema intellettuale. Innanzi alle fabbriche torinesi della Fiat alcuni operai si misero a bruciare le copie del “Lotta continua” su cui era quell’intervista. Ai loro occhi Casalegno senior era un “borghese” che aveva offeso i compagni rivoluzionari e che perciò andava punito. Pezzi di merda.

matteo renzi foto di bacco (3)

 

Niente. Potrei continuare per pagine e pagine, caro Dago. C’è che mi piace talmente tanto la tua creatura giornalistica, che mi rattristo quando ci trovo qualcosa da me distante. Ad esempio l’accanimento contro Matteo Renzi o contro il mio amico Alberto Bianchi. 

alberto bianchi

 

ovidio bompressi giorgio pietrostefaniadriano sofri

 

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)