peter berling

IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - SE NE VA UN MITO DEL CINEMA ANNI ’70, PETER BERLING, 83 ANNI - GROSSO, BARBUTO, ASSOLUTAMENTE POCO AFFIDABILE, ATTORE DI FIDUCIA DI FASSBINDER, HERZOG, SCORSESE, DI LEO, KLUGE, MA ANCHE SCENEGGIATORE E CO-PRODUTTORE DI SPAGHETTI WESTERN, SPAGHETTI KUNG-FU, POLIZIESCHI ITALO-TEDESCHI, LUI STESSO TEDESCO TRAPIANTATO DA ANNI A TRASTEVERE

Marco Giusti per Dagospia

 

peter berling

Grosso, barbuto, assolutamente poco affidabile, attore di fiducia di Fassbinder, Herzog, Scorsese, Di Leo, Kluge, ma anche sceneggiatore e co-produttore di spaghetti western, spaghetti kung-fu, polizieschi italo-tedeschi, lui stesso tedesco trapiantato da anni a Trastevere, se ne va un mito del cinema anni ’70, Peter Berling, 83 anni.

 

Lo ricordiamo tutti come presenza fissa e ingombrante nei capolavori del cosiddetto Giovane Cinema Tedesco, titoli come Aguirre, collera di Dio, Fitzcarraldo, Cobra Verde, ma anche come Attenzione alla puttana santa, che aveva coprodotto in Italia, e dove si vantava di essere l’unico etero presente sul set, Veronika Voss, Il matrimonio di Maria Braun.

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Un percorso che lo porta dai primi film del gruppo, Detektive di Rudolf Thome, Whity di Fassbinder, alla produzione di un film come Nel regno di Napoli di Werner Schroeter, giù giù fino a comparire come presenza fissa dei corti meravigliosi girati pochi anni fa da Alexander Kluge che si possono ancora vedere nella mostra del regista a Venezia da Prada a Ca’ Corner della Regina.

 

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Per anni fu il portavoce dei suoi amici Fassbinder e Herzog in Italia, seguendoli in tutti i festival. Affamato di tutto, Peter Berling, pussiano di Obrawalde, nato nel 1934, non si poteva certo limitare al cinema d’arte. Così spaziava in ogni tipo di film, e lo troviamo in capolavori del trash come Il petomane di Pasquale Festa Campanile, come in noir colti, Revolver di Sergio Sollima, o negli spaghetti western più assurdi, Il West ti va stretto amico, che aveva coprodotto, nei boccacceschi, Quando le donne si chiamavano Madonne, o in tardi capolavori di maestri riconosciuti, Satantango di Bela Tarr, Semana Santa di Alejandro Jodorowsky, L’ultima tentazione di Cristo e Gangs di New York di Scorsese. Spazia nel cinema noir di Fernando Di Leo anche in versione gangster italiano, per riapparire in film del tutto diversi, Il nome della rosa di Annaud, Marcia trionfale di Marco Bellocchio.

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Non si fermò al cinema, ovviamente, divenne scrittore di gialli alla Dan Brown tradotti in tutto il mondo, scrisse libri su argomenti del tutto diversi. Divertente, simpatico, sempre cordiale e amico di tutti era una presenza forte e molto nota a Trastevere. 

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