piotta

“ROMA AMA E NON PERDONA” - IL PIOTTA CAVALCA L’ONDA DI “SUBURRA” COL SUO BRANO “7 VIZI CAPITALI” USCITO DUE ANNI FA E SCELTO COME SIGLA UFFICIALE DELLA SERIE NETFLIX - “PARTIRE DA UN ELEMENTO DI CRONACA ALLUNGA LA VITA A UNA CANZONE” RACCONTA IL RAPPER ROMANO - VIDEO

 

 

Carlo Moretti per La Repubblica

 

PIOTTA 2

"Nuda come la bellezza, grande come Roma, santa e dissoluta, Roma ama e non perdona". 7 vizi Capitale, la canzone di Piotta cantata nel 2015 in duetto con il gruppo romano Il muro del canto, sta vivendo un nuovo debutto.

 

Con il suo carico di dialetto e di riferimenti a Mafia Capitale, raro esempio di un rap che incontra le atmosfere tipiche della tradizione musicale romana, il brano ha attirato l' attenzione degli autori di Suburra, su Netflix dall' inizio di ottobre, che l' hanno scelto come sigla finale della serie e nel corso dell' ultima puntata l' hanno voluto persino all' interno del racconto, facendolo diventare parte della narrazione.

 

Suburra by Placido

In questi giorni, inoltre, la canzone viene rieditata in formato vinile 7 pollici arricchita dalla copertina dello street artist Diamond, ma è uscita la prima volta nel 2015 come singolo estratto dall' album di Piotta Nemici e quello stesso anno venne anche scelta dal programma di Domenico Iannacone su Rai 3 I dieci comandamenti a commento di una puntata dedicata a Roma.

 

Piotta non sembra troppo sorpreso da questo continuo ritorno di fiamma tra il pubblico e la canzone, dalla sua natura di long- selling in grado di conquistare sempre nuovi fan. Il rapper romano sottolinea «l' interesse per gran parte suscitato dal potente passaparola che continua a circondare la canzone».

 

suburra la serie 1

Ma anche che nella nuova realtà liquida della Rete «tutto è contemporaneo, immediatamente disponibile, e una canzone non invecchia mai».

 

Piotta ricorda il precedente di La grande onda, la sua canzone uscita nel 2002 che il movimento studentesco dell' Onda adottò nel 2008, facendone uno dei propri slogan: "Mai quest' onda mai mi affonderà", diceva il testo e urlavano gli studenti nelle manifestazioni contro l' allora ministro Gelmini, "gli squali non mi avranno mai, mai quest' onda mai mi affonderà, sha la la la la".

 

 

PIOTTA

«Partire da un elemento di cronaca allunga la vita a una canzone», osserva Piotta, «il risultato fu che La grande onda diventò più famosa di Supercafone ».

 

Tommaso Zanello, questo il vero nome del rapper romano, 44 anni, riconosce che rispetto ai criteri della sua scrittura 7 vizi Capitale fu il punto centrale di una svolta.

 

suburra la serie 9

«Insieme ad altri brani che ho scritto in questi ultimi anni quella canzone ha segnato una differenza rispetto al mio stile precedente: intanto perché nei miei ultimi album le canzoni vengono sempre più spesso intese come capitoli di un libro, ma soprattutto perché, in particolare attraverso 7 vizi Capitale, i dati di cronaca che avevo cominciato a inserire nei miei testi si tramutano in poesia, descrivo la città con immagini e colori notturni e crepuscolari, cosa che mi è capitato di rado, ho sempre preferito puntare sui colori vividi, sui contrasti, sull' ironia, sulla caricatura».

 

Sono stilisticamente lontani i tempi di Supercafone, la canzone che alla fine degli anni Novanta dette a Piotta la notorietà e il suo primo grande successo: « 7 vizi Capitale è notturna e a suo modo poetica, Supercafone era invece solare e decisamente ironica», dice Piotta.

 

PIOTTA 3

Che poi suggerisce come tra l' una e l' altra ci siano anche due diversi modi di intendere la città e di vivere a Roma. Per descrivere le differenze tra allora e oggi, Piotta fa un esempio cinematografico.

 

« Supercafone ha il passo di una città che riesce ancora a ridere di se stessa, in cui resiste un' umanità che oggi non esiste più, quella dei film di Alberto Sordi e Carlo Verdone.

 

SUBURRA IL CAST

A un certo punto il sarcasmo si arena e prende il sopravvento una città più rabbiosa, più cupa.

 

Ma non è affatto escluso che questa diversa visione di Roma possa dipendere dall' età: ho superato i 40 anni, le cose si guardano in maniera diversa ».

 

Oggi poi è tempo di "trap": cosa ne pensa uno dei nomi più noti della vecchia scuola del rap? «La trap non è rap, anche se ne contiene il nome. È paradossale: in un genere in cui conta soprattutto la parola, per la prima volta accade che chi conta di più è il produttore e non il rapper. Però ogni cosa che arriva è figlia di ciò che c' è stato prima».

 

 

 

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…