salvini di maio rai

ARRIVA L'EDITTO GRILLICO, CON LA SOLITA ''RIVOLUZIONE'' IN RAI (CHE NON ARRIVA MAI) - MENO PRODUZIONI ESTERNE, INFORMAZIONE DIVISA DALL'INTRATTENIMENTO, APERTURA DELLE SERIE TV AI MERCATI INTERNAZIONALI, MENO POTERE AGLI AGENTI, PIÙ DIGITALE: SUL SITO I DESIDERATA DEL M5S PER L'AD CHE VERRÀ. ''E RIDISCUTERE ALLA SCADENZA I CONTRATTI DI VESPA E FAZIO''. SAI CHE GLI FREGA A FABIOLO: IL SUO DURA ALTRI TRE ANNI…

Ilario Lombardo per la Stampa

 

matteo salvini luigi di maio

Meno produzioni esterne. Informazione divisa dall' intrattenimento. Apertura delle serie tv ai mercati internazionali. Meno potere agli agenti. Più digitale. Per capire che Rai sarà bisogna seguire dove portano le tracce lasciate nel post pubblicato ieri sul Blog. Un vero e proprio manifesto che contiene le coordinate della tv pubblica che hanno in mente i giallo-verdi. Ma se alla Lega sembra interessare di più chi avrà in mano reti e Tg, per i 5 Stelle in ballo c' è anche una questione di visione, di prodotto.

 

Il modello Fico

I grillini non hanno mai nascosto le proprie idee in termini di servizio pubblico televisivo. Ed è su questo che chiedono la massima adesione ai candidati per il Cda. Toccherà poi all' amministratore delegato scelto dal ministro del Tesoro incarnare queste ambizioni. Nella confusione dei ruoli che spesso avvinghia il M5S, due settimane fa, Beppe Grillo si è augurato un solo canale Rai di Stato, senza pubblicità, e gli altri due sul mercato. Quasi nelle stesse ore Luigi Di Maio indicava in Netflix il modello per la Rai.

 

fabio fazio bruno vespa

Ma in realtà c' è molto di Roberto Fico nelle scelte che il M5S si appresta a fare su Viale Mazzini, sulla governance come sulle indicazioni industriali ed editoriali. E a partire dal metodo anche in questi giorni, come richiesto da Di Maio, c' è stata la massima condivisione con il presidente della Camera, ex presidente della Vigilanza, che più si è speso per una radicale trasformazione della Rai.

 

Per esempio è di Fico la battaglia contro l' eccesso di dipendenza dalle produzioni esterne, come dagli agenti delle star, bersaglio di una risoluzione «contro i conflitti di interesse» fatta passare in Vigilanza la scorsa legislatura. «Nella Rai del governo del cambiamento - spiega Gianluigi Paragone, oggi senatore M5S ma in passato giornalista e dirigente Rai - ci saranno meno appalti esterni e saranno sfruttare più risorse interne per le produzioni». Paragone non vuole fare nomi ma spiega che «non c' è bisogno di affidarsi a tutte queste società che poi sono sempre le stesse e pagano le tasse dove si pagano di meno».

 

roberto fico sospende la seduta

Nel progetto di rivitalizzare l' azienda facendole bastare le sue proprie forze, per Fico è essenziale il rispetto del tetto dei 240 mila come anche della netta e chiara divisione tra informazione e spettacolo. I grillini portano ad esempio due conduttori: Bruno Vespa e Fabio Fazio. Nessuno dei due è un interno della Rai. Entrambi hanno contratti che il M5S vuole ridiscutere alla scadenza. In questi anni Fico ha posto più volte nel mirino Porta a Porta, con la stessa domanda: «Vespa fa giornalismo o spettacolo?».

 

beppe grillo con roberto fico e virginia raggi

Consapevole dei buoni propositi troppe volte bruciati nel passato dalla forza della consuetudine e della convenienza, Fico ha anche definito le nomine del Cda Rai «il primo vero banco di prova di questa legislatura» e ha chiesto di seguire come «unica stella polare l' indipendenza dalla politica». I 5 Stelle assicurano di ambire a una «informazione realmente indipendente e giornalisti non asserviti al partito di turno». Ma poi dicono di puntare «a un' informazione in cui il rigore delle notizie prevalga sui contenitori di commento». «Nessuno vuole chiudere i talk show ma ci auguriamo più notizie, più inchieste, più realtà» dice Paragone.

 

Serie tv e digitale

Da una parte l' informazione «libera», dall' altra «un prodotto audiovisivo di qualità, la sua fruizione su diversi dispositivi, la possibilità di commercializzarlo all' estero». La Netflix pubblica che è il sogno di Di Maio -ma in questo caso c' è anche lo zampino di Davide Casaleggio - è fatta di più fiction, più serie tv, autoprodotte come fa la società di streaming internazionale, e appetibili per l' estero (l' esempio che si fa è quello del buon successo del Cacciatore ).

LUIGI DI MAIO DAVIDE CASALEGGIO

 

Prodotti che dovranno essere fruibili sul web. È questo l' altro pilastro: la Rai come una media company che privilegia il digitale e il multimediale. Irrobustendo Rai Replay, una realtà che si è evoluta a metà secondo Milena Gabanelli che ha pronto il suo portale unico di news su cui ha lavorato prima di lasciare in polemica Viale Mazzini e che ieri ha ritirato fuori sul Corriere . Un progetto a cui guarda con grande attenzione il M5S.

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