DA PARIGI CON FURORE - SONO QUINDICIMILA I JIHADISTI PARTITI DALL’EUROPA, SOPRATTUTTO DALLA FRANCIA, PER ANDARE A COMBATTERE IN SIRIA CONTRO ASSAD (E SE TORNANO SONO PIÙ INDOTTRINATI E INCAZZATI DI PRIMA)
Anais Ginori per "La Repubblica"
Il numero verde è in funzione da appena dieci giorni, ma ha già ricevuto ventiquattro telefonate. Sono genitori che cercano i loro figli. Molti raccontano di un sms o di una lettera ricevuti poco prima della scomparsa. I messaggi si assomigliano tutti. «Vado a difendere le vittime innocenti di un regime assassino». «Parto per un'operazione umanitaria».
«Sono un combattente della guerra santa». Il governo francese si trova davanti a una nuova emergenza, un flusso di ragazzi, talvolta minorenni, che da mesi prendono un biglietto di sola andata per la Siria. Un allarme ormai diffuso in tutta l'Europa. Secondo diverse fonti di intelligence, sarebbero quindicimila i nuovi jihadisti occidentali che hanno deciso di imbracciare le armi accanto agli insorti contro Bashar al Assad.
Ieri si è tenuto a Bruxelles il primo vertice dei ministri dell'Interno dedicato alla nuova "guerra santa" che fa proseliti tra i cittadini europei. Un fenomeno nuovo e finora incontrollato, tanto che il summit è servito innanzitutto a mettere insieme dati. La Francia, dove vive la più numerosa comunità musulmana del continente, è il paese più colpito.
Secondo il ministro dell'Interno, Bernard Cazeneuve, sarebbero circa 500 i militanti arruolati e già 23 i jihadisti francesi morti in combattimento. Quattrocento partenze
sono state accertate nel Regno Unito, quasi duecento in Belgio, un centinaio in Olanda, solo una decina in Germania.
In Italia l'allarme è circoscritto, l'unico caso conosciuto è quello del genovese Giuliano Delnevo, morto a giugno nell'assedio di Aleppo. Dopo tre anni di guerra, il conflitto in Siria è diventato internazionale. La cooperazione tra le intelligence ipotizza un piccolo esercito di 15mila stranieri provenienti da paesi occidentali.
Il vertice europeo dovrebbe servire a rafforzare la cooperazione tra le polizie per la prevenzione e il controllo dei militanti che tornano poi in patria, dopo un forte indottrinamento. Nella riunione erano presenti rappresentanti della Turchia, del Marocco e dalla Tunisia.
Esiste ormai una filiera di nuove leve ben collaudata attraverso Internet e i social network, ma anche la complicità di paesi vicini. «Questi jihadisti non atterrano in Siria con il paracadute », è sbottato Moktar Lamani, rappresentante dimissionario dell'Onu a Damasco.
Proprio a Bruxelles, nel quartiere di Vilvorde, i servizi segreti hanno registrato una quarantina di partenze per la Siria nell'ultimo anno, tra cui i fratelli Ismael e Zacharia, 23 e 17 anni, scomparsi ormai da mesi. Altri due fratelli di Tolosa, Nicolas e Jean-Daniel Bons, sono morti a Homs e Aleppo, dopo aver registrato un video su YouTube nel quale invitavano i «musulmani francesi» a raggiungerli.
La jihad attira anche ragazze: l'ultima segnalazione viene da Carcassonne e riguarda Sarah, 17 anni. L'11 marzo è uscita per andare a scuola. Tre giorni dopo ha telefonato a casa raccontando che era arrivata in Siria. Le famiglie scoprono spesso la radicalizzazione dei figli quando sono già scappati e postano i loro selfie su Facebook imbracciando un kalashnikov.
Alcuni genitori hanno fondato un'associazione che ha diffuso online un film di denuncia dal titolo "Indottrinamento: istruzioni per l'uso". Il video è dedicato a "Nicolas, Billel, Jean-Daniel, Sandra, morti in combattimento" e chiede il ritorno di "Nora, Sarah, Anissa e tutti i nostri figli". La lista potrebbe allungarsi ancora.
SIRIA - I JIHADISTI MOSTRANO LE ARMI COMPRATE CON LE DONAZIONIdonne occidente islam jihad ASSAD STRINGE LA MANO AL CAPO DI STATO MAGGIORE ALI ABDULLAH DAYYOUB Giuliano Delnevo