1- SE RIGOR MONTIS NON SI DECIDE A RINNOVARE IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE, SCADUTO DAL 4 MAGGIO, LA PERMANENZA DI LORENZA LEI SARÀ SEMPRE PIÙ UN CALVARIO 2- DOPO LA DOPPIA BOCCIATURA DEI PALINSESTI, UN ALTRO “INCIDENTE DI PERCORSO”: IL CDA HA BOCCIATO LA MINISERIE “DOMENICO MODUGNO”. CAOS RAI VUOLE CHE NELLE STESSE ORE IN CUI VENIVA CASSATA, LA FICTION, CONTRATTI FIRMATI, INIZIAVA LE SUE RIPRESE 3- È FACILE IMMAGINARE LA GRANDINE DI CAUSE CHE INONDERANNO GLI UFFICI LEGALI RAI 4- IL CONSIGLIO DEL SETTIMO PIANO HA VOLUTO DARE UN’ENNESIMA SCHIAFFO ALLLA LEI IN DISGRAZIA A CAUSA DI INDISCREZIONE CHE LA DAREBBERO RINNOVATA NEL SUO INCARICO 5- MESSAGGIO A RIGOR MONTIS: MANTENERE IN SELLA LA LEI È UNO SBAGLIO: I PARTITI NON LO APPOGGERANNO MAI. A MENO CHE NON VENGA CONFERMATA TUTTA LA BARACCA

1- DAGOREPORT
Rai in bambola. Se Rigor Montis non si decide a rinnovare il consiglio di amministrazione, scaduto dal 4 maggio e rimasto in carica per le questioni di ordinaria amministrazione (oggi la prevista assemblea degli azionisti Rai è stata rimandata a mercoledì 13 giugno), la permanenza al settimo piano di viale Mazzini di di Lorenza Lei sarà sempre più un calvario.

Dopo la doppia bocciatura dei palinsesti, con la scusa del talk affidato e poi cassato a Minoli al posto di Santoro, con Garimberti che ha manovrato il suo doppio voto, per Opus Lei un altro "incidente di percorso" che potrebbe avere serie conseguenze economiche.

Due giorni fa il cda ha bocciato la miniserie "Domenico Modugno", prodotta dalla Caos di Elide De Melli per Rai Fiction, alla regia Riccardo Milani, protagonista Beppe Fiorello con Kasia Smutniak nei panni di Franca, la moglie del mitico Mimmo. A firmare la sceneggiatura Stefano Rulli e Sandro Petraglia, la più celebre coppia della fiction con all'attivo tanti lavori importanti come il film ‘'Romanzo di una Strage''.

Bene. Caos Rai vuole che nelle stesse ore in cui veniva bocciata la miniserie, la fiction, contratti firmati, iniziava le sue riprese. Il motivo della bocciatura è un mero pretesto (la casa di produzione sarebbe indebitata: e chi non lo è con questi chiari di luna?). Ora è facile immaginare, con i contratti firmati, la grandine di cause legali che inonderanno l'ufficio legale della Rai.

In realtà il consiglio del settimo piano ha voluto dare un'ennesima schiaffo al direttore generale. Che negli ultimi tempi è entrata nel mirino dei simpatici consiglieri e del presidente a causa di indiscrezione che la darebbero rinnovata nel suo incarico. A fare le valige il Cda e il presidente.

Quindi, un messaggio a Rigor Montis: puoi mantenere in sella la Lei ma sappi che è uno sbaglio: i partiti non lo appoggeranno mai. E finchè resta in piedi per la governance Rai la famigerata legge Gaspari il destino di Opus Lei è segnato. A meno che non venga confermata tutta la baracca del settimo piano....

2- RAI APPROVATI I PALINSESTI MA GARIMBERTI: RESTANO DEBOLI
Paolo Conti per il "Corriere della Sera"

Approvati ieri i palinsesti Rai autunno 2012-inverno 2013. All'ultimo momento, visto che il progetto di programmazione dovrà essere presentato il 18 e il 20 giugno agli investitori pubblicitari, prima a Milano e poi a Roma. Il piano del direttore generale Lorenza Lei (nella foto) ha avuto il sì del presidente Paolo Garimberti, dei consiglieri di centrodestra Alessio Gorla, Guglielmo Rositani, Antonio Verro, Giovanna Bianchi Clerici. Poi il no di Giorgio Van Straten (area Pd) e di Angelo Maria Petroni (indicato a suo tempo dal ministro Giulio Tremonti), l'astensione di Rodolfo de Laurentiis (Udc).

Determinante Garimberti che si era astenuto la settimana scorsa dopo aver visto, nella prima serata di Raidue al posto di Michele Santoro, il nome di Giovanni Minoli con La Storia siamo noi. Il presidente però fa sapere di mantenere le sue perplessità «sul complesso dei palinsesti per la loro debolezza» e di averli approvati - tecnicamente solo una «presa d'atto» - «perché non si può bloccare all'infinito l'azienda, bisogna dare certezze a chi lavora nelle produzioni e alla Sipra, la concessionaria di pubblicità, che deve vendere gli spazi pubblicitari».

Al posto di Minoli su Raidue ora appare un generico «spazio informativo». Nessuna manovra contro di lui, assicurano al settimo piano di viale Mazzini, ma una raccomandazione di Garimberti (condivisa da Verro e Rositani) perché il dopo-Santoro venga affidato a «un professionista possibilmente giovane, interno all'azienda, di qualità».

Ora il vero interrogativo riguarda la nomina del nuovo Consiglio. Garimberti ha fatto sapere a molti autorevoli interlocutori di avvertire il senso di responsabilità di non lasciare l'azienda senza guida ma di desiderare un'indicazione chiara: dovrà andare via subito, attendere qualche settimana o prepararsi a una proroga di qualche mese?

E, nel caso, con quale rotta da seguire? Domani, mercoledì, si riunirà l'assemblea dei soci Rai. Stando alle ultime voci, l'azionista Rai (il ministro dell'Economia, cioè Mario Monti) non affiderebbe al suo rappresentante alcuna designazione, né del Consigliere e meno che mai di un presidente. Si limiterebbe a indicare un metodo: poteri più forti al futuro presidente con un sistema di deleghe da parte dei consiglieri che verranno votati in Vigilanza, in modo da creare un'agile diarchia presidente-direttore generale.

Questa novità potrebbe indurre il Pd a rivedere il suo no alla partecipazione al voto del nuovo Consiglio e aprire la strada al rinnovo. Ma se così non fosse, a norma di Codice civile, e vista l'impossibilità di procedere in tempi ragionevoli a un cambiamento della legge Gasparri sui criteri di governance, l'unica strada che resta è la proroga automatica dell'attuale Consiglio e del direttore generale uscente, Lorenza Lei: senza nemmeno un atto formale. Intanto ieri la stessa Lorenza Lei si è detta «vivamente soddisfatta» per i risultati degli ascolti nel periodo di Garanzia: «La Rai resta leader sul mercato». Anche se in proroga.

 

 

gero72 elide melliLORENZA LEI BEPPE FIORELLO mss16 paola cortellesi riccardo milani Stefano Rulli Sandro PetragliaALESSIO GORLA E MOGLIE guglielmo Rositaniantonio verroGiovanna Bianchi Clerici

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL MINISTRO DELLE IMPRESE, ADOLFO URSO, SI È SPINTO A DEFINIRE L’AUDIZIONE DI YAKI ALLA CAMERA COME “UN PUNTO DI SVOLTA NETTO” – AL GOVERNO HANNO FATTO UN BAGNO DI REALISMO: INNANZITUTTO LA CRISI DELL’AUTOMOTIVE È DRAMMATICA, E I GUAI DI STELLANTIS NON DIPENDONO SOLO DAI DANNI FATTI DA TAVARES - E POI CI SONO I GIORNALI: ELKANN È PROPRIETARIO DI “STAMPA” E “REPUBBLICA”. MOSTRARSI CONCILIANTI PUÒ SEMPRE TORNARE UTILE…

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...

giorgia meloni donald trump

DAGOREPORT – AIUTO! TRUMP CONTINUA A FREGARSENE DI INCONTRARE GIORGIA MELONI - ANCORA ROSICANTE PER LE VISITE DI MACRON E STARMER A WASHINGTON, LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" SI ILLUDE, UNA VOLTA FACCIA A FACCIA, DI POTER CONDIZIONARE LE SCELTE DI TRUMP SUI DAZI ALL'EUROPA (CHE, SE APPLICATI, FAREBBERO SALTARE IN ARIA L'ECONOMIA ITALIANA E IL CONSENSO AL GOVERNO) - LA DUCETTA NON HA ANCORA CAPITO CHE IL TYCOON PARLA SOLO IL LINGUAGGIO DELLA FORZA: SE HAI CARTE DA GIOCARE, TI ASCOLTA, ALTRIMENTI SUBISCI E OBBEDISCI. QUINDI: ANCHE SE VOLASSE ALLA CASA BIANCA, RITORNEREBBE A CASA CON UN PUGNO DI MOSCHE...