VOLANO STRACCI A VIALE MAZZINI - CI VOLEVANO LE ASSUNZIONI DEI VICE-VERDELLI, MERLO E CORRIAS, PER METTERE D'ACCORDO DESTRA E SINISTRA, DIACONALE E SIDDI-ANZALDI - GRUBER TORNA A RAIUNO A FARE "8 E MEZZO"
1 - VERDELLI SCEGLIE LA SUA SQUADRA. GRANDI FIRME, MA È RISCHIO POLEMICA
Giovanna Cavalli per “Il Corriere della Sera”
Otto ore di discussione e da questo già si capisce che giornata campale è stata ieri quella del consiglio di amministrazione di viale Mazzini. Chiamato ad approvare il piano industriale presentato dall’ad Antonio Campo Dall’Orto e fin qui tutto bene, unanimità raggiunta («troppo generico», borbotta qualche consigliere). Nomina doc: Raffaele Agrusti, già capo delle finanze, diventa pure presidente di Raiway.
La discussione invece si è infiammata (si sentiva gridare dal corridoio) sulla proposta del direttore editoriale dell’informazione, Carlo Verdelli, di creare una task force che lo aiuti a coordinare tg, talk show, infotainment e tutto quanto sia giornalismo in Rai. Come vice-supervisori ha scelto Francesco Merlo, 65 anni, editorialista di Repubblica ed ex inviato del Corriere e Pino Corrias, 60, scrittore e dirigente di Rai Fiction. Diego Antonelli, 45 anni, ora all’Ansa, si occuperà dell’area digital.
In più c’è una mini-redazione di quattro giornaliste, scelte attraverso il job posting interno: Valentina Dello Russo (Tgr Basilicata), Cristina Bolzani (Rainews), Frediana Biasutti (Tg2) e Paola D’Angelo (Esteri Tg2). Da un pezzo i consiglieri si sentono emarginati, sopportati. Ieri, di fronte al pacchetto di nomine «chiavi in mano» di Verdelli, Franco Siddi, area Pd, se n’è andato sbattendo la porta. Poi è tornato, per ribadire la sua contrarietà: «Sono candidature di valore, ma la scelta andava meditata e condivisa, qui non c’è riguardo». E un’obiezione sostanziale: «Merlo è un pensionato e non può essere assunto da un’azienda pubblica».
Contrario anche Arturo Diaconale, centrodestra: «Professionalità indiscutibile, però Merlo è un nome troppo schierato». Nemmeno l’onorevole dem Michele Anzaldi della Vigilanza è entusiasta: «Siamo amici, ma proprio ieri Merlo ha scritto un pezzo contro mezzo Pd». E prevede instabilità aziendale: «Sono vertici deboli, in Rai ti tritano per molto meno». No del sindacato Usigrai: «Infornata di esterni, un insulto». Intanto pare che per Lilli Gruber si avvicini il ritorno. Una prima serata su Raiuno, dopo il tiggì, allo stesso orario di Otto e mezzo, ora su La7. Mentre Bianca Berlinguer, che lascerà, non proprio di sua sponte, la direzione del Tg3, vorrebbe tenersi la fascia notturna.
A Raitre balla ancora la conduzione di Ballarò, confermatissimi Fazio e Sciarelli, idem Gabanelli e Annunziata, già blindate per la prossima stagione. Rivoluzione per Rainews 24 che avrà un palinsesto e diventa una vera rete. Antonio Di Bella (ieri ha fatto anticamera per 4 ore, causa riunione fiume) condurrà un programma tutto suo: Telegram, 10 minuti di racconto della giornata, alle 19.30.
2 - «LA RAI È ALLO SBANDO, SE TAGLIA L`INFORMAZIONE MUORE»
Arturo Celletti per “Avvenire”
Mi hanno chiamato ora dal Cda. Il piano industriale appena approvato all`unanimità è un contenitore vuoto. Non c`è la svolta che il Paese si aspetta, non c`è un progetto chiaro, dettagliato. Dal vertice esce solo l`ennesima triste polemica destinata a scuotere la tvpubblica». Michele Anzaldi, renziano e membro della Vigilanza, sbuffa mentre arrivano i primi particolari di un vertice teso: Carlo Verdelli, il direttore editoriale della Rai, sarebbe stato affiancato da due vice, Francesco Merlo, giornalista di Repubblica e Pino Corrias, attuale capostruttura Rai fiction. «Verdelli si è dimostrato non in grado di gestire da solo le ultime sfide dell`informazione. È scivolato sul caso Vespa e l`intervista al figlio di Riina. Ma il continuo ricorso a professionisti esterni non mi convince. E poi ieri non hanno assunto solo Merlo».
A cosa si riferisce?
È stata annunciata la nomina anche di Diego Antonelli dall`Ansa. E a questo punto i dirigenti esterni assunti dai nuovi vertici fino a oggi sarebbero 21, ma il regolamento impone che non superino il 5% dei dirigenti interni, che sono 267. Quindi la Rai non dovrebbe avere più di 13-14 dirigenti esterni. Ora dall`azienda aspettiamo subito risposte anche su questo.
Che succede in Rai?
Sono otto mesi che tutto è immobile. Che lavora malissimo. Che passa da un incidente a un altro. Una tv pubblica così allo sbando non si era mai vista e non credo che possa bastare la nuova squadra di Verdelli a fare il miracolo.
Il nuovo piano industriale però c`è
Non c`è nulla di vero, non c`è nessun nuovo piano concreto. Capiremo, ma ora che è notte, mi parlano solo di linee guida vuote, generiche. E solo di anticipazioni che fanno venire i brividi. Vogliono ridurre l`informazione, tagliare le edizioni dei tg e lasciare l`organico inalterato. Mille e seicento giornalisti e cento direttori... È assurdo, solo assurdo.
Assurdo?
La riduzione dell`informazione è una scelta pericolosa. Che apre inquietanti interrogativi perché la capacità di informare deve restare la vera differenza tra la Rai e le tv commerciali. E invece sono stati buttati otto mesi in chiacchiere superpagate. Così la tv pubblica muore.
Si spieghi.
I nuovi vertici si sono insediati ad agosto. Io ho votato Monica Maggioni. Convinto. È una brava giornalista e ha capacità e qualità, ma anche lei in questa fase mi pare arrancare. Non vedo qualità. Non vedo programmi di approfondimento. Non vedo attenzione alle grandi questioni che scuotono la società. Così non solo non fai servizio pubblico, ma perdi anche ascolti. Gli italiani non pagano 2 miliardi di canone per l`intrattenimento; pretendono qualità.