segreti di famiglia

IL CINEMA DEI GIUSTI - CON “SEGRETI DI FAMIGLIA”, JOACHIM TRIER ESCE DALLA NORVEGIA E TENTA IL FILM INTERNAZIONALE, PARLATO IN INGLESE E CON STAR STRANIERE - L'IDEA È LA FRANTUMAZIONE DI UNA FAMIGLIA ALLA MORTE DELLA MADRE

SEGRETI DI FAMIGLIASEGRETI DI FAMIGLIA

Marco Giusti per Dagospia

 

Se non esce almeno un film con Jesse Eisenberg a settimana non siamo contenti. Perché Jesse Eisenberg interpreta perfettamente il giovane tormentato di questi anni, un po’ nerd, un po’ furbo, forse un genio, ma sicuramente pieno di tormenti e per nulla simpatico. E’ così anche in questo Segreti di famiglia del norvegese Joachim Trier (sì, è un lontano cugino di Lars), visto un anno fa a Cannes in concorso col titolo originale Louder Than Bombs.

 

Joachim Trier, qui al suo terzo film, dopo gli interessanti Reprise e Oslo, 31 August, tutti scritti assieme al suo sceneggiatore Eskil Vogt e costruiti su complessi rapporti sentimentali, in questo caso esce dalla Norvegia e tenta il film internazionale, interamente parlato in inglese e con star straniere. L'idea di partenza è la frantumazione di una famiglia alla morte della madre, Isabelle Huppert, celebre fotografa di guerra del "New York Times" (ovvio).

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Il padre, Gabriel Byrne, se la deve vedere sia con un figlio adolescente, Devin Druid, che rifiuta ogni tipo di dialogo con lui, ritenendolo responsabile della depressione e della morte della madre, sia con il figlio maggiore, Jesse Eisenberg, da poco sposato e padre, che non sembra felice della sua situazione sentimentale e riordina l'archivio della mamma sentendone tutto il peso e la sua grande mancanza.

 

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Su tutta la famiglia, insomma, sembra pesare enormemente la perdita di una madre forte e geniale, anche se non troppo presente all'interno della famiglia. E tutti cercano di risolvere il dolore con nuove situazioni sentimentali. Alla fine tutte le pesanti verità sbandierate nel titolo e nella trama, però, non verranno dette. Così il film rimane un po' sospeso, avvitato su una serie di personaggi che non capiamo fino in fondo e che forse non ci va neanche di capire. In sala dal 15 giugno.

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Il modello e' quello del film indie americano, con i caratteri giovanili in formazione, e si capisce la difficolta' del regista che gioca fuori casa, ma tutte le trame che si aprono all'inizio non vengono mai chiuse e l'indifferenza trionfa. Cosi' cosi', insomma. E altro film che si poteva vedere quest'inverno in tv.

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