REMOTTI CI MANCHI! – VA IN ONDA SU SKY ARTE “HO RUBATO LA MARMELLATA”, DEDICATO AL GRANDE ARTISTA – IL TRASFERIMENTO IN PERÙ, L’OSPEDALE PSICHIATRICO, LA COMUNE A ANGUILLARA. DENTRO C’È TUTTO QUELLO CHE UN DOC PUÒ CONTENERE, SOPRATTUTTO “QUELLA ROMA PUTTANONA BORGHESE, FASCISTOIDE, DEL ‘VOLEMOSE BENE E ANNAMO AVANTI…” - VIDEO
Stefania Ulivi per il "Corriere della Sera – Roma"
«E me ne andavo da quella Roma addormentata, da quella Roma puttanona, borghese, fascistoide. Quella Roma del "volemose bene e annamo avanti", quella Roma delle pizzerie, delle latterie, dei "Sali e tabacchi", degli "Erbaggi e frutta...».
C' è, anche, il suo poema più celebre, l' appassionata invettiva Mamma Roma addio. C' è tutto quello che un doc può contenere in Ho rubato la marmellata. Vita di un artista politicamente scorretto che Gioia Magrini e Roberto Meddi hanno dedicato al loro amico Remo Remotti, prodotto da Ruvido Produzioni con Istituto Luce Cinecittà.
locandina del 1975 di remo remotti
Oggi, a tre anni dalla scomparsa, avvenuta il 21 giugno 2015, Sky Arte lo trasmette in omaggio a una personalità, per dirla con gli americani, larger than life. Sempre oltre i limiti dell' ordinario.
E, certo, lo sanno anche gli autori che non basta un film a raccontare uno come Remotti che di vite ne ha vissute e sfidate più d' una. Nato nel cuore della Roma borghese nel 1924 in pieno consolidamento del regime fascista, orfano di padre appassionato di canottaggio che gli fece scoprire l' amore per il Tevere a soli 12 anni.
Il trasferimento in Perù, l' arte, Milano, il ricovero in ospedale psichiatrico, Berlino, la comune a Anguillara, il sodalizio con Nanni Moretti, ancora l' arte con la mostra di quadri e sculture per i suoi novant' anni «Ho rubato la marmellata» alla galleria De Crescenzo & Viesti.
Nel doc i filmati degli autori che lo conoscevano benissimo - «Abitiamo anche a Anguillara, sul lago di Bracciano dove lui aveva lo studio, quindi è un ricordo costante.
Per noi Remo è come un genius loci, sempre presente, con la sua intelligenza e il suo spirito dissacratorio tipicamente romano, caratteristico di chi ha vissuto sotto lo Stato Pontificio, sempre un po' cinico» - si mescolano ai racconti di Michele Serra, del critico Gianluca Marziani, di Giampiero Solari, Massimiliano Bruno, e ai ricordi della moglie Luisa Pistoia e della figlia Federica. E alle sue parole. «Se vuoi essere libero non c' è epoca o latitudine che tenga».
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