tutti a casa

STREAMING DA PRENDERE SUL SERIO - LA MIGLIORE IDEA DELLA QUARANTENA È ''TUTTI A CASA'' (VIDEO), UN FORMATTINO PICCOLO PICCOLO, PENSATO E CONDOTTO DA FRANCESCO LANCIA, SPALLEGGIATO DA FRANCESCO DE CARLO, E OGNI GIORNO (ALLE 21:30 PIENO DI OSPITI DELLA STAND-UP COMEDY ITALIANA. IERI SERA EDOARDO FERRARIO, VALERIO LUNDINI, CHIARA GALEAZZI, MICHELA GIRAUD E IL MAESTRO WALTER FONTANA. A UN CERTO PUNTO, È ARRIVATO ANCHE CALCUTTA

 
 

 

 

Gianmaria Tammaro per Dagospia

 

In un’Italia che si è risvegliata appassionata di dirette Facebook, Instagram e Youtube, e in cui chiunque ci tiene a intrattenere l’altro con un videino, con una sciocchezza, con una battuta filmata per il piacere di condividerla, l’unico programma – pardon: non programma – che vale la pena di guardare, e di seguire e di commentare live, è “Tutti a casa”. Che, sorpresa, non è il nuovo venerdì sera di Rai1, e nemmeno di Rai2. E nemmeno delle reti Mediaset, o della liberissima La7 di Cairo.

 

tutti a casa

È un formattino piccolo piccolo, pensato e condotto da Francesco Lancia, spalleggiato da Francesco De Carlo, e ogni giorno (verso le 21:30) pieno di ospiti della stand-up comedy italiana. Ieri sera c’erano Edoardo Ferrario, Valerio Lundini (chi è più Lundini di Lundini?), Chiara Galeazzi, Michela Giraud e il maestro Walter Fontana. A un certo punto, è arrivato anche Calcutta, che ha immediatamente seguito gli altri sulla strada del cazzeggio, dividendosi tra ambientalismo, emergenza virus e quarantene forzate. Da quando sono a casa da solo, ha detto, mi sento più intelligente; datemi qualche altro giorno e vi trovo il vaccino.

 

L’idea del programma non programma di Lancia e De Carlo è estremamente semplice: è una lunghissima videochiamata su Facebook dove non si vedono altro che le facce degli ospiti. E visto che siamo in Italia, la connessione è quella che è, e quindi tra frame smorzati, improvvisi blocchi e audio distorti, il risultato finale è due volte esilarante: non solo arriva la battuta, ma arriva anche con il filtro “ehilà, il mio wifi fa pena”.

 

tutti a casa copia

Ma la cosa veramente straordinaria di “Tutti a casa”, tra grafiche semplicissime, scritte giallognole che colpiscono direttamente l’iride di chi guarda (si fa fatica, dopo, a mettere a fuoco altro…), e ospiti sempre diversi (ieri c’era anche Sio, il fumettista), è come si riesca a trovare il tempo per parlare seriamente – no, davvero: seriamente, senza ridere – delle ultime notizie sul coronavirus, di quello che sta succedendo nel mondo, e di come gli italiani, anime canterine che alle sei di ogni dì s’affacciano al balcone, stiano affrontando l’emergenza.

 

Lancia, De Carlo e il resto della squadra (Lundini: vogliamo più Lundini!) tengono il palco virtuale creato da Zuckerberg con estrema nonchalance, non prendendosi mai, mai, sul serio (eccolo qui, il segreto; ora andate a spiegarlo anche a quelli che, in televisione, devono rilanciare ogni due per tre su un pubblico assente: ci dispiace, scusate, facciamo quel che si può). In più, aggiungeteci anche questa: sanno improvvisare, sanno interagire gli uni con gli altri; non ci sono tempi morti dettati dall’incertezza, sicuramente – altro straordinario segreto – non ci sono argomenti di cui si può e non si può scherzare (ieri, chissà come, la conversazione è finita sui genitali e sul loro odore…).

 

tutti a casa

“Tutti a casa” è la cosa migliore di questo isolamento forzato, e ci dispiace per tutti gli altri: per quelli che fanno live chilometriche sostenuti da questo o da quell’ente, e che si perdono in un bicchier d’acqua; o per quelli che, veterani del piccolo schermo, si trovano improvvisamente fuori dal loro elemento, senza una claque continua e perenne, senza uno studio che li accolga e non li respinga. “Tutti a casa” fa, nel suo piccolo, nella sua miseria produttiva, nel suo 4G singhiozzante, quello che dovremmo imparare a fare tutti: vivere il momento, godercelo, sfruttarlo fino in fondo.

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