1. IL “TERRIBILE LUGLIO” DI HOLLYWOOD: IL FLOP DEI KOLOSSAL DA 100 MILIONI $ (IN SU) 2. “TOP OF THE FLOP”, “THE LONE RANGER”, COSTATO 225 MILIONI $ CHE NONOSTANTE JOHNNY DEPP, HA INCASSATO 29 MILIONI $ NEL WEEKEND DI ESORDIO 3. GIUSTI: “ATTENTI, QUELLO CHE OGGI PUO' SEMBRARE UN ERRORE, E' MAGARI SOLO UN TENTATIVO DI SONDARE UN MERCATO DIVERSO. LA VERA BOMBA, SOLO IN PARTE SCOPPIATA, È L'APERTURA AL MERCATO CINESE CHE DOVREBBE AMPLIARE IL MERCATO DEL 36 PER CENTO”

1. IL "TERRIBILE LUGLIO" DI HOLLYWOOD
Dagotraduzione dal "Daily Mail"

Hollywood si sta preparando a uno dei mesi più deludenti della sua storia recente dopo aver bombardato il botteghino con una serie di grandi produzioni.
Questa estate oltre 20 film, che potevano vantare un budget di almeno 100 milioni di dollari, si sono fatti una concorrenza spietata per riempire le sale.

"Top of the flop" sembra essere "The Lone Ranger" - film della Disney costato 225 milioni di dollari - che nonostante i ruoli da protagonista affidati a Johnny Depp e Armie Hammer, ha incassato soltanto 29 milioni dollari dal weekend di esordio del 4 luglio.

Questo flop seguiva quello di "White House Down" - prodotto dalla Sony per 150 milioni di dollari - che ha ottenuto solo 25 milioni di dollari nel fine settimana del 28 giugno.

Preoccupa anche il film di fantascienza "Pacific Rim", diretto da Guillermo del Toro e costato 180 milioni dollari, per il quale è previsto un incasso al debutto di circa 30 milioni dollari. Il thriller d'azione "RIPD", con Jeff Bridges e Ryan Reynolds nelle vesti di due poliziotti non-morti, si prevede possa arrivare a 15 milioni, nonostante un pesante budget di produzione di 130 milioni di dollari.

Ed anche la solitamente affidabile casa di produzione Dreamworks potrebbe inciampare con "Turbo", film d'animazione da 135 milioni sulle avventure di una lumaca con la passione per la velocità: si aspetta un debutto misero nel primo fine settimana.

E' una tendenza che parte da lontano, da quando nel luglio 2012, l'ultimo capitolo su Batman di Christopher Nolan ("The Dark Knight Rises") incassò 168 milioni dollari. Ma secondo un'analisi pubblicata da thewrap.com ci potrebbe essere un'inversione di tendenza all'orizzonte.

"Grown Ups 2" con Adam Sandler - produzione Sony da 80 milioni di dollari - potrebbe portare a casa tra i 40 e i 45 milioni nel primo weekend. E lo spin-off di "X-Men", "Wolverine" con Hugh Jackman prodotto da Fox, viene dato sui 70 milioni di incasso all'anteprima del 26 luglio.

In molti sperano che il "terribile luglio" possa rivelarsi solo un incidente di percorso dopo i record di incassi registrati a maggio e a giugno con film come 'Man of Steel' e 'Monsters U'. Agosto vedrà il debutto di "Two Guns" con Denzel Washington e Mark Wahlberg, poi di "I Puffi 2", "Elysium" con Matt Damon e Jodie Foster, "Siamo i Miller", il seguito di Percy Jackson e "Planes".

2. LA CINA E' VICINA
Marco Giusti per Dagospia

Alla fine l'hanno capita anche gli americani che tutti questi kolossal su supereroi e zombi, questi sequel numero quattro e cinque, queste battaglie infinite per il possesso della terra tra New York e Hong Kong possono averci fortemente rotto il cazzo. Ma quello che viene visto come il grande disastro dei kolossal di luglio in America, da quello del coraggioso "The Lone Ranger" di Gore Verbinski a quello annunciato ma non ancora verificato di "Pacific Rim" di Guillermo Del Toro, nasconde in realta' l'insofferenza della major e dei loro ormai veri padroni, le banche, rispetto a qualsiasi innovazione che tenti la via del rischio per sperimentare un'idea che vada fuori dai confini rigidi del remake, del reboot e del sequel.

Magari ci si poteva aspettare che andasse male un western fuori tempo come "The Lone Ranger", visti gli scarsi risultati che tutti i tentativi fatti sul genere, Tarantino a parte, avevano dato. Ma va detto che, oltre al fatto che dopo quattro film di pirati, magari, Johnny Depp e Gore Verbinski si sentissero un po' stanchi della ripetizione infinita delle avventure di capitan Sparrow e si potessero ben permettere, dopo tanti successi, di tentare nuove strade, mettendoci qualcosa di più profondo, ad esempio sulla cultura indiana e sul genocidio compiuto dai bianchi.

E va detto pure che un film come "Pacific Rim" di Guillermo Del Toro rilegge la cultura dei robot e dei mostri giapponesi con occhi più sofisticati dei "Transformers" di Michael Bay e ci lascia la domanda su cosa avrebbe potuto fare il regista messicano alle prese con "Lo Hobbit", visto che lo doveva dirigere lui prima del ritorno alla regia della saga di Peter Jackson.

Non sempre, infatti, vince l'idea del prodotto sicuro costruito a tavolino dai manager delle major, come non vince il reboot facile, come quello del nuovo "Spiderman", che ha spinto fuori dai giochi un maestro come Sam Raimi, che si e' vendicato dirigendo un "Oz" campione assoluto del box office, capace di sperimentare nuove idee e di lanciare internazionalmente come superstar James Franco, ben più giovane di Johnny Depp.

Inoltre il mercato si e' allargato e modificato enormemente e punta fortemente all'Asia, come dimostrano sia "Pacific Rim" che "War World Z" che i tanti nuovi progetti hollywoodiani di ispirazione asiatica ("47 Ronin"). La vera bomba, ancora solo in parte scoppiata, è l'apertura al mercato cinese. Qualcosa che dovrebbe ampliare il mercato, secondo quanto scrive "Les Inrock", del 36 per cento.

In Cina la febbre del cinema e' tale che ogni giorno nascono dalle cinque alle dieci sale. L'esatto opposto di quello che e' accaduto in Italia. I problemi del mercato cinesi sono finora due, l'esiguo numero dei film ammessi nel paese, solo 70, e la censura. Che obbliga le major a costruire delle vere e proprie versioni speciali per la Cina, come e' accaduto per "Skyfall".

Ma un film come "War World Z", pensato per questo nuovo mercato globale e bloccato al primo passaggio alla censura cinese, se fosse sbloccato nel secondo passaggio, modificherebbe realmente il suo percorso al box office. E la stessa cosa potrebbe accadere con "The Lone Ranger" e soprattutto "Pacific Rim".

Più che probabile insomma che la partita si giochi con regole nuove pensando non solo a un mercato ampliato, il 36 per cento in più apre scenari devastanti, ma anche a gusti che non sono i soliti. E quello che oggi puo' sembrare un errore, e' magari solo un tentativo di sondare un mercato diverso. La battaglia, insomma e' appena iniziata e non e' detto che vada a finire come era iniziata.

 

 

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