UNA TRUPPA DI ARGENTINI SUL VOLO DEL PAPA IN TERRA SANTA, GUIDATI DALLA “FAVORITA” ALICIA BARRIOS (GLI ITALIANI INVECE CALANO) - UN GIUDICE RESUSCITA LA CURA DI BELLA
A cura di Riccardo Bocca e Primo Di Nicola per "l'Espresso"
1. PALAZZO CHIGI ANTIDROGA E ANTIGIORNALI
La presidenza del Consiglio chiede soldi a undici quotidiani per un'inchiesta sull'uso dei finanziamenti statali per la lotta agli stupefacenti. Un'iniziativa senza precedenti, portata avanti dall'avvocatura dello Stato per conto di Palazzo Chigi e del Dipartimento politiche antidroga: al centro degli articoli sono proprio le iniziative condotte a Verona da Giovanni Serpelloni, che dal luglio 2008 guida la struttura governativa incaricata di contrastare la diffusione degli stupefacenti, e che prima era dirigente della Asl della città veneta.
Colpisce soprattutto la decisione presa dall'esecutivo mentre era premier Enrico Letta di procedere con lo strumento della causa civile, chiedendo 800 mila euro ai direttori de "la Repubblica" e di altri dieci testate locali del gruppo l'Espresso, oltre ai giornalisti autori delle inchieste e all'ex eurodeputato Franco Corleone, intervistato negli articoli.T. M.
2. ELEZIONI A BARI CAMPAGNE SGRAMMATICATE
Il dialetto e la sgrammaticatura entrano nella campagna elettorale dei principali candidati sindaci di Bari. Per il Pd Antonio Decaro, dopo il video "Sciamanin" (che significa "andiamo") dove ha recitato con la ministra Maria Elena Boschi ottenendo una pioggia di critiche a livello nazionale, arrivano anche i manifesti con lo slogan tra l'italiano e il dialetto «Il mio sindaco non mi acchia la fatica (cioè "trova un impiego") ma crea lavoro per Bari». Non ha voluto essere da meno il candidato del centrodestra Domenico Di Paola, che dopo aver cambiato agenzia e slogan in corsa, passando da "C'è Di Paola" che faceva un po' Guevara a "Bari Merita" declinato in «più pulizia", più turismo, più lavoro» ha lanciato il manifesto 6x3 "Bari merita tu".A.Cal.
3. CNEL CIMITERO, MA SEMPRE UTILE
Pochi giorni dopo che il premier Matteo Renzi aveva annunciato l'intenzione di chiudere il Cnel (Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro), costoso cimitero degli elefanti per ex sindacalisti, imprenditori e professori rottamati, nel quadro della lotta alla burocrazia, il presidente della Commissione bilancio della Camera Francesco Boccia, lettiano di ferro, ha convocato proprio il vertice del Cnel per un parere sul Def, il Documento di economia e finanza. Ad Antonio Marzano, l'ex ministro dello Sviluppo economico di Silvio Berlusconi, da anni parcheggiato al vertice di Villa Lubin, non è parso vero, dopo mesi di polemiche sull'inutilità del suo ente. Così si è precipitato alla Camera in pompa magna, scortato da una delegazione di quattro funzionari. R.M.
4. SABATINO ARACU CONDANNATO ANCORA IN PISTA
Sono passati ormai quasi dieci mesi dalla condanna a quattro anni per concussione, inflittagli dal Tribunale di Pescara, nell'ambito del processo sulla sanitopoli abruzzese. Ma nonostante il codice di comportamento sportivo del Coni parli chiaro («I componenti delle federazioni sportive, che sono stati condannati, ancorché con sentenza non definitiva, sono automaticamente sospesi»), l'ex deputato del Pdl Sabatino Aracu resta ancora presidente della Fihp, la Federazione italiana di hockey e pattinaggio.
Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha fatto sapere di non poter fare nulla per costringere Aracu a fare un passo indietro «perché il codice di comportamento sportivo, che prevede la sospensione in caso di condanna, deve essere recepito dalle singole federazioni». E la Fihp non lo ha fatto.G. Pagl.
5. CONTRO TERNA - NIMBY A CASA MARCEGAGLIA
I Marcegaglia cedono alla sindrome Nimby. Così, almeno, suggerisce l'ultima battaglia della dynasty dell'acciaio, contro lo spostamento dell'elettrodotto che va da La Spezia alle colline pisane. Nel progetto di Terna, pronta a cambiar volto a splendidi paesaggi della Lucchesia, la popolazione vede pericoli tanto per la salute quanto per il valore delle proprietà , compresa quella di Antonio Marcegaglia, timoniere del gruppo di famiglia con la sorella Emma, ex leader di Confindustria.
Postisi alla guida del comitato di protesta toscano, i manager del colosso siderurgico, in una recente assemblea pubblica a Lucca, hanno incalzato a suon di domande un malcapitato ingegnere di Terna. Al gestore della rete, ora, serve il via libera del ministero dell'Ambiente retto da Gianluca Galletti. Ovvero il delfino di quel Pierferdinando Casini con cui Emma Marcegaglia coltiva un'antica amicizia.T. W.
6. SANITÃ - INTANTO RISORGE LA CURA DI BELLA
«Può ritenersi attestata una soggettiva utilità del multitrattamento Di Bella, che non risulta in contrasto con il principio della non condivisa validità terapeutica della cura». à con questa motivazione che lo scorso 14 aprile il giudice del lavoro del Tribunale di Brindisi, Maria Cristina Mattei, ha imposto all'Asl di somministrare gratuitamente per un anno i farmaci della terapia Di Bella a una paziente affetta dalla sindrome di Von Hippel-Lindau che aveva presentato ricorso d'urgenza, invocando la tutela del diritto alla salute.
Nel settembre del 2012 alla paziente, che aveva già subito vari interventi chirurgici per l'asportazione di neoplasie al cervello e al midollo, erano stati diagnosticati carcinomi a entrambi i reni. Scartata la chirurgia, ritenuta non risolutiva, aveva scelto di ricorrere al trattamento Di Bella, sostenendo che in poco più di un anno - a quanto risulta dalla documentazione prodotta e da una consulenza tecnica - ne avrebbe favorito il contenimento e la regressione.Pi. Fal.
7. MONTI MANGIA E NON SALUTA
Probabilmente non ci vedeva più dalla fame. Fatto sta che entrando in un ristorante di Roma, l'ex premier Mario Monti non si è accorto che tra quei tavoli stava cenando anche Andrea Vecchio, deputato di Scelta civica (il partito proprio da Monti fondato). «Ha fatto finta di non conoscermi e non mi ha salutato», ha detto Vecchio. Irritato al punto che ha annunciato l'addio al partito, e poi però ci ha ripensato.G. Pagl.
8. SPENDING REVIEW TAGLIATE QUELLE CAMERE
Arriva la stretta sugli stipendi anche ai vertici delle Camere di commercio italiane. Il ministero dello Sviluppo economico ha infatti emanato una direttiva che estende a questi enti il divieto di superare, per la remunerazione dei loro vertici, il compenso del primo presidente della Corte di Cassazione (311 mila euro lordi l'anno). Cifra che dovrà ora probabilmente scendere ai 240 mila euro riconosciuti dal presidente della Repubblica. Al dicastero retto da Federica Guidi si sono accorti che molte Camere di commercio, grazie al cumulo delle cariche dei loro vertici, arrotondavano non poco gli emolumenti erogati.
Tra i casi più clamorosi, quello del segretario generale (da ben tredici anni) della Camera di Milano, Andrea Chevallard, la cui retribuzione annua lorda risultava di soli 43 mila euro ma che sfiorava invece i 200 mila lordi grazie ai suoi altri incarichi: direttore dell'Unione delle Camere lombarde, consigliere della Fiera di Milano, amministratore delegato di altre due società , presidente dell'Accademia del Teatro alla Scala, presidente del collegio sindacale di Infocamere. Senza parlare della parte variabile fino ad un massimo di quasi 60 mila euro.R.M.
9. MUSEO FELLINI - TANTE PROMESSE, POCHISSIMI SOLDI
Dal ministero ai Beni culturali solo un assordante silenzio. Da Bruxelles e dalla Regione Emilia Romagna molte promesse ma nessun finanziamento. Il progetto di un museo dedicato a Federico Fellini, con tanto di centro studi internazionale sulla sua opera, rischia a Rimini di rimanere un bel sogno. Dopo la chiusura della fondazione a lui dedicata, oggi in liquidazione, a crederci davvero nella possibilità di realizzare un'area espositiva - 50 sale su due piani nel vecchio ospedale di Rimini - è rimasto solo il Comune della città natale del grande regista.
Tra bozzetti, costumi di scena, come quelli di "Casanova" e "Roma", lettere, scenografie originali e disegni (tra i quali quelli del "Libro dei sogni", valore 800 mila euro), il museo dovrebbe offrire un affresco della genialità di uno dei più acclamati protagonisti della storia del cinema. Il sindaco Andrea Gnassi lo ha indicato tra gli obiettivi del mandato legislativo, da inaugurare quindi, entro due anni. Ma, almeno per ora, non ha compagni di viaggio.N.R.
10. SOTTO ACCUSA LA RIVISTA AZIENDALE - L'AMA? PRODUCE CARTACCE
P. C. - Non bastavano Parentopoli e le foto dei maiali tra l'immondizia. Sull'Ama piove un'accusa paradossale: l'azienda romana dei rifiuti sporca. Lo scrive in una interrogazione il deputato Pd Michele Anzaldi, che cita le 20 mila copie mensili di "Amaroma", rivista gratuita voluta da Gianni Alemanno e che Ignazio Marino non ha cassato. Per Anzaldi, le copie, ignorate dai cittadini, sono «un aggravio di lavoro per gli addetti alla raccolta».
E le pagine sul calcio "Appunti biancocelesti" e "Appunti giallorossi" «nulla c'entrano con la mission aziendale». Il direttore di Amaroma, ricorda Anzaldi, è Daniele Petraroli, in Ama dai tempi di Alemanno e redattore fino al 2008 de "L'Italiano", giornale vicino alla Banda Mokbel. Nella gerenza figurano il docente Saverio Scarpellino, legato all'ex sindaco attraverso la fondazione Nuova Italia, ma anche Eleonora Lucchetti, in azienda dai tempi di Walter Veltroni.
11. VATICANO - QUANTI ARGENTINI CON FRANCESCO
Ma. Ge. - Effetto Bergoglio sulla lista dei 73 cronisti ammessi al volo che porterà il Papa in Terra Santa il 24 maggio. Tra i prescelti una giornalista argentina che Bergoglio ha particolarmente a cuore, Alicia Barrios di "Crónica», «la que más sabe del Papa», quella che meglio conosce il pontefice, sua amica di vecchia data, autrice del libro "Mi amigo el padre Jorge" e ormai habitué in Vaticano.
Salirà sul volo papale insieme al marito, Hernan Bernasconi, l'ex giudice che fece arrestare il manager di Maradona, avvocato dei desaparecidos, lui stesso sequestrato e torturato. Oltre a loro, ci saranno gli inviati del "ClarÃn", de "La Nación", di "Radio Continental". Più il cameraman di "Canal 13". Tanti argentini sul volo del Papa non si erano mai visti. Quattordici invece gli italiani, inviati di "Avvenire" e "Telepace" compresi. Con Ratzinger nel 2009 in Terra Santa erano in 25 su 70. Con l'avvento di Bergoglio i posti "riservati" si sono ristretti.
12. A SAN MARINO IL DIVORZIO Ã BREVE
Se in Italia resta un sogno, a San Marino il divorzio breve è realtà . Nella Repubblica del Titano le coppie che scoppiano non dovranno più andare in tribunale per porre fine al loro matrimonio: se non hanno figli, basterà semplicemente che si presentino davanti a un notaio e il gioco sarà fatto (nulla cambia, invece, quando ci sono pargoli in ballo). L'innovazione arriva con la legge sul notariato varata a fine aprile dal Consiglio Grande e Generale, il Parlamento sammarinese. E trova tutti d'accordo: anche gli avvocati, che interverranno prima della firma dell'addio per stilare un accordo relativo alle situazioni patrimoniali.A. Be.
LETTA enricol Enrico Letta Antonio Marzano e moglie PIO TEODORANI FABBRI ANTONIO MARZANO resize antonio marcegaglia mario monti enrico letta IL BIGLIETTO DI ENRICO LETTA A MARIO MONTI Che strano chiamarsi Federico Scola racconta Fellini IGNAZIO MARINO GIANNI ALEMANNO ALFIO MARCHINI A DOMENICA LIVE ALEMANNO MARINO INCONTRO SU SKYTG ALICIA BARRIOS E BERGOGLIO ALICIA BARRIOS E BERGOGLIO ALICIA BARRIOS E BERGOGLIO ALICIA BARRIOS E BERGOGLIO